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Nasce il Distretto del Cibo della Pianura Canavesana e Collina Torinese con forte integrazione pubblico-privato

Un nuovo organismo aggrega 78 comuni, imprese agricole e consorzi locali per sostenere produzione, trasformazione, distribuzione e turismo enogastronomico nella Città metropolitana di Torino

Nasce il Distretto del Cibo

Nasce il Distretto del Cibo della Pianura Canavesana e Collina Torinese con forte integrazione pubblico-privato

La Città metropolitana di Torino ha formalmente costituito il Distretto del Cibo della pianura Canavesana e Collina torinese, un’iniziativa che intende rafforzare l’ecosistema agroalimentare locale, promuovere la collaborazione tra soggetti pubblici e privati e valorizzare le specificità produttive e culturali dei territori coinvolti. L’atto ufficiale è avvenuto con la sottoscrizione dell’adesione da parte della Città metropolitana, dei 78 comuni interessati, delle organizzazioni di categoria del mondo agricolo, del CAPAC – Consorzio Agricolo Piemontese per Agroforniture e Cereali, dei consorzi irrigui e di alcune aziende attive nel settore molitorio. A guidare il nuovo organismo è stato nominato Fabrizio Debernardi, assessore alle risorse agricole della Città di Chivasso, scelto come legale rappresentante del Distretto, in grado di fungere da punto di riferimento per tutte le iniziative future.

La consigliera delegata allo sviluppo economico e alle attività produttive della Città metropolitana, Sonia Cambursano, che ha firmato l’adesione dell’ente al nuovo Distretto, ha sottolineato l’importanza di questa collaborazione territoriale. «Oggi sanciamo ufficialmente la nascita di un organismo che supporterà un sistema produttivo locale che coinvolge le imprese della produzione, della trasformazione e della distribuzione e somministrazione agroalimentare, gli attori pubblici locali e altri portatori d’interesse, stabilendo tra di loro legami di interdipendenza virtuosa e rafforzandoli per affrontare il mercato uniti e rafforzati dal sistema territoriale», ha dichiarato Cambursano.

Secondo la consigliera, il Distretto del Cibo si configura come uno strumento in grado di favorire integrazione tra pubblico e privato, promuovere la sostenibilità ambientale della produzione agricola e rafforzare l’economia locale. L’obiettivo è creare un sistema produttivo più resiliente agli impatti del cambiamento climatico e allo spopolamento delle aree rurali, garantendo la continuità aziendale e la collaborazione tra imprese. Allo stesso tempo, il Distretto punta a incentivare il turismo di prossimità e a facilitare l’accesso dei cittadini a cibo sano, locale e di qualità, contribuendo a rafforzare l’identità territoriale.

La sede del Distretto sarà individuata presso la Città metropolitana di Torino, a testimonianza dell’importanza strategica del progetto per l’intero ambito metropolitano. Tra le prime iniziative, i soci hanno già avviato un confronto con i Distretti del Commercio presenti sul territorio, in particolare con il Distretto Urbano del Commercio di Torino, grazie a un protocollo d’intesa promosso dall’assessore comunale al commercio e ai mercati, Paolo Chiavarino. Questo tipo di collaborazione punta a creare sinergie tra produzione locale, commercio e distribuzione, valorizzando le eccellenze del territorio in modo integrato.

Il territorio ricompreso nel nuovo Distretto è ampio e comprende i comuni di Agliè, Azeglio, Bairo, Banchette, Barbania, Barone Canavese, Bosconero, Brandizzo, Brusasco, Busano, Caluso, Candia Canavese, Casalborgone, Castagneto Po, Castellamonte, Castiglione Torinese, Cavagnolo, Chivasso, Ciconio, Ciriè, Colleretto Giacosa, Cuceglio, Favria, Feletto, Fiorano Canavese, Foglizzo, Front, Gassino Torinese, Ivrea, Lauriano, Leinì, Lessolo, Levone, Lombardore, Loranzè, Lusigliè, Mazzè, Mercenasco, Montalenghe, Montanaro, Monteu da Po, Nole, Oglianico, Orio Canavese, Ozegna, Parella, Pavone Canavese, Perosa Canavese, Pertusio, Rivarolo Canavese, Rivara, Rivarossa, Romano Canavese, Rondissone, Salassa, Salerano Canavese, Samone, San Benigno Canavese, San Carlo Canavese, San Francesco al Campo, San Giorgio Canavese, San Giusto Canavese, San Martino Canavese, San Maurizio Canavese, San Ponso, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Scarmagno, Strambino, Torrazza Piemonte, Valperga, Vauda Canavese, Verolengo, Verrua Savoia, Vialfrè, Villareggia, Vische, Volpiano. Si tratta di un’area ricca di produzioni agricole e trasformazioni alimentari, che rappresenta un segmento vitale per l’economia metropolitana e per la valorizzazione dei prodotti locali.

Il Distretto del Cibo si propone dunque come un modello di sviluppo territoriale integrato, sostenibile e innovativo, in cui pubblico e privato cooperano per costruire un sistema agroalimentare più forte, competitivo e resiliente. La collaborazione tra comuni, imprese e istituzioni mira a creare opportunità concrete per il territorio, rafforzare la coesione sociale e sostenere la crescita economica, rendendo la produzione locale un volano per la valorizzazione culturale e turistica della Pianura Canavesana e della Collina torinese.

L’area geografica coperta dal Distretto è vasta e strategica per l’economia metropolitana, comprendendo territori che spaziano dai comuni di Agliè, Ivrea e Chivasso fino a Villareggia, Volpiano e numerosi centri della collina torinese, interessando così la produzione agricola, la trasformazione alimentare e le attività di somministrazione e distribuzione locali.

Il Distretto del Cibo si propone come un modello di integrazione pubblico-privato, capace di affrontare le sfide della modernizzazione dei sistemi produttivi, della difesa dell’ambiente e del contrasto allo spopolamento rurale, ponendo l’accento su un’economia locale più robusta e sostenibile, in grado di valorizzare al contempo il patrimonio agroalimentare e le opportunità turistiche del territorio.

La nascita del Distretto rappresenta un passo importante per il Canavese e la Collina torinese, con l’obiettivo di consolidare un ecosistema produttivo competitivo, sostenibile e integrato, rafforzando la rete tra le imprese locali e i consumatori, e promuovendo uno sviluppo territoriale equilibrato e duraturo.

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