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03 Settembre 2025 - 17:21
Una delle tante perdite in città
Una residente costretta a salire a piedi, con 35 gradi all'esterno e con la spesa in mano. A distanza di più di 20 giorni, ritorna a far discutere la vicenda di via Maria Goretti, a San Mauro Torinese. Dopo la denuncia della cittadina, Smat – la società idrica– ha inviato la sua replica ufficiale mercoledì 3 settembre.
La società chiarisce la natura dei lavori: sono stati sostituiti circa 70 metri di condotta, posata una nuova tubazione in ghisa sferoidale e rifatte quattro prese di utenza. Un intervento che Smat rivendica come necessario, motivandolo con la vetustà della rete e con le particolari condizioni orografiche della collina, dove le pressioni in partenza sfiorano i dieci bar.
La società ha anche ricordato che i lavori, iniziati l’11 agosto, si sono conclusi il 21, con un giorno di anticipo rispetto a quanto previsto dall’ordinanza comunale. Secondo quanto da loro riportato, in risposta ai dubbi sollevati dalla cittadinanza, durante il cantiere sarebbe sempre stato garantito l’accesso pedonale, mentre la viabilità veicolare è stata regolata da piastre metalliche pronte per i mezzi di soccorso. Inoltre, Smat sostiene di aver messo a disposizione un mezzo in grado di trasportare urgentemente persone e beni oltre l’area dei lavori, minimizzando i disagi. Infine, viene precisato che gli avvisi alla cittadinanza erano stati affissi “con congruo anticipo”.
Tutto bene, allora? Non proprio. Perché se i toni della replica cercano di smorzare le polemiche, la sostanza dei problemi resta la stessa, ed è stata denunciata non solo dai cittadini, ma anche dal Comune di San Mauro nei mesi scorsi.
Sede Smat
La realtà, raccontata dai residenti e riportata sui social e al nostro giornale, è stata ben diversa. Per dieci giorni interi, la via che si arrampica sulla collina è rimasta chiusa dalle 8 alle 18, costringendo chi vive lungo quella strada a muoversi solo a piedi sotto un sole implacabile, tra cui anziani rimasti in città, borse della spesa alla mano.
Il racconto dei cittadini ha messo in evidenza una distanza profonda tra le esigenze quotidiane delle persone e la gestione tecnica dei lavori. Da un lato c’è una società che sottolinea procedure, ordinanze e piani di sicurezza. Dall’altro ci sono famiglie che, anche solo per fare una commissione o portare fuori i rifiuti, si sono trovate in una situazione che molti hanno definito di "reclusione forzata".
Ma la vicenda di via Goretti è soltanto l’ultimo tassello di una questione più ampia: quella delle condotte idriche di San Mauro, che da anni sono fonte di perdite, guasti e rattoppi continui. Già ad aprile avevamo raccontato di via Vercelli trasformata in un acquitrino per settimane, con l’acqua che zampillava dall’asfalto come un piccolo geyser. E sempre allora, lo stesso Comune aveva puntato il dito contro Smat, accusandola di procedere sempre con sostituzioni a tratti ridottissimi.
Il consigliere comunale Marco Bongiovanni aveva denunciato pubblicamente il metodo: «Smat fa interventi solo a pezzi. Ci sono tratti di tubi con trenta o quaranta riparazioni, ma dopo pochi giorni si rompono di nuovo». Una logica che sembra destinata a non risolvere mai il problema alla radice, ma solo a rimandarlo di qualche settimana, moltiplicando i costi e lasciando i cittadini ostaggio di nuove perdite.
C’è poi la questione economica. Ogni rattoppo, secondo fonti vicine al Comune, costa tra i 1000 e i 2000 euro. Se queste operazioni vengono ripetute decine di volte sullo stesso tubo, il conto finale diventa insostenibile e, inevitabilmente, a pagarlo sono i cittadini attraverso le bollette. In un periodo in cui tutti parlano di risparmio idrico e di crisi climatica, appare contraddittorio che sia proprio la società incaricata della gestione dell’acqua pubblica a perpetuare una strategia inefficiente, che porta sprechi e danni ambientali.
Il Comune, dal canto suo, non ha la possibilità di usare fondi di bilancio per sostituire le condotte, che sono di competenza Smat. Ma può fare pressione politica, come ha dimostrato in passato, chiedendo a più riprese interventi strutturali. La sensazione diffusa, però, è che il peso delle proteste si perda tra i livelli burocratici di una grande società che, a fronte di guasti continui, continua a difendere la bontà del proprio operato.
La risposta di Smat, dunque, non chiude la polemica. Il nodo principale resta quello già denunciato dal Comune di San Mauro: la sostituzione delle condotte a tratti, un metodo che non elimina le perdite ma le sposta semplicemente un po’ più in là, con l’effetto di lasciare le strade cittadine in un perenne stato di cantiere e i cittadini sempre più esasperati.
La vicenda di via Goretti non è dunque solo una questione di disagio temporaneo, ma il simbolo di un sistema che fatica a garantire un servizio efficiente e rispettoso dei cittadini. E, alla luce della replica Smat, la domanda resta la stessa che molti si pongono da mesi: quanto ancora si dovrà aspettare prima che le tubature vengano sostituite in modo definitivo e non con interventi a macchia di leopardo?
Una delle tante perdite a San Mauro Torinese
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