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Cronaca

Un anno senza Gianni Canavera inghiottito dall'Orco durante una piena e mai ritrovato

Ad un anno dalla scomparsa, celebrata una messa nella sua azienda a San Francesco al Campo, poi è stato benedetto un cippo commemorativo sull’Orco

Gianni Canavera  disperso dal 5 settembre 2024

Gianni Canavera disperso dal 5 settembre 2024

Il tempo, quando manca qualcuno, somiglia a un fiume in piena: scava, travolge, lascia segni profondi. Nel Ciriacese e nel Canavese il nome di Gianni Canavera evoca lavoro, fiducia e senso della comunità. Da quel 5 settembre, quando il trattore con cui lavorava lungo l’Orco si è ribaltato, di lui non si sono più avute notizie. Dodici mesi dopo, resta il dolore composto della famiglia e il ricordo di una vita spesa tra campi, boschi e argini.

Ufficialmente disperso dal 5 settembre di un anno fa, Giovanni “Gianni” Canavera aveva 58 anni. Imprenditore agricolo, nativo di Corio, era molto conosciuto in tutto il Ciriacese e il Canavese anche per la sua attività di pulizia dei corsi d’acqua. Gestiva la “Canavera Legnami” di via Lombardore a San Francesco al Campo ed era considerato un punto di riferimento per lavori in aree verdi e sponde fluviali.

Quella mattina Gianni si era recato a Feletto con il figlio Michael e altri collaboratori per un intervento di disboscamento in riva all’Orco, un lavoro già affrontato molte volte. Poche ore prima Arpa Piemonte aveva emesso un’allerta arancione per maltempo su gran parte della Regione: una soglia che segnala possibili criticità e invita alla massima prudenza. La pioggia è poi caduta copiosa anche in Canavese, e il torrente ha iniziato a ingrossarsi rapidamente. Intorno alle 10.30 il trattore guidato da Gianni si è ribaltato nel corso d’acqua. Da quel momento di lui si sono perse le tracce.



Sono scattati immediatamente i soccorsi. Vigili del fuoco e Protezione civile hanno setacciato per giorni il territorio lungo il corso dell’Orco, fino a Chivasso, impiegando sommozzatori e droni. Un impegno continuo, purtroppo senza esito.

A casa Canavera il dolore è rimasto sempre misurato, dignitoso. La moglie Laura Possio e i figli Michael, Pamela e Roberta hanno scelto il silenzio: “Vi chiediamo rispetto, preferiamo non dire nulla…”, hanno fatto sapere, declinando interviste e appelli pubblici. Una posizione che merita ascolto, perché il lutto – anche quando non è formalmente riconosciuto – è un cammino intimo.

La messa di suffragio è stata celebrata questa mattina, sabato 6 settembre, alle 10, presso la ditta “Canavera Legnami” di via Lombardore. A seguire, familiari e amici raggiungeranno Feletto, dove, nei pressi del torrente Orco, è stato realizzato un cippo che verrà benedetto. Un segno discreto, posato là dove il lavoro di Gianni si intrecciava con l’acqua e con la terra.

In Italia la dichiarazione di morte presunta arriva, in via generale, dopo dieci anni dalla scomparsa, termine che può essere ridotto in circostanze particolari. Oggi, però, per le autorità Gianni risulta “disperso”: la realtà amministrativa resta sospesa, mentre quella affettiva ha già scolpito un’assenza.

Il ricordo di Gianni, stimato professionista e “gran lavoratore”, vale anche come impegno collettivo a rendere più sicure le attività lungo i nostri torrenti.

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