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Asilo Beato Angelo Carletti di Chivasso, dimissioni a catena nel cda

Una lettera di contestazioni dei genitori dietro la crisi dell’istituto? Suore al lavoro, ma il futuro del consiglio resta un enigma

Asilo Beato Angelo Carletti di Chivasso, dimissioni a catena: il silenzio dei genitori e del Cda

Asilo Beato Angelo Carletti di Chivasso, dimissioni a catena: il silenzio dei genitori e del Cda

Colpo di scena alla Scuola dell’Infanzia “Beato Angelo Carletti” di Chivasso.

Tutto il consiglio di amministrazione si è dimesso, dalla presidente Franca Sarasso ai consiglieri Bucci, D’Agostino, Mangalaviti, Merlo, Squara, Viano e Zambetti.

Una decisione che arriva come un fulmine a ciel sereno e che lascia senza guida la parte amministrativa dell’istituto. Non si tratta di un gesto isolato o di una sostituzione fisiologica: qui parliamo di un abbandono compatto, simultaneo, che non può che far pensare a motivazioni gravi. Eppure, nessuno le spiega.

Il silenzio è totale. Nessuno parla, nessuno vuole rilasciare dichiarazioni, persino ottenere un numero di telefono dei dimissionari è diventata un’impresa. Bocche cucite, insomma. Un atteggiamento che alimenta inevitabilmente chiacchiere e dubbi.

L’Asilo Carletti non è una realtà qualunque. Dal 1856 affida l’educazione dei bambini al personale religioso, come previsto dallo Statuto. Prima le Suore della Carità di Santa Giovanna Antida, poi dal 1982 le Figlie di Santa Maria di Leuca, ancora oggi presenti con una comunità di religiose che si occupa della crescita dei piccoli. Il legame con la città di Chivasso è antico e profondo: generazioni di famiglie hanno visto i propri figli varcare quella soglia, affidandoli a mani che uniscono esperienza educativa e vocazione religiosa.

A settembre 2025 i bambini iscritti sono novanta

Si parla di una lettera. Una lettera che alcuni genitori avrebbero inviato alla presidente, sollevando contestazioni sull’operato del consiglio. Contestazioni che non sono mai state rese pubbliche, custodite in un riserbo quasi assoluto. Che cosa contiene quella lettera? Quali accuse hanno portato otto persone a lasciare in blocco il loro incarico? Nessuno lo dice. Non i genitori, non i consiglieri.

Un muro di silenzio che lascia spazio solo alle ipotesi. 

In questo clima di segretezza, resta un punto fermo: la presenza delle suore e il loro lavoro quotidiano con i bambini. Le religiose continuano a garantire la loro missione educativa, fedeli alla tradizione e al compito che svolgono da quasi due secoli. Ma è evidente che da sole non bastano. La gestione di una scuola passa anche da bilanci, decisioni amministrative, rapporti con le famiglie e con le istituzioni. E senza un consiglio d’amministrazione stabile, l’intero equilibrio rischia di saltare.

La comunità chivassese, intanto, osserva. E si domanda: chi prenderà ora in mano le redini? Quale futuro attende il “Beato Angelo Carletti”?

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