AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualià
15 Settembre 2025 - 13:43
Un esordio disastroso che non ammette attenuanti. A Settimo Torinese, il primo giorno di mensa scolastica dalla ripresa delle lezioni, si è trasformato in un caso che va ben oltre il semplice “disguido”. Tutte le famiglie che avevano chiesto una dieta speciale per motivi sanitari, etici o religiosi si sono ritrovate all’improvviso escluse dalle consegne se non avevano provveduto ad aggiornare la documentazione. Peccato che la novità - comunica solo con un avviso pubblicato sul sito internet del Comune - non la sapesse pressoché nessuno.
E così è capitato di bambini che si siano trovati a digiuno. Una falla clamorosa in una città che da anni si vanta di offrire un servizio di ristorazione attento alle diversità alimentari.
Nel plesso Rodari di viale Piave, così come in altri comprensori, i vassoi sigillati con etichette “senza glutine”, “vegetariano”, “senza lattosio” o “carne bianca” semplicemente non sono arrivati. Al loro posto solo spiegazioni tardive e una burocrazia che scarica le responsabilità sulle famiglie. Il Comune sostiene che, a causa di un nuovo riferimento normativo, quest’anno fosse necessario ripresentare la domanda per ottenere qualsiasi dieta speciale. Ma di questa novità, dicono i genitori, non è arrivata alcuna comunicazione diretta: nessuna mail, nessun avviso cartaceo. Niente.
La storia più grave è quella di un bambino di nove anni affetto da celiachia, che ha rischiato di restare senza pranzo sicuro. Alle 11.45, la maestra si è accorta che mancava il consueto vassoio chiuso e marchiato “senza glutine” e ha agito con prontezza di riflessi, telefonando immediatamente alla madre per scongiurare il pericolo. «Di solito il vassoio speciale arriva sigillato e con la scritta ben visibile. Oggi invece nulla. Ho dovuto lasciare il lavoro e correre a preparare il pranzo», racconta la madre del bambini, Iole Coriolani, che ha poi scoperto la ragione chiamando l'ufficio preposto: la pratica, presentata regolarmente in prima elementare, non era più valida senza un aggiornamento. «La dottoressa Buzzichelli, responsabile del servizio mensa, sostiene che sul sito del Comune c’era un’informativa. Ma io non vado sul sito ogni giorno. Bastava una mail».
La donna ha provveduto a depositare subito i nuovi documenti, ma resta l’incertezza: «Non so se domani avrà la dieta senza glutine. Spero che il Comune mi avvisi». Situazioni analoghe, seppur meno pericolose, hanno riguardato le famiglie che avevano richiesto pasti vegetariani, menù senza carne di maiale o pietanze prive di latticini, tutti rimasti esclusi perché ignari della nuova burocrazia.
La celiachia è una malattia autoimmune cronica: quando un soggetto celiaco ingerisce anche piccole quantità di glutine, proteina contenuta in frumento, orzo, segale e derivati, il sistema immunitario reagisce danneggiando la mucosa dell’intestino tenue. Nei bambini, il consumo accidentale di alimenti contaminati può provocare dolori addominali acuti, vomito, diarrea, malassorbimento dei nutrienti e perdita di peso, con conseguenze che, se ripetute, possono compromettere la crescita.
Nel caso di un bimbo di nove anni, come quello coinvolto a Settimo, il rischio non è solo di un malessere temporaneo. L’esposizione al glutine può innescare una reazione immunitaria che lascia strascichi anche a lungo termine, tra infiammazione cronica e deficit di vitamine e minerali. Non si tratta quindi di una semplice “intolleranza”, ma di una patologia che richiede attenzione assoluta.
La prontezza della maestra ha evitato il peggio, ma la vicenda solleva domande precise: perché il Comune non ha comunicato in modo diretto il cambio di procedura, quando in passato bastava una sola domanda all’inizio del ciclo scolastico? Perché la ditta che gestisce il servizio mensa non ha previsto un controllo incrociato sulle diete speciali nel primo giorno di rientro?
Il Comune di Settimo Torinese, al momento, non ha diffuso una nota ufficiale, mentre tra i genitori di bambini con diete specifiche cresce l’inquietudine. La mancanza di un pasto senza glutine non è un semplice disguido logistico, ma un rischio sanitario immediato. E la domanda resta sospesa: domani quel bambino potrà finalmente sedersi a mensa in sicurezza?
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.