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Carceri, OSAPP attacca il Governo Meloni: «1.182 euro a detenuto, agenti senza straordinari pagati»

Il segretario generale Leo Beneduci denuncia fondi mal distribuiti e sicurezza assente

Carceri, OSAPP attacca il Governo Meloni: «1.182 euro a detenuto, agenti senza straordinari pagati»

Leo Beneduci, Segretario Generale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria), lancia una dura accusa contro le recenti scelte del Governo in materia penitenziaria, dopo lo stanziamento di 74 milioni di euro per progetti di formazione rivolti ai detenuti, tra i quali molti stranieri irregolari destinati all’espulsione una volta scontata la pena. «Sulla base dei dati aggiornati al 31 luglio 2025, con 62.569 detenuti presenti negli istituti penitenziari italiani, il calcolo è impietoso: ogni detenuto avrebbe diritto, in media, a 1.182 euro in progetti formativi, orientamento e housing sociale, termine che indica alloggi temporanei e assistenza abitativa».

«Siamo di fronte all’ennesima dimostrazione di una politica incoerente e completamente scollegata dalla realtà carceraria, dove la mano destra non sa quello che fa la mano sinistra», dichiara il sindacalista. «Da una parte agenti di Polizia Penitenziaria che lavorano in condizioni impossibili, con turni massacranti e senza vedere un euro per le prestazioni straordinarie svolte dopo il servizio ordinario e il cui pagamento sarebbe obbligatorio ma che, di fatto, è diventato impossibile per l’esaurimento delle risorse a cinque mesi dalla conclusione dell’anno; dall’altra si sprecano decine di milioni in progetti di facciata che non porteranno a nessun risultato concreto».

Il sindacalista ricorda che l’articolo 2 del regolamento penitenziario stabilisce come la sicurezza rappresenti la condizione essenziale per la realizzazione delle finalità del trattamento. «Il Governo sta introducendo progetti che prevedono l’uso di alcol, attrezzi e strumenti potenzialmente pericolosi in un contesto dove manca la sicurezza di base», denuncia il leader dell’OSAPP.

«Secondo l’analisi dei documenti ministeriali, i fondi sono distribuiti su base regionale: 16 milioni alla Sicilia, 12 milioni alla Campania, 10 milioni alla Puglia, 6 milioni ciascuno a Lombardia e Sardegna, cifre minori alle altre regioni. Tutti destinati a percorsi di orientamento, formazione professionale e housing sociale per soggetti che, nella maggior parte dei casi, parteciperanno solo per riempire il tempo, ma che non potranno restituire nulla allo Stato che investe, essendo numerosissimi i ristretti destinati a lasciare il Paese almeno sulla carta».

«È una politica schizofrenica – incalza Beneduci – in cui si annunciano interventi, ad esempio riguardo alla necessità che gli irregolari scontino le condanne nei Paesi d’origine e poi si fa l’esatto contrario. Laboratori enogastronomici, come se non bastasse la grappa artigianale già prodotta in carcere; sartoriali, per dare forbici a soggetti autolesionisti e violenti; falegnameria, con martelli, chiodi e seghe a disposizione di persone che aggrediscono il personale di Polizia e che, magari, una volta scontata la condanna verranno accompagnate alla frontiera. È pura propaganda sulla pelle di chi lavora davvero nel sistema penitenziario».

L’OSAPP sottolinea che, nel frattempo, la polizia penitenziaria nelle sezioni detentive è costretta ad operare in condizioni critiche, con organici ridotti, assenza di strumenti e carenza di risorse strutturali. I fondi, denuncia il sindacato, avrebbero potuto essere destinati alla difesa legale dei poliziotti, spesso soggetti a procedimenti penali pluriennali che nella maggior parte dei casi si concludono con assoluzioni, all’acquisto di dispositivi di sicurezza e di armi non letali come taser e spray al peperoncino, nonché alla formazione di personale che oggi affronta risse, aggressioni, danneggiamenti, tossicodipendenze e gravi disturbi psichiatrici dopo soli quattro mesi di corso.

«Non è solo una questione economica», conclude Beneduci. «È una questione di rispetto per chi ogni giorno mette a rischio la propria incolumità per garantire la sicurezza e la legalità nelle carceri. Quei 74 milioni dovrebbero essere utilizzati per migliorare le condizioni di lavoro del personale e invece vengono buttati in progetti che sanno più di marketing che di seria politica penitenziaria».

L’OSAPP chiede al Governo un immediato cambio di rotta: prima la sicurezza del personale e delle infrastrutture penitenziarie, poi tutto il resto.

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