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Il Piemonte investe 3,5 milioni di euro per pioppi, tartufi e nuovi boschi

Dall’accordo interregionale firmato a Milano al piano 2023-2027, investimenti su legno, tartufi e biodiversità per unire ambiente ed economia

Il Piemonte investe

Il Piemonte investe 3,5 milioni di euro per pioppi, tartufi e nuovi boschi

Dal greto del Po ai campi di pianura, il Piemonte sceglie di investire su alberi, tartufi e nuovi sistemi agroforestali per dare un futuro diverso al proprio paesaggio rurale. Con 3,5 milioni di euro, la Regione lancia un segnale politico e operativo che unisce tutela ambientale e competitività economica. L’intervento rientra nell’SRD05 del Complemento di Sviluppo Rurale 2023-2027, un capitolo strategico che definisce un nuovo equilibrio tra produzione agricola, forestazione e valorizzazione del territorio.

Il piano prevede il finanziamento di nuovi impianti di pioppeti, di arboricoltura da legno, la realizzazione di boschi naturaliformi e l’introduzione di sistemi agroforestali su terreni agricoli. Un mosaico che non riguarda solo le rese produttive, ma anche la capacità di mitigare i cambiamenti climatici, contrastare l’erosione del suolo, rafforzare la biodiversità e creare nuove opportunità per le filiere locali. Non a caso, accanto ai pioppi, la strategia regionale guarda con attenzione alla tartuficoltura, altro settore ad alto valore identitario ed economico per le campagne piemontesi.

L’annuncio coincide con un passaggio cruciale: la firma a Milano dell’intesa interregionale per lo sviluppo della filiera del pioppo, sottoscritta da Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna insieme alle rappresentanze produttive. L’accordo sancisce un patto che va oltre i confini amministrativi, costruendo una rete che condivide interessi, tecniche e mercati. L’obiettivo è rilanciare la pioppicoltura come coltura sostenibile e competitiva, capace di produrre legno di qualità, garantire redditività agli agricoltori e allo stesso tempo contribuire agli equilibri ecologici dei territori.

Le parole dell’assessore alle Foreste Marco Gallo sottolineano la portata della sfida: la pioppicoltura non è solo una voce di bilancio, ma un investimento sul futuro che tiene insieme eccellenza produttiva e sostenibilità. Dietro ogni ettaro coltivato c’è un progetto che riguarda il paesaggio, la lotta al cambiamento climatico e la capacità di generare reddito e occupazione in aree rurali spesso fragili.

Il potenziamento della filiera del pioppo non va letto come un’operazione isolata. Si inserisce in una cornice più ampia, che intreccia tartuficoltura, forestazione e sistemi agroforestali. Tutti elementi che, dentro il perimetro 2023-2027, mirano a dare stabilità a un comparto agricolo-forestale chiamato ad affrontare sfide globali e locali: dal mercato del legno alla gestione del territorio, dall’adattamento climatico alla valorizzazione del paesaggio.

La vera scommessa, però, non è solo nelle risorse stanziate. Sarà cruciale la capacità di trasformare i 3,5 milioni in impianti ben progettati, di favorire l’innovazione lungo la catena del valore e di rafforzare il dialogo con produttori e associazioni di categoria. La cornice temporale del 2023-2027 offre un margine utile per pianificare, ma richiede una visione chiara che tenga insieme obiettivi ambientali e risultati economici.

Il Piemonte si muove dunque in un contesto che non è più solo regionale ma interregionale, dove standard condivisi, programmazione degli impianti e valorizzazione del legno possono fare la differenza. A dettare il passo non saranno soltanto le decisioni politiche, ma la capacità di creare sinergie concrete tra istituzioni e filiera produttiva, affinché i pioppi lungo i fiumi e i boschi nelle pianure non restino un’immagine evocativa, ma diventino parte integrante di un’economia agricola e forestale più forte e sostenibile.

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