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10 Settembre 2025 - 14:01
Studenti Pro Pal accampati al Campus Einaudi: "Blocchiamo tutto"
Tende, bandiere palestinesi e kefiah. Il giardino del Campus Einaudi di Torino si è trasformato in un presidio politico. Dalla mattina del 10 settembre, un gruppo di studenti universitari pro Palestina, legati al collettivo Cambiare Rotta, ha dato vita a un’occupazione con tende e striscioni, annunciando una mobilitazione permanente in sostegno alla Global Sumud Flotilla. L’iniziativa nasce in risposta all’appello partito dagli studenti della Sapienza di Roma, già protagonisti nelle scorse settimane di azioni simili.
Il gesto arriva in un momento di forte tensione internazionale. La missione della Flotilla, impegnata a portare solidarietà e aiuti verso Gaza, è stata oggetto di attacchi ripetuti da parte di droni israeliani nelle ultime notti. A Torino, come in altre città italiane ed europee, le notizie provenienti dal Mediterraneo hanno spinto collettivi e realtà studentesche a organizzare manifestazioni di sostegno, in una cornice di proteste diffuse che hanno assunto carattere simbolico ma anche logistico, con accampamenti e presidi fissi.
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Al Campus Einaudi, le tende montate nei giardini diventano così un punto di riferimento non solo per gli universitari che hanno scelto di partecipare, ma anche per simpatizzanti e cittadini interessati a esprimere vicinanza alla causa palestinese. La scelta dell’acampada permanente rappresenta una modalità di protesta che richiama esperienze precedenti, dai movimenti studenteschi degli anni Settanta fino alle più recenti mobilitazioni per il clima e i diritti civili, con un linguaggio visivo fatto di striscioni, cartelli e presenza costante nello spazio pubblico.
La protesta a Torino si inserisce in un mosaico più ampio di mobilitazioni che negli ultimi giorni hanno interessato diversi centri urbani italiani, da Roma a Milano, da Bologna a Napoli. La rete universitaria si mostra dunque capace di reagire in maniera coordinata, facendo del legame tra atenei un elemento di forza nella diffusione del messaggio politico.
In attesa di eventuali sviluppi sul fronte internazionale, la scelta di presidiare stabilmente il Campus Einaudi mette in luce la volontà degli studenti di portare il dibattito dentro l’università, trasformando uno spazio accademico in luogo di confronto politico e di denuncia. Al di là delle appartenenze, il segnale lanciato è chiaro: la questione palestinese continua a mobilitare energie giovanili e a trovare canali di espressione anche nelle città italiane.
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