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Nozze blindate alla Reggia di Venaria: bocche cucite sul matrimonio più segreto dell'anno

Reggia di Venaria blindata, sposi misteriosi: voci su americani, Netflix e Tata. Torino in attesa.

Il matrimonio da sogno di Cristina Chiabotto  con l'imprenditore di Front Marco Roscio, nel settembre 2019

Il matrimonio da sogno di Cristina Chiabotto con l'imprenditore di Front Marco Roscio, nel settembre 2019

Oggi la Reggia di Venaria si chiude al pubblico dalle 15, trasformandosi in un fortino sorvegliato e riservato per quello che già viene ribattezzato il “matrimonio dell’anno”. Un evento che, per dimensioni e riserbo, sta persino oscurando le nozze veneziane di Jeff Bezos. Qui, però, la trama è ancora più intrigante: nessuno, neppure il sindaco di Venaria, conoscerebbe l’identità degli sposi. Nelle ultime ore, i salotti cittadini e i corridoi della politica si sono trasformati in un’arena di ipotesi e supposizioni. Chi sa davvero mantiene il silenzio, mentre le congetture alimentano il fascino della vicenda.

QUI l'avviso che compare sul sito internet.

Le piste si rincorrono. La più accreditata parla di una coppia americana e di un matrimonio in stile “Netflix”, quasi fosse un set per una serie. Inevitabile, allora, guardare ai figli dei due fondatori del colosso dello streaming, Reed Hastings e Marc Randolph, noti per la loro maniacale riservatezza. In parallelo si agita l’ipotesi indiana, con i rampolli della famiglia Tata, amici degli Elkann e – si mormora – interessati a investimenti pesanti in Piemonte, compreso l’acquisto dell’Iveco. Con un tocco di ironia, qualcuno immagina un corteo nuziale tra camion scintillanti. Sullo sfondo, aleggia la suggestione Bezos: l’imprenditore, atteso a Torino per l’Italian Tech Week, potrebbe aver scelto la Reggia per una seconda celebrazione privata. Suggestione, appunto, che resta tale.

Un indizio più concreto arriva dagli ambienti economici torinesi: gli sposi sarebbero “una coppia americana con tracce italiane nell’albero genealogico”, benestante ma non di fama planetaria. È certo che abbiano trascorso alcuni giorni in città, tra sopralluoghi e una cena raffinata al Cambio, storico ristorante simbolo della gastronomia torinese.

Su un punto regna la certezza: la sicurezza sarà massima. Pattuglie e personale privato vigileranno per scoraggiare paparazzi e curiosi. Non sono attesi i grandi nomi dell’élite torinese, scelta coerente con la linea del riserbo che paradossalmente amplifica il fascino dell’evento. In tempi di matrimoni esibiti in diretta social, qui a brillare è il silenzio: una strategia che tutela gli sposi e, allo stesso tempo, moltiplica le aspettative.

La cornice è perfetta: la Reggia di Venaria, simbolo della grandeur sabauda, con i suoi saloni e gli affreschi che parlano da soli. Nel pomeriggio calerà il sipario, e solo allora si scoprirà chi sono i protagonisti di questa favola blindata.

Un confronto inevitabile si apre con un altro matrimonio che segnò la storia recente della Reggia: quello di Cristina Chiabotto, ex Miss Italia, che nel settembre 2019 sposò l’imprenditore Marco Roscio. Allora la cerimonia fu sì blindata ai curiosi, ma alla fine si trasformò in una grande festa collettiva. Nella chiesa di Sant’Uberto si radunarono oltre 400 invitati, tra cui ex campioni della Juventus come Andrea Pirlo e Claudio Marchisio, oltre a figure di spicco dell’imprenditoria e della politica locale. La showgirl condivise subito immagini e parole d’amore con i fan, scegliendo la data del 21 settembre come simbolo del suo percorso: lo stesso giorno in cui, quindici anni prima, era stata incoronata Miss Italia.

Quella fu una celebrazione solare, condivisa, in linea con la figura pubblica della sposa. Oggi, invece, la Reggia offre un volto diverso: niente riflettori, niente fan fuori dai cancelli, solo congetture e un’attesa che cresce con il passare delle ore. Due matrimoni diversi, due stili opposti: uno vissuto nella luce, l’altro nel mistero. Ma entrambi confermano la Reggia di Venaria come palcoscenico privilegiato delle grandi storie d’amore, tra eleganza, discrezione e inevitabili chiacchiere di società.

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