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17 Settembre 2025 - 09:08
Zorea Pini, docente dell’università israeliana di Braude
Una frase, pronunciata in aula da un docente ospite, ha innescato un terremoto accademico al Politecnico di Torino: definire l’Idf. “Ho servito nell'esercito israeliano e posso dirvi che è l’esercito più pulito al mondo”. La frase è bastata per far scattare l’immediata sospensione del modulo e la rottura dei rapporti con il docente. Sullo sfondo, il conflitto in Medio Oriente, la sensibilità della comunità universitaria e le domande etiche poste da tecnologie come il riconoscimento facciale.
Durante una lezione del corso di dottorato in Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni, Zorea Pini, docente dell’università israeliana di Braude invitato come guest lecturer, ha difeso l’Idf definendolo “l’esercito più pulito al mondo”. L’Ateneo ha preso le distanze “condannando” quanto espresso e ha specificato che il corso è di esclusiva titolarità del Politecnico di Torino, senza alcuna collaborazione con la Braude University.
“Appena venuto a conoscenza dell’inaccettabile esternazione, ho disposto, con effetto immediato, l’interruzione del modulo e la sospensione di ogni rapporto con il docente”, ha dichiarato il rettore Stefano Corgnati, che convocherà il docente per un chiarimento. Il Rettore ha ribadito la posizione dell’Ateneo: “Il Politecnico… ha da sempre condannato… ogni forma di violenza, ripudiando la guerra ed esprimendo sdegno e riprovazione per il continuo massacro della popolazione civile a Gaza… sollecitando le istituzioni… a impegnarsi fattivamente per raggiungere una situazione di pace. Tale posizione è oggi ancora più forte e risoluta a seguito degli inaccettabili eventi di questi giorni”.
La lezione contestata rientrava nell’insegnamento “Principles of digital image processing and technologies”, previsto dal dottorato dell’Area di Elettrica, Elettronica e Telecomunicazioni. - Insegnamento a scelta libera, attivo dal 2022 - 16 ore sulle tecniche di base di analisi delle immagini - Coinvolgimento di ospiti internazionali (guest lecturer) - Presenza del docente in mobilità didattica nell’ambito Erasmus+ dell’Unione Europea Il Politecnico precisa che non vi è alcuna collaborazione con l’ateneo israeliano di provenienza del docente.
Il rettore del Politecnico di Torino, Stefano Corgnati
LA PROTESTA STUDENTESCA E I TIMORI SUL RICONOSCIMENTO FACCIALE
Contro il corso si sono mobilitati gli studenti pro Palestina. Gli attivisti del Collettivo Autorganizzato Universitario e di Cambiare Rotta sostengono che tra i temi principali rientrino anche il rilevamento e il riconoscimento facciale in sistemi in tempo reale. Le contestazioni incrociano così due piani: la dimensione politica delle affermazioni in aula e l’uso di tecnologie potenzialmente impiegabili in ambiti sensibili.
L’analisi e l’elaborazione di immagini sono ambiti cardine dell’ingegneria contemporanea, con applicazioni che vanno dalla medicina all’industria. Ma sono anche tecnologie “dual use”, suscettibili di utilizzi di sorveglianza, come il riconoscimento facciale in tempo reale. È comprensibile, dunque, che in un contesto di forte tensione internazionale si alzi l’asticella del controllo etico. Il segnale arrivato dal Politecnico è che la libertà accademica resta un valore, ma è inseparabile dalla responsabilità dei docenti e dal rispetto della sensibilità della comunità universitaria, soprattutto quando il dibattito tocca guerre e diritti umani.
Il Rettore ha annunciato la convocazione del docente per approfondimenti. Restano da definire gli esiti della sospensione del modulo e le eventuali misure interne a tutela di un ambiente di apprendimento rigoroso, aperto e rispettoso. L’Ateneo, dal canto suo, ha rimarcato il proprio impegno per la pace e la netta distanza da ogni forma di violenza, riaffermando la totale autonomia del corso rispetto a istituzioni esterne.
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