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12 Settembre 2025 - 12:01
Ninfa, carri e Palio, l’Erbaluce 92 esplode: sei giorni che trasformano Caluso in un teatro di vino, gusto e comunità
Non è soltanto una festa. È un dispositivo civico che ogni settembre rimette in moto una comunità intera: rioni e frazioni che costruiscono carri, volontari che presidiano strade e padiglioni, scuole coinvolte nei punti informazione, cantine che fanno sistema. La 92ª edizione dell’Uva Erbaluce si presenta come un equilibrio calibrato tra folklore e organizzazione, con l’istituzione comunale nel ruolo di regista silenzioso.
Dal Municipio arriva una chiave di lettura netta: mantenere l’identità e insieme alzare l’asticella dei servizi. Così si spiega una programmazione che tiene insieme Ninfa Albaluce, Palio, DiVino Canavese, Veje Piole e un lavoro meno visibile su viabilità, accessibilità, raccolta rifiuti e sicurezza.
La sindaca Mariuccia Cena definisce questa edizione un passaggio di crescita: radici e innovazione nella stessa cornice.
Sindaca, perché questa edizione è speciale?
"È l’anno in cui la Festa ritrova il proprio respiro lungo sei giorni, tenendo insieme radici e innovazione. Celebriamo il decennale dell’Ordine delle Ninfe Albaluce, riportiamo in primo piano la sfilata dei carri, il Palio e i momenti popolari, ma affianchiamo mostre, libri, musica e laboratori. Vogliamo che la comunità si riconosca nella tradizione e che i visitatori vivano Caluso come un’esperienza completa, non solo come una sosta per un calice di Erbaluce."
Che cosa rappresenta, oggi, la Ninfa Albaluce?
"È un simbolo identitario. La leggenda parla di lacrime che generano il vitigno: noi la leggiamo come la capacità di trasformare una storia in promozione culturale. Le Ninfe sono ambasciatrici del territorio: parlano di vino, certo, ma soprattutto di Caluso e del Canavese. La proclamazione dal balcone di Palazzo Ubertini è la nostra “cartolina” al mondo."
Cosa troveranno i visitatori che arrivano per la prima volta?
"Una festa diffusa, con Piazza Ubertini, Parco Spurgazzi e il centro storico come scenografie naturali. Il percorso delle veje piole e il Quadrilatero del Gusto mettono al centro i sapori canavesani, i carri portano colori e musica, e la domenica è il cuore: sfilata, Palio dei Rioni, premiazione del Grappolo d’Oro e la Ninfa 2025. La sera ci sono i concerti e i dj set: vogliamo una festa familiare, ma con un ritmo contemporaneo."
Come avete coinvolto i giovani?
"In tre modi. Con il punto informazioni in Piazza Mazzini gestito dagli studenti; con lo sport di “+Sport x Tutti” e la sfilata delle associazioni sportive; con palchi e aree musica pensate per un pubblico che chiede intrattenimento di qualità. Per noi i giovani non sono spettatori: sono volontari, musicisti, studenti... sono parte dell’organizzazione."
Sicurezza e viabilità: che cosa cambia nei giorni clou?
"Abbiamo un piano dedicato: sensi unici e aree parcheggio, varchi pedonali verso centro e Parco Spurgazzi, presenza coordinata di forze dell’ordine, Protezione Civile e volontari. Prediligiamo la mobilità dolce nelle ore di massima affluenza e comunichiamo gli orari di chiusura temporanea delle strade con anticipo. L’obiettivo è garantire sicurezza senza spegnere l’energia della festa."
E se piove?
"Una parte del programma ha sedi coperte – padiglioni, Enoteca, chiese e chiostri per le mostre – e una parte si adatta con rinvii brevi o traslochi in padiglioni. In ogni caso, comunichiamo in tempo reale su canali ufficiali e segnaletica fisica in centro. L’esperienza del pubblico resta la priorità."
Quanto pesa l’Erbaluce sull’identità e sull’economia locale?
"L’Erbaluce è vigneto, lavoro, impresa e paesaggio: raccontarlo bene significa sostenere cantine e ristorazione, l’accoglienza e l’indotto dell’artigianato. Con il Grappolo d’Oro valorizziamo la qualità; con DiVino Canavese uniamo degustazioni e formazione. La festa è una vetrina, ma dietro ci sono filiere e professionalità. Tuttavia, è opportuno sottolineare che il programma artistico-culturale non è un contorno. Perché la festa è anche memoria e visione. Le mostre tra Chiostro dei Francescani e San Giovanni Decollato, la presentazione del volume illustrato sulla leggenda di Albaluce, l’arte di strada con i madonnari di Bergamo disegnano un racconto che va oltre il bicchiere. Il folklore resta protagonista, ma cammina insieme a arte e libri."
Sostenibilità: quali impegni concreti avete preso?
"Riducendo plastica monouso, potenziando raccolta differenziata con isole ecologiche presidiate, favorendo acqua e bicchieri riutilizzabili nelle aree di maggior consumo, incentivando alle cantine che adottano pratiche green nelle postazioni di degustazione. Infine, lavoriamo su illuminazione a basso consumo e su fornitori del Quadrilatero attenti a filiera corta e stagionalità."
Avete pensato a soluzioni che rendano inclusiva la festa?
"Certo. Ci saranno rampe mobili dove servono, bagni accessibili, postazioni sosta vicino ai palchi, segnaletica chiara con mappe semplificate nei punti informazione, prenotazione per chi ha esigenze specifiche ai tavoli del padiglione. Collaboriamo con associazioni che ci aiutano a migliorare anno dopo anno."
Qual è l’impatto economico atteso?
"Nei giorni centrali stimiamo un incremento significativo di presenze e permanenze. L’indotto tocca alloggio, ristorazione, bar, botteghe, artigiani e servizi tecnici. Il nostro obiettivo è allungare la ricaduta oltre i sei giorni: chi scopre Caluso deve avere motivi per tornare durante l’anno, dal turismo del vino ai percorsi nel territorio."
La 92ª Festa dell'Uva di Caluso è organizzata nei minimi dettagli: c'è una cabina di regia che tiene insieme Pro Loco, associazioni, rioni, frazioni e uffici comunali. Tant'è che i carri nascono in cantieri collettivi dove artigiani, decoratori e musicisti mettono mano a una manualità che il paese difende con regole condivise su sicurezza e orari.
A chi sceglie la festa solo per gli eventi serali l’invito è di arrivare prima: le passeggiate tra i vigneti, i mercati km0, le dimostrazioni artigiane e il pomeriggio delle famiglie con laboratori e musica raccontano la parte più autentica della comunità e danno senso anche ai palchi della sera.
Infine, abbiamo chiesto alla Sindaca quale sarà la sfida che attende le prossime edizioni, ci ha risposto che l'obbiettivo sarà "tenere il giusto equilibrio tra crescita e misura, migliorando servizi, accessi e programmazione senza smarrire l’anima popolare". Dopotutto, la festa funziona se resta di tutti—produttori, rioni, giovani, famiglie, visitatori—ed è un impegno che dura tutto l’anno, non una corsa di una settimana.
Dal 17 al 22 settembre la macchina è pronta: Ninfa, carri, Palio, Quadrilatero del Gusto, musica e mostre scandiscono il programma; Pro Loco, rioni e volontari fanno il resto con viabilità, accessibilità e raccolta differenziata potenziate. Poi il testimone passa agli eventi collaterali— prevenzione con Lilt e Lions, Color Run, incontro in Enoteca— a prolungare l’effetto oltre la settimana.
Il messaggio operativo è semplice: arrivare con anticipo, muoversi a piedi verso Parco Spurgazzi e centro storico, seguire la segnaletica. Il resto lo mette il pubblico: ordine, partecipazione, rispetto delle regole. Insomma, la 92ª edizione si apre così, con ciò che conta davvero sul tavolo—vino, bellezza, comunità—e un appuntamento già in calendario per l’anno prossimo.
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