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10 Settembre 2025 - 17:10
Mazzè ricorda Livio Barengo: lo storico che ha ridato voce alle radici antiche del territorio
Mazzè perde uno dei suoi cittadini più significativi: Livio Barengo, scomparso a 84 anni lo scorso gennaio all’ospedale di Chivasso. Figura appassionata, instancabile e curiosa, Barengo ha legato il proprio nome alla riscoperta delle radici storiche del territorio, trasformando frammenti di archeologia e testimonianze del passato in un patrimonio collettivo di cui oggi l’intera comunità si sente erede.
Professionista nel settore dell’edilizia, con la pensione scelse di dedicare tutto sé stesso alla storia, seguendo una passione che lo aveva sempre accompagnato. Da questo impegno nacque l’associazione Mattiaca, realtà fondata insieme ad altri studiosi e appassionati, che ha rappresentato per decenni il fulcro di ricerche e divulgazione sulle origini del paese. Il nome stesso richiama l’antichità dei Liguri e dei Celti, a cui Barengo attribuiva legami profondi con l’identità di Mazzè.
I suoi studi hanno fatto riemergere capitoli dimenticati. Tra le ricerche più significative spiccano quelle sulle aurifodine della Dora Baltea, miniere aurifere sfruttate dai Salassi in epoca preromana e romana. In quell’area di circa ottomila metri quadrati, grazie a un lavoro meticoloso, vennero individuati reperti di grande interesse: tratti di selciato romano, una stele funeraria salassa, resti della cappella di Santa Maria Maddalena risalente al 1156, monete e manufatti oggi custoditi nella chiesa parrocchiale.
Parallelamente, Barengo costruì un corpus di pubblicazioni che rimane testimonianza viva del suo impegno: da Giorgio dei conti di Valperga a Gli antichi giacimenti auriferi della Dora Baltea, da Le stelle negli occhi – memoria dell’emigrazione canavesana – fino a Mazzè terra senza tempo, guida che intreccia storia e identità. Non mancavano incursioni nel fantastico, come Racconti fantastici, arricchito dalle illustrazioni di Anna Actis Caporale, a conferma di una creatività che non conosceva confini.
Il suo lavoro ha alimentato orgoglio e consapevolezza. Molti cittadini hanno potuto conoscere un territorio diverso, fatto non solo di paesaggi, ma di stratificazioni storiche che risalgono al mondo celtico e romano, con leggende come quella della regina Ipa, regina guerriera che secondo le tradizioni popolari abitava quelle terre.
Il sindaco Marco Formia, legato a Barengo da un rapporto di amicizia, lo ha ricordato come un uomo «mosso dal fuoco della passione per la storia e le origini di Mazzè». Ha sottolineato come la sfida ora sia raccogliere il testimone: l’associazione Mattiaca, composta da volontari non più giovanissimi, ha bisogno di nuova linfa per proseguire il cammino tracciato. Il Comune ha già espresso la volontà di patrocinare attività culturali e incontri dedicati alla memoria di Barengo, per stimolare la partecipazione delle nuove generazioni.
Un primo segno concreto arriverà il 12 ottobre, quando nella centrale piazza della Repubblica verrà inaugurata una panchina commemorativa con targa. Sarà collocata accanto alla stele monolitica dell’età del ferro, simbolo di un passato che Barengo aveva raccontato e reso accessibile a tutti. L’iniziativa, promossa da amici e compaesani, non è soltanto un omaggio affettivo ma un invito a guardare con occhi nuovi al paesaggio che ci circonda.
La storia di Livio Barengo dimostra come un singolo cittadino, con passione e dedizione, possa lasciare un segno profondo nel proprio territorio. Le sue scoperte, le pubblicazioni, gli eventi organizzati negli ultimi trent’anni hanno restituito a Mazzè un’identità più ricca, capace di dialogare con la grande storia e con le piccole vicende locali. Ora spetta alla comunità mantenere vivo quel patrimonio, trasformando la memoria in futuro.
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