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02 Settembre 2025 - 11:22
Marco Dibenedetto aveva 52 anni
Sarà un momento dal forte valore simbolico, quello in programma giovedì 11 settembre alle ore 13 nella Casa dei Giornalisti di palazzo Ceriana Mayneri, a Torino. Nell’ambito della tradizionale cerimonia di consegna delle tessere alle nuove e ai nuovi iscritti all’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, verrà infatti riconosciuta una tessera alla memoria a Marco Dibenedetto, scrittore, giornalista, educatore e psicoterapeuta, scomparso improvvisamente il 31 luglio 2024 a soli 52 anni.
La decisione è stata assunta dal Consiglio dell’Ordine per dare forma concreta a un tributo che va oltre la burocrazia, restituendo dignità professionale a un uomo che, pur avendo già avviato le pratiche di iscrizione, non ebbe il tempo di completarle. "Si tratta di un gesto con il quale vogliamo rinnovare il ricordo di un collega che ha dato molto alla professione a partire da quella stampa locale che rappresenta un presidio insostituibile sul nostro territorio", ha spiegato il presidente Stefano Tallia. "Un riconoscimento al suo lavoro, al suo impegno e anche un incoraggiamento alle decine di colleghe e colleghi che quotidianamente illuminano le periferie".
La figura di Marco Dibenedetto resta impressa nella memoria collettiva per la sua poliedricità. Nato come psicoterapeuta, capace di affrontare disturbi della personalità e al tempo stesso impegnato come insegnante alla scuola alberghiera Colombatto, aveva saputo declinare le sue passioni in molteplici direzioni. La scrittura era quella dominante, coltivata con talento e costanza, sia attraverso la pubblicazione di romanzi noir sia nella collaborazione con diverse testate giornalistiche, tra cui anche La Voce nell'edizione di Settimo Torinese, dove raccontava eventi culturali e la vita associativa della città adottiva.

Il suo stile narrativo lo aveva imposto nel panorama del giallo italiano. Fondatore del collettivo TorinoNoir, aveva contribuito a rilanciare il genere in chiave metropolitana, inserendo i delitti e le indagini in scenari riconoscibili della vita piemontese. Non mancava mai una vena di ironia, affidata a personaggi talvolta buffi e pasticcioni, che rendeva le sue pagine più leggere e vicine al lettore. Tra le opere più note si ricordano la serie dell’ispettore Rubatto, “Porta Palazzo in noir”, “Il Po in noir”, “Montagne in noir” e “L’Assassino di Giocattoli”. L’ultimo romanzo, “Hanno ucciso il mio psicologo”, uscito pochi mesi prima della sua morte, era ambientato proprio a Settimo Torinese, segno di un legame ormai profondo con quella comunità che lo aveva accolto e riconosciuto come voce autorevole.
La sua scomparsa, improvvisa e drammatica, aveva lasciato sgomenti familiari, amici e lettori. Nella serata del 31 luglio 2024, a soli 52 anni, un malore mentre era alla guida aveva interrotto bruscamente un percorso umano e professionale che sembrava avere ancora molto da dare. Lascia la moglie Stefania e il figlio Ivan, ai quali oggi l’Ordine riconosce non soltanto un atto simbolico, ma la testimonianza che l’opera di Marco continua a vivere.
Molti ricordi sono affiorati subito dopo la sua morte, con decine di messaggi diffusi sui social. Colleghi e scrittori lo hanno descritto come un uomo di gentilezza e generosità rare, sempre disponibile, sempre con un carattere solare e aperto. Tra le voci più commosse, quella della scrittrice Patrizia Durante: «Sono senza parole e provo un grande dolore. Chi ha conosciuto Marco sa quanto fosse gentile, generoso e disponibile. Ciao eterno ragazzo, rimarrai nel mio cuore».
La cerimonia di giovedì 11 settembre non sarà soltanto l’atto formale di consegnare una tessera. Sarà la conferma che il giornalismo locale, quello che Marco aveva abbracciato con passione e serietà, resta un pilastro fondamentale per il racconto del territorio. E sarà soprattutto l’occasione per ricordare un uomo che aveva fatto della scrittura, in tutte le sue forme, il centro della propria esistenza.
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