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09 Settembre 2025 - 09:25
Maurizio Cieol
È scontro istituzionale a Banchette. I consiglieri del gruppo “Uniti con Voi per Banchette” – Maurizio Cieol, Salvatore Pennisi, Alberto Russo ed Emanuele Splendore – hanno depositato in Comune una mozione con una richiesta precisa: modificare lo statuto comunale per introdurre la figura del Presidente del Consiglio comunale. Una proposta che, in molti altri Comuni, è già realtà.
La proposta non è soltanto un dettaglio tecnico. Secondo i promotori, rappresenta invece un passaggio fondamentale per garantire la correttezza dei lavori consiliari e ristabilire un equilibrio tra poteri che, a loro giudizio, oggi appare compromesso. L’articolo 39 del Testo unico degli enti locali stabilisce infatti che, nei comuni con meno di 15.000 abitanti, la scelta di introdurre un Presidente del Consiglio è facoltativa, mentre diventa obbligatoria per i centri più grandi. A Banchette, con poco più di tremila residenti, lo statuto vigente assegna di fatto al sindaco anche la presidenza del Consiglio.
È proprio questa concentrazione di ruoli a destare le critiche dell’opposizione. “Il Presidente del Consiglio deve essere una figura di garanzia, non legata a un rapporto fiduciario con la maggioranza, e invece oggi a Banchette assistiamo a continui sconfinamenti e forzature”, denunciano i firmatari.
Gli esempi citati non mancano. Il più eclatante, secondo i consiglieri, si è verificato nel consiglio del 23 settembre 2024, quando un’interrogazione rivolta all’assessore Posillipo è stata di fatto monopolizzata dal sindaco, che ha risposto personalmente al posto dell’assessore, sottraendo a quest’ultimo la possibilità di intervenire. Un episodio che, per l’opposizione, dimostra la difficoltà del primo cittadino a distinguere il proprio ruolo politico da quello di garante del corretto svolgimento delle sedute.
Un’altra frattura si sarebbe aperta il 1° agosto 2025, quando nel corso della discussione del punto 4 all’ordine del giorno, letto dal vicesindaco Paola Capra, il sindaco è nuovamente intervenuto in sovrapposizione, limitando il confronto e interrompendo più volte i consiglieri di “Uniti con Voi per Banchette”.
Ancora più grave, a detta dei firmatari, la gestione del consiglio del 30 giugno 2025, quando venne portata in votazione la ratifica di una delibera di Giunta non pubblicata e non consegnata ai consiglieri. Un atto che – sostengono – ha violato le basilari regole di trasparenza, approvato unicamente dai rappresentanti della maggioranza “Insieme per Crescere” e riproposto successivamente al consiglio di agosto. “Quella scelta non era un atto di garanzia ma una decisione squisitamente politica, a discapito del diritto dei consiglieri di conoscere e discutere preventivamente la documentazione”, si legge nella mozione.
Secondo i consiglieri di minoranza, tutti questi episodi non sono semplici incidenti di percorso, ma la spia di un problema strutturale: l’assenza di una figura super partes che regoli i lavori consiliari e tuteli i diritti di tutti i consiglieri, indipendentemente dal colore politico. “Il sindaco è sottoposto al controllo del Consiglio come ogni altro consigliere, ma oggi a Banchette questa regola basilare non viene rispettata. Il risultato è che l’organo di controllo viene influenzato dall’organo controllato”, si legge ancora nel testo.
Con la mozione depositata l’8 settembre, l’opposizione impegna quindi formalmente la giunta a inserire all’ordine del giorno del prossimo consiglio la modifica dello statuto. Si tratta di un passaggio che, se approvato, cambierebbe gli equilibri istituzionali locali, istituendo anche a Banchette un Presidente del Consiglio distinto dal sindaco, con il compito di garantire l’imparzialità e il rispetto delle regole.
La mossa politica dei quattro consiglieri apre dunque una stagione di confronto serrato, che difficilmente lascerà indifferente la maggioranza. Se da un lato la legge consente ancora al Comune di mantenere l’attuale assetto, dall’altro appare evidente che la tensione tra le parti è arrivata a un livello tale da rendere inevitabile un chiarimento. E, soprattutto, a sollevare una questione più ampia: quella della qualità del dibattito democratico e della trasparenza istituzionale in un piccolo comune che, nonostante le dimensioni, si trova oggi al centro di un dibattito che riguarda il rapporto tra maggioranza e opposizione, tra regole e prassi politica.
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