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08 Agosto 2025 - 14:31
Palestina, passano due mozioni in Canavese ma i voti favorevoli sono pochi
Nel tardo pomeriggio di mercoledì 30 luglio a Cuorgnè si è votato un ordine del giorno per chiedere al governo il riconoscimento dello Stato di Palestina. Poche ore più tardi, in serata, una votazione analoga avveniva a Pont. La proposta arrivava in entrambi i casi dai banchi dell’opposizione: a Cuorgnè da sinistra, a Pont da destra, vale a dire dal gruppo <Noi per Pont> di Bonatto e Costa.
Il contenuto, tuttavia, era il medesimo: presa d’atto di una situazione umanitaria insostenibile e decisione di schierarsi dalla parte dei più deboli. In entrambi i casi la delibera è passata, ma con una differenza sostanziale: a Cuorgnè avevano votato a favore tutta l’opposizione e tutti gli esponenti della giunta presenti (mancava l’assessore Ambrosio) oltre a un consigliere semplice.
A Pont si sono espressi per il Sì solo in cinque: Costa e Bonatto, ovviamente, e tre esponenti della maggioranza, ovvero il vicesindaco Mattia Macrì e i consiglieri Pecolatto e Turigliatto. Gli altri sei si sono astenuti: Coppo, Boetto, Faletti, Gallo Lassere, Perono Garoffo, Valle. Quanto al secondo gruppo di opposizione, quello di <Per un Paese Vivo>, Moreno Riva si è astenuto mentre Giovanni Costanzo è addirittura uscito dall’aula. Nonostante il prevalere delle astensioni, i cinque voti favorevoli – in base al Regolamento – sono stati sufficienti perché il documento venisse approvato.
Ad illustrare la proposta era stato Raffaele Costa, dirigente nazionale del movimento <Indipendenza> di Gianni Alemanno, affermando: «È sotto gli occhi di tutti – senza voler nascondere la testa a mo’ di struzzo – che a Gaza è in atto una crisi umanitaria inimmaginabile, una delle più gravi emergenze del nostro tempo. Milioni di persone vivono senza accesso ai servizi essenziali, in condizioni di estrema insicurezza alimentare e sotto la costante minaccia della violenza. Le vittime sono già oltre 60.000, circa un terzo dei quali bambini, e sono numeri che non possono lasciare indifferenti. Attraverso una mobilitazione capillare sul territorio nazionale, i consiglieri comunali del nostro movimento stanno promuovendo quest’ordine del giorno che non è solo un atto politico ma di coscienza. È un messaggio al governo israeliano perché ponga fine alle ostilità e a quello italiano perché riconosca il principio dei due stati, che il nostro Paese ha sempre sostenuto e che lo stesso Papa Francesco condivideva: due stati, nessuno dei quali deve minacciare l’esistenza dell’altro. Riconoscere la Palestina non è scelta di destra o di sinistra ma un dovere morale e civile. Credo fermamente che anche una piccola comunità come la nostra possa contribuire a generare cambiamenti significativi».
A questo atteggiamento si è contrapposto quello del sindaco Paolo Coppo: «L’impegno che ho assunto verso i cittadini è di amministrare e non di prendere una posizione politica su un tema che non conosco. La proposta di ordine del giorno è scritta da un movimento politico e va bene; l’ho portata in consiglio per rispetto verso il suo promotore ma ciò che richiede è al di sopra delle competenze di un semplice amministratore per cui il mio voto sarà di astensione. Poi ognuno è libero di decidere come crede».
Ha quindi puntualizzato: «Se la delibera verrà approvata, delego i firmatari ad attivarsi per porre in atto le richieste: si chiede che il sindaco assuma iniziative nei confronti dei primi cittadini e delle amministrazioni della provincia di Torino. Ma sono 350! È un lavoro che i nostri uffici non potrebbero sostenere». Assai simile l’atteggiamento del secondo gruppo di opposizione, con Costanzo che ha dichiarato: «Come coordinatore di Forza Italia per Pont e Valli, condivido quanto ha detto il ministro degli Esteri Tajani: prima si deve fare la pace, poi verrà il riconoscimento dello Stato di Palestina. L’approvazione della Francia a cos’è servita?»
In perfetta sintonia con il sindaco, ha proseguito: «Queste cose non si discutono in ambito comunale. Spetta allo Stato decidere, i Comuni hanno già tanti problemi di cui occuparsi! Non è la sede giusta e pertanto non parteciperò al voto». Costa ha ripreso la parola per «due piccole precisazioni. La prima è che la Francia non ha ancora riconosciuto lo Stato di Palestina: ha annunciato che lo farà. Qual è il senso del riconoscimento? Che in questo modo si permetterebbe all’Autorità Palestinese di sedersi nei consessi internazionali. Quanto al fatto che gli amministratori dei piccoli comuni non possano prendere posizione e debbano mettere la testa sotto la sabbia, dissento completamente. Sento dire cose come “Non c’interessa” o “Non sono in grado”. Stiamo scherzando? Lo trovo aberrante».
Dal canto suo, Bonatto ha annunciato che proporrà il documento al prossimo consiglio dell’Unione Montana.
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