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03 Agosto 2025 - 12:10
Maurizio Cieol
A Banchette, il Consiglio comunale del 30 giugno 2025 ha scritto – parole testuali della minoranza – “la pagina più buia della sua storia”. È durissima infatti la presa di posizione del gruppo consiliare di minoranza “Uniti con Voi per Banchette”, composto da Maurizio Cieol, Salvatore Pennisi, Alberto Russo ed Emanuele Splendore, che torna ad accusare apertamente l’Amministrazione e la maggioranza di “sudditanza” e di “ignoranza delle regole basilari della democrazia”.
Il caso ruota attorno alla ratifica della delibera di Giunta n. 47 del 5 giugno 2025, approvata in Consiglio il 30 giugno senza che la stessa delibera fosse mai stata pubblicata all’albo pretorio, né trasmessa ai consiglieri comunali. Una mancanza formale e sostanziale – secondo la minoranza – che rende “inequivocabilmente illegittima”l’approvazione avvenuta in quella seduta. I consiglieri di “Uniti con Voi per Banchette” hanno infatti dimostrato che l’ultima comunicazione ricevuta dai capigruppo risaliva al 6 giugno, con protocollo 5825, e includeva le delibere n. 44, 45, 46 e 49. Della n. 47, nessuna traccia.
Antonio Mazza
Nonostante l’evidenza dell’irregolarità, nessun consigliere di maggioranza ha preso parola, e il Sindaco – “con un atto di arroganza” – ha messo ugualmente ai voti la ratifica, incassando l’approvazione con il supporto “ignavo” della maggioranza. La minoranza, indignata, ha chiesto la sospensione per consentire le verifiche, ma l’appello è caduto nel vuoto.
Maurizio Cieol, capogruppo di “Uniti con Voi per Banchette”, ha affondato il colpo nel Consiglio riconvocato il 1° agosto – necessario proprio per annullare e riapprovare la delibera, stavolta regolarmente pubblicata – evocando addirittura l’Inferno dantesco per stigmatizzare l’inerzia della maggioranza. “Dante colloca gli ignavi nell’Antinferno perché non degni nemmeno di entrare all’Inferno… hanno vissuto senza infamia e senza lode”, ha declamato Cieol, recitando i celebri versi della Commedia e paragonando i consiglieri che alzano la mano senza leggere e capire a quelle anime nude stimolate da mosconi e vespe.
Ma la denuncia non è solo letteraria. Cieol ha ricordato come l’articolo 10 del Regolamento comunale – che regola il deposito e la consultazione degli atti – sia stato violato, così come il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL), che “non assegna ruoli differenti tra maggioranza e minoranza, ma distingue tra Consiglio, che controlla, e Giunta, che amministra”. In questo caso, secondo l'opposizione, la maggioranza ha fallito completamente il proprio ruolo di controllo.
Il gruppo ha dunque votato contro la ratifica del punto 2 all’ordine del giorno, esprimendo “ferma opposizione a un metodo arrogante e illegittimo”.
Non finisce qui. Sempre nel Consiglio del 1° agosto, i toni si sono scaldati anche su un altro punto, quello relativo all’istituzione del servizio di fornitura pasti per persone non in grado di provvedere autonomamente. Qui il gruppo di minoranza ha scelto l’astensione, motivata dalla “scarsa chiarezza e dai gravi limiti nel metodo adottato”.
Nel dettaglio, la delibera contiene una tabella di punteggi per l’ammissione al servizio, con criteri ritenuti inaccettabili dalla minoranza. “Abbiamo chiesto spiegazioni, ma ci sono state date solo risposte farfuglianti. Forse non erano nemmeno loro a conoscenza del contenuto della delibera”, si legge nel comunicato del gruppo. Il criterio dell’età anagrafica – incluso tra i parametri per accedere al pasto – viene bollato come discriminatorio, perché “se si dimostra l’impossibilità di cucinare e si rientra nella soglia ISEE, si deve avere diritto al servizio. Punto”.
Ma la parte più controversa è un passaggio della delibera che recita: “Ritenuto di demandare alla Giunta comunale la possibilità di prevedere la compartecipazione alla spesa per particolari situazioni di disagio economico”. Per la minoranza, questa delega generica alla Giunta è pericolosa, perché apre la porta a decisioni discrezionali che potrebbero portare a “abusi, ingiustizie e contenziosi”. “Una Giunta non può decidere a sua discrezione chi deve pagare e quanto. È un principio inaccettabile e giuridicamente impugnabile”, sostengono.
A tutto questo si aggiunge anche l’ennesima negazione della parola, episodio che ha visto protagonista il consigliere Alberto Russo, a cui – denuncia il gruppo – non è stato concesso di intervenire sul punto. “Aveva chiesto la parola, ma il presidente del Consiglio ha chiuso frettolosamente la discussione e ha approvato il punto senza ascoltare la voce dell’opposizione”.
Il bilancio della seduta, per il gruppo “Uniti con Voi per Banchette”, è chiaro: “Molto confusione e poca chiarezza, come al solito”. Ma anche una ferma determinazione a non rimanere in silenzio: “Continueremo a denunciare pubblicamente ogni scorrettezza, ogni abuso, ogni arroganza. Perché il Consiglio comunale è la casa della democrazia, non il salotto privato di chi comanda”.
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