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10 Settembre 2025 - 10:18
Suonano le campanelle in Piemonte: 9.000 studenti in meno, 250 classi chiuse e... un minuto di silenzio per Gaza
La prima campanella è risuonata ieri mattina in Piemonte, con 535.000 studenti tornati tra i banchi o pronti a viverli per la prima volta. Un rito che si rinnova ogni settembre ma che quest’anno porta con sé numeri e novità che danno la misura dei cambiamenti in corso nel mondo della scuola. A partire dal calo demografico, che pesa: rispetto all’anno scorso si contano 9.000 alunni in meno e 250 classi chiuse. Il fenomeno ha colpito soprattutto il settore privato: 22 istituti paritari non hanno riaperto i cancelli.
L’universo scolastico piemontese è ampio e complesso: 530 istituzioni statali e 651 paritarie, dalle scuole dell’infanzia alle superiori. Ad accogliere gli studenti ci sono 68.301 docenti, di cui oltre 44.000 sulle cattedre comuni e più di 20.000 sui posti di sostegno, storicamente i più critici. Anche quest’anno, infatti, meno della metà di questi posti – 47,2% – è stato assegnato a personale specializzato, seppur in lieve miglioramento rispetto al passato. A rassicurare è però la stabilità del corpo docente: il 98% delle cattedre risulta coperto da insegnanti di ruolo, un dato che segna un punto fermo dopo anni di precariato diffuso. Accanto ai professori lavorano 17.231 tra collaboratori, assistenti tecnici e amministrativi, figure indispensabili per il funzionamento quotidiano delle scuole.
La novità più evidente riguarda però le regole di convivenza: da quest’anno il divieto di utilizzo dei cellulari si estende anche alle scuole superiori, dove sono tornati in classe 179.200 studenti. Una misura destinata a far discutere, ma che risponde alla volontà di ridurre le distrazioni, contenere fenomeni come il cyberbullismo e riportare l’attenzione sul valore della relazione diretta tra docenti e studenti.
Il ritorno in classe non è stato solo un momento organizzativo. Alcuni istituti, tra cui il liceo Alfieri e il Gioberti di Torino, hanno aperto l’anno con un minuto di silenzio per Gaza, un gesto simbolico che ha voluto sottolineare la vicinanza delle comunità scolastiche a chi vive la guerra e ribadire il ruolo della scuola come luogo di educazione alla pace e alla memoria.
Il nuovo anno scolastico piemontese parte dunque con luci e ombre. Da una parte la stabilità delle cattedre e la presenza massiccia di docenti di ruolo, dall’altra la conferma delle criticità sul sostegno e il dato preoccupante della riduzione di studenti e classi. Una fotografia che riflette le dinamiche di un Paese in declino demografico, ma che chiama anche a una riflessione più ampia sul futuro della scuola come presidio educativo, culturale e sociale.
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