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Cronaca

Iveco, i sindacati chiedono garanzie: Orlando a Torino sollecita il governo "Subito il tavolo sul piano industriale"

La pace sociale con Tata scade tra due anni, ma senza un progetto chiaro per i 6.000 lavoratori torinesi e i 13.000 italiani resta alta la preoccupazione

Iveco, i sindacati chiedono garanzie

Iveco, i sindacati chiedono garanzie: Orlando a Torino sollecita il governo "Subito il tavolo sul piano industriale"

Un incontro carico di tensione e aspettative si è svolto a Torino, nella sede di via Coppino, dove l’ex ministro Andrea Orlando, oggi responsabile nazionale per le politiche industriali del Partito Democratico, ha incontrato i delegati sindacali Iveco. Al tavolo erano presenti le sei sigle che rappresentano i lavoratori – Fiom, Fim-Cisl, Uilm, Associazione Quadri, Ugl Meccanici e Fismic – insieme a esponenti politici regionali e cittadini del PD.

Al centro del confronto, la gestione del futuro industriale di Iveco dopo l’acquisizione da parte del gruppo Tata, che ha garantito due anni senza licenziamenti, ma senza ancora aver messo sul tavolo un piano industriale dettagliato. Una condizione che genera allarme in una città che conta 6.000 dipendenti Iveco, numero che sale a 13.000 in tutta Italia.

Orlando ha ribadito con chiarezza che «le politiche industriali hanno bisogno di una direzione dalla politica, non possono essere affidate solo al mercato». Per questo si è impegnato a sollecitare sia alla Camera che al Senato la convocazione urgente di un tavolo nazionale, in cui il governo chiarisca quali siano le condizioni e le richieste da porre al nuovo proprietario.

L’incontro ha visto la partecipazione di figure politiche come Giovanna Pentenero, presidente del gruppo regionale PD, Pierino Crema, presidente della commissione lavoro del Comune di Torino, e i rappresentanti regionali Daniela Todarello ed Enzo La Volta, insieme a Francesco Casciano, responsabile Enti Locali del Pd metropolitano. Una presenza che ha dato il segnale di un’attenzione politica forte, ma che non ha attenuato le preoccupazioni dei lavoratori.

Le sigle sindacali hanno sottolineato che la cosiddetta “pace sociale” ottenuta con Tata non basta: senza un piano industriale chiaro, senza garanzie sugli investimenti e sulla filiera, il rischio è che lo scenario tra due anni esploda in conflitti e licenziamenti. Un tema che si intreccia con la scelta del governo di non utilizzare la golden share su Iveco, come invece è avvenuto per il comparto Defence dell’azienda, passato sotto Leonardo.

Per i rappresentanti del PD piemontese, Nadia Conticelli e Domenico Rossi, il governo non può limitarsi a osservare ma deve «fare la sua parte», con un ruolo attivo e concreto. L’impegno condiviso è di rivedersi a Torino entro la fine dell’anno, per un nuovo bilancio della situazione e per valutare le risposte che arriveranno da Roma.

Per Torino e il suo hinterland, dove Iveco rappresenta un pilastro occupazionale e industriale, la partita è cruciale: senza garanzie chiare sul futuro della produzione, il rischio è che un’intera comunità resti ostaggio delle scelte di un mercato globale che non guarda alle ricadute locali.

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