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Bambini celiaci a digiuno: il pasto per loro non arriva. Caos mensa a Settimo Torinese

L'avviso c'era, ma le famiglie non sono state informate delle novità e così i bambini sono rimasti senza il loro vassoio

Bambini celiaci a digiuno: il pasto per loro non arriva. Caos mensa a Settimo Torinese

Un esordio disastroso che non ammette attenuanti. A Settimo Torinese, il primo giorno di mensa scolastica dalla ripresa delle lezioni, si è trasformato in un caso che va ben oltre il semplice “disguido”. Tutte le famiglie che avevano chiesto una dieta speciale per motivi sanitari, etici o religiosi si sono ritrovate all’improvviso escluse dalle consegne se non avevano provveduto ad aggiornare la documentazione. Peccato che la novità - comunica solo con un avviso pubblicato sul sito internet del Comune - non la sapesse pressoché nessuno.

E così è capitato di bambini che si siano trovati a digiuno. Una falla clamorosa in una città che da anni si vanta di offrire un servizio di ristorazione attento alle diversità alimentari.

Nel plesso Rodari di viale Piave, così come in altri comprensori, i vassoi sigillati con etichette “senza glutine”, “vegetariano”, “senza lattosio” o “carne bianca” semplicemente non sono arrivati. Al loro posto solo spiegazioni tardive e una burocrazia che scarica le responsabilità sulle famiglie. Il Comune sostiene che, a causa di un nuovo riferimento normativo, quest’anno fosse necessario ripresentare la domanda per ottenere qualsiasi dieta speciale. Ma di questa novità, dicono i genitori, non è arrivata alcuna comunicazione diretta: nessuna mail, nessun avviso cartaceo. Niente.

La storia più grave è quella di un bambino di nove anni affetto da celiachia, che ha rischiato di restare senza pranzo sicuro. Alle 11.45, la maestra si è accorta che mancava il consueto vassoio chiuso e marchiato “senza glutine” e ha agito con prontezza di riflessi, telefonando immediatamente alla madre per scongiurare il pericolo. «Di solito il vassoio speciale arriva sigillato e con la scritta ben visibile. Oggi invece nulla. Ho dovuto lasciare il lavoro e correre a preparare il pranzo», racconta la madre del bambini, Iole Coriolani, che ha poi scoperto la ragione chiamando l'ufficio preposto: la pratica, presentata regolarmente in prima elementare, non era più valida senza un aggiornamento. «La dottoressa Buzzichelli, responsabile del servizio mensa, sostiene che sul sito del Comune c’era un’informativa. Ma io non vado sul sito ogni giorno. Bastava una mail».

La donna ha provveduto a depositare subito i nuovi documenti, ma resta l’incertezza: «Non so se domani avrà la dieta senza glutine. Spero che il Comune mi avvisi». Situazioni analoghe, seppur meno pericolose, hanno riguardato le famiglie che avevano richiesto pasti vegetariani, menù senza carne di maiale o pietanze prive di latticini, tutti rimasti esclusi perché ignari della nuova burocrazia.

Celiachia: perché l’errore è inaccettabile

La celiachia è una malattia autoimmune cronica: quando un soggetto celiaco ingerisce anche piccole quantità di glutine, proteina contenuta in frumento, orzo, segale e derivati, il sistema immunitario reagisce danneggiando la mucosa dell’intestino tenue. Nei bambini, il consumo accidentale di alimenti contaminati può provocare dolori addominali acuti, vomito, diarrea, malassorbimento dei nutrienti e perdita di peso, con conseguenze che, se ripetute, possono compromettere la crescita.

Nel caso di un bimbo di nove anni, come quello coinvolto a Settimo, il rischio non è solo di un malessere temporaneo. L’esposizione al glutine può innescare una reazione immunitaria che lascia strascichi anche a lungo termine, tra infiammazione cronica e deficit di vitamine e minerali. Non si tratta quindi di una semplice “intolleranza”, ma di una patologia che richiede attenzione assoluta.

La prontezza della maestra ha evitato il peggio, ma la vicenda solleva domande precise: perché il Comune non ha comunicato in modo diretto il cambio di procedura, quando in passato bastava una sola domanda all’inizio del ciclo scolastico? Perché la ditta che gestisce il servizio mensa non ha previsto un controllo incrociato sulle diete speciali nel primo giorno di rientro?

Il Comune di Settimo Torinese, al momento, non ha diffuso una nota ufficiale, mentre tra i genitori di bambini con diete specifiche cresce l’inquietudine. La mancanza di un pasto senza glutine non è un semplice disguido logistico, ma un rischio sanitario immediato. E la domanda resta sospesa: domani quel bambino potrà finalmente sedersi a mensa in sicurezza?

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