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Global March To Gaza, il Comune di Venaria aderisce ma il Consiglio aveva bocciato la mozione...

In Consiglio comunale respinta la mozione che chiedeva stop alle armi e riconoscimento della Palestina. Il sindaco si astiene in aula ma poi accoglie la manifestazione con la fascia tricolore

Global March To Gaza, il Consiglio di Venaria aderisce ma il Consiglio aveva bocciato la mozione...

Global March To Gaza, il Consiglio di Venaria aderisce ma il Consiglio aveva bocciato la mozione...

È polemica a Venaria per l’adesione del Comune alla Global March To Gaza. Un’adesione arrivata all’ultimo momento, senza condivisione con le opposizioni e, soprattutto, in netta contraddizione con quanto accaduto a luglio in Consiglio comunale, quando la maggioranza di centrodestra aveva respinto un ordine del giorno che chiedeva di prendere una posizione chiara sulla crisi umanitaria nella Striscia. A scatenare le critiche è il consigliere comunale Alessandro Brescia, del gruppo Uniti per Cambiare, che parla senza mezzi termini di ipocrisia e incoerenza da parte del sindaco Fabio Giulivi e della sua maggioranza.

Ripercorriamo i fatti. Era luglio quando in Consiglio comunale si discusse il documento presentato da Uniti per Cambiare, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Un testo lungo, documentato, inequivocabile: da un lato condannava l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, dall’altro denunciava le «gravi e documentate violazioni del diritto internazionale umanitario da parte del governo e dell’esercito israeliano». Nel dispositivo, si chiedeva al governo italiano di riconoscere lo Stato di Palestina, promuovere il cessate il fuoco, sospendere la vendita di armi a Israele, sostenere le sanzioni e dare attuazione ai mandati di arresto della Corte Penale Internazionale nei confronti di Netanyahu e Gallant. Tutto nero su bianco, senza ambiguità.

Ma quelle parole erano troppo. Troppo dure, troppo nette, troppo scomode per la maggioranza di centrodestra. In Consiglio si tentò un’operazione di maquillage politico: emendare il testo, stralciarne i punti più coraggiosi e aggiungere un paragrafo sul riconoscimento dello Stato di Israele accanto a quello di Palestina. Un tentativo di mediazione che l’opposizione non accettò. «Votiamo il testo così com’è» ribadirono i promotori. E così fu. Conclusione: la maggioranza lo bocciò, il sindaco Fabio Giulivi si astenne. Una spaccatura vera e propria, che lasciò ferite aperte.

La reazione fu immediata. «Venaria si merita un altro governo» tuonò Alessandro Brescia, accusando Giulivi di essere il capo di una maggioranza che non ha avuto il coraggio di votare un atto di umanità. La consigliera Rossana Schillaci del PD parlò di un passaggio fondamentale per ristabilire condizioni di dialogo e pace. Il pentastellato Davide De Santis denunciò il silenzio delle istituzioni come una forma di complicità morale. Parole pesanti, che fecero rumore.

E ora?

Due mesi dopo, ecco la sorpresa. Sabato 13 settembre, alla Local March for Gaza che ha fatto tappa a Venaria, il sindaco Giulivi si è presentato con la fascia tricolore per portare il saluto della città. Non solo: in un post su Facebook, ha preso posizione in termini che molti hanno letto come un netto cambio di registro rispetto a luglio. «Dopo i tragici attentati del 7 ottobre 2023, era giusto esprimere solidarietà a Israele. Ma oggi non possiamo tacere di fronte a una reazione sproporzionata: a Gaza, la legittima lotta ad Hamas si è trasformata in una strage di bambini e civili innocenti. Il cibo è un diritto fondamentale, non un’arma di guerra» ha scritto Giulivi. Parole accompagnate da citazioni del presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni e da un passaggio di un’intervista del Papa: «C’è sempre un’alternativa alla guerra. Deve esserci».

Il post di Giulivi

Parole importanti, certo. Ma per l’opposizione arrivano tardi e soprattutto risultano incoerenti.

Il consigliere Alessandro Brescia non ha usato giri di parole. «In Consiglio comunale questa maggioranza aveva bocciato l’ordine del giorno che avevamo presentato e che, di fatto, dice le stesse cose della Global March to Gaza. È inaccettabile ora vedere il sindaco partecipare senza colpo ferire alla manifestazione: a nome di chi ha dato quell’adesione? L’opposizione non è stata informata, e la sua maggioranza ha posizioni opposte rispetto ai promotori. Il post che ha pubblicato non fa che confermare il suo tentativo di restare in equilibrio tra le parti: in Consiglio si vota in un modo, poi sui social si dicono altre cose. Una condanna esplicita dei crimini di Netanyahu non c’è mai stata».

Nelle parole di Brescia c’è un’accusa precisa: il sindaco farebbe il doppio gioco. «Cita il Papa e la Comunità ebraica torinese perché non ha argomenti, vuole fare l’equilibrista. Insegue il consenso perché ha paura di perderlo. A seconda delle circostanze si smarca dalla maggioranza o la richiama a sé. Se avesse davvero creduto nell’iniziativa, avrebbe informato la città per tempo e invitato tutti a partecipare, non all’ultimo momento».

Il riferimento è chiaro: per l’opposizione, l’adesione alla Global March To Gaza appare come un gesto calcolato, una foglia di fico per coprire le contraddizioni di una maggioranza che in Consiglio ha respinto gli atti concreti, salvo poi cercare di cavalcare l’onda del sentimento popolare. Una mossa che, secondo Brescia, non cancella la sostanza: «Quando devono fare atti pubblici, come nel caso di Stazzema, votano contro. Poi sui social fanno tutt’altro».

Il nodo politico è proprio questo. Da un lato c’è un Consiglio comunale che si rifiuta di assumere impegni chiari su Gaza. Dall’altro un sindaco che, di fronte a una marcia di respiro internazionale, sceglie di esserci e di parlare. Ma l’astensione di luglio pesa come un macigno. Perché la coerenza, in politica, conta. E a Venaria la memoria è ancora fresca.

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