Cerca

Calcio

Velasco al Torino: può davvero cambiare la mentalità granata?

Cairo esplora un'idea per il futuro granata: "La terza volta potrebbe essere quella giusta"

Velasco al Torino

Velasco al Torino: può davvero cambiare la mentalità granata?

La domanda è affascinante e lascia intravedere una possibilità che potrebbe rivelarsi un cambiamento significativo nel mondo granata. E se il segreto per riportare il Torino al livello delle grandi squadre italiane non fosse tanto un cambio di modulo, ma un cambiamento più profondo nella mentalità dei giocatori? È su questo interrogativo che il presidente Urbano Cairo ha acceso i riflettori, citando il nome di un maestro di sport, un uomo che ha saputo dare molto più di un risultato tangibile nel suo campo: Javier Velasco.

Con l'approccio che contraddistingue i grandi leader, Cairo ha sottolineato l'impatto di Velasco, il tecnico che ha lasciato un segno indelebile nel mondo della pallavolo, e non solo. Il suo messaggio era chiaro: "Velasco è un personaggio straordinario", e aggiunge, con il tono di chi sa cogliere l'opportunità anche nei momenti di difficoltà, "magari la terza volta gli va bene". Si fa riferimento ai tentativi passati di Velasco nel calcio, quando aveva provato senza fortuna a Lazio e Inter, ma non si tratta di una semplice constatazione di un dato di fatto. Cairo sottolinea la ricchezza del pensiero di Velasco, la sua capacità di motivare e di guardare le cose da un’altra angolazione, un’arte che può solo arricchire un gruppo di lavoro in qualsiasi disciplina.

La chiave di questo ragionamento non è tanto legata a un aspetto tecnico quanto psicologico. Non si tratta di insegnare nuovi schemi di gioco, ma di infondere una nuova mentalità, quella che fa la differenza nei momenti decisivi. "Vedere le cose da un punto di vista diverso" non è solo un concetto valido per i tecnici: è un principio che può applicarsi a qualsiasi contesto, sportivo o no. Ogni calciatore, infatti, possiede un’enorme capacità di migliorarsi, ma questo processo dipende in gran parte dalla gestione delle proprie emozioni, dalla capacità di reagire agli imprevisti e dalla motivazione che ci si dà nelle situazioni più critiche. Il Torino, ora più che mai, ha bisogno di quell’elemento che unisce le qualità individuali in un progetto collettivo solido, un lavoro che vada oltre le singole prestazioni, mirando alla coesione, al gioco di squadra, all'idea di essere una comunità di obiettivi.

Cairo non ha risparmiato elogi all’attuale squadra, sottolineando che il mercato di quest’estate è stato fatto con investimenti significativi e che il Torino ha acquisito giocatori di grande potenziale. Il presidente ha anche dichiarato che l’obiettivo del club è sicuramente quello di "fare passi in avanti", ma non ha voluto entrare nei dettagli, dimostrando cautela e consapevolezza dei propri limiti. Una filosofia di sviluppo che punta su crescita e solidità, ma senza mai esagerare con proclami. È questa la visione granata del futuro, che si fonda sulla concretezza e sul lavoro quotidiano.

Velasco rappresenterebbe una risorsa fondamentale proprio per cambiare l’approccio e le abitudini, più che per fare modifiche tattiche. L'idea che possa entrare nello staff tecnico del Torino, coinvolgendo anche i giovani, sarebbe il segno che il club guarda alla cultura sportiva prima della vittoria pura e semplice. Infondere in ogni giovane calciatore un pensiero nuovo, una forma mentis vincente, sarebbe il primo passo verso un futuro più competitivo. Se riuscisse a collaborare con la squadra, a modellare il suo approccio sul calcio, allora questa potrebbe essere la svolta. Ma non è una questione di schemi, bensì di approccio al gioco e alla vita da professionisti.

Il passato insegna che spesso le cose più difficili da realizzare arrivano dopo aver fallito per la seconda volta. Velasco, come sottolinea Cairo, non ha avuto successo nelle esperienze passate nel calcio. Ma quel fallimento potrebbe rappresentare la chiave per il suo riscatto, per il Torino e per la sua carriera. Non si tratta solo di tecnica, ma di perseveranza, di capacità di sapersi rialzare e di trovare nuovi stimoli.

Con Velasco si entra in un mondo dove il calcio non è solo un gioco di numeri e schemi, ma anche di anime e di comportamenti collettivi. È proprio questo che potrebbe cambiare la mentalità granata, dove ogni singolo gesto dentro e fuori dal campo ha un impatto. Il Torino, con il suo potenziale, ha bisogno di questo: di un cambiamento che non parta solo dalle gambe dei giocatori, ma anche dalle loro teste e dal loro modo di approcciarsi alle sfide.

Le parole di Cairo su Velasco vanno oltre una semplice suggestione: sono un invito a pensare fuori dagli schemi, ad arricchire la cultura calcistica del Torino con influenze positive da altri sport. La richiesta è chiara: chiamiamo a raccolta i migliori per costruire una mentalità vincente. La terza volta potrebbe davvero essere quella giusta, ma il cammino per arrivarci è fatto di passaggi lenti e misurati, costruiti ogni giorno con l’impegno di tutta la squadra.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori