Cerca

Attualità

Amianto nell’ex ospedale: slittano i lavori per Casa e Ospedale di Comunità

La ASL To4 sapeva ma ha comunicato con ritardo: cronoprogramma rivisto

Amianto nell’ex ospedale: slittano i lavori per Casa e Ospedale di Comunità

Amianto nell’ex ospedale: slittano i lavori per Casa e Ospedale di Comunità

I lavori per la Casa di Comunità e per l’Ospedale di Comunità di Castellamonte non si concluderanno entro i termini previsti dal PNRR. La colpa è dell’amianto rinvenuto nell’edificio destinato ad ospitarli: l’ex-ospedale costruito alla fine degli Anni Settanta e che da tempo non viene più utilizzato come tale.

La conferma dello slittamento – se ce ne fosse stato bisogno – è arrivata dopo il vertice tenutosi nei giorni scorsi fra il direttore generale dell’ASL To4 Luigi Vercellino e i dirigenti del Servizio Tecnico-Patrimoniale: il direttore Andrea Fiorillo; Andrea Mingone e Laura Tapparo, coordinatrice del gruppo di lavoro.

Era presente anche Domenico Gabriele, presidente e direttore tecnico della Sertec Engineering Consulting s.r.l., la società esterna incaricata di monitorare i cantieri. Nel fare il punto sull’andamento generale dei lavori nell’intera ASL, si è parlato ovviamente anche di Castellamonte ed è stato precisato che in un primo momento aprirà solo la Casa di Comunità mentre l’Ospedale di Comunità troverà una collocazione provvisoria a Cuorgnè.

L'ex ospedale di Castellamonte (dall'archivio)

La notizia che nell’edificio era stata rinvenuta la pericolosissima sostanza risale alla primavera del 2024 quando, con molta cautela (per non dire reticenza) ne era stata comunicata la presenza nei pavimenti dei locali utilizzati dalla Guardia Medica. In seguito lo si era trovato anche nel mastice degli infissi e si era reso necessario bonificare l’intera parte vecchia del complesso.

Nel gennaio di quest’anno risultava completata la bonifica del secondo piano ma nel resto dell’edificio è continuata fino ad ora. Va da sé che i lavori veri e propri devono ancora iniziare: altro che concluderli entro dicembre! Prima di Ferragosto verrà completata la demolizione delle pareti interne ma, con l’inevitabile interruzione per le ferie, i veri e propri interventi di risistemazione slitteranno a settembre.

Dovrebbero terminare esattamente un anno più tardi mentre qualche mese fa il cronoprogramma della stessa ASL parlava del novembre 2026. Il ritardo è più che comprensibile se si pensa ad un intoppo imprevisto. È il concetto di imprevedibilità a risultare incongruo. L’edificio risale alla fine degli Anni Settanta, quando l’utilizzo dell’amianto imperava un po’ in tutti i campi dell’edilizia, dai famigerati tetti in eternit alle canne fumarie, alle tubazioni, ai pavimenti. Sarebbe stato così difficile immaginarne la presenza?

Se nelle costruzioni d’Anteguerra lo si ritrova a causa delle ristrutturazioni successive, in quelle fra gli Anni Cinquanta e metà Anni Ottanta, come già detto, è una presenza pressoché scontata. Evidentemente c’è un vuoto normativo: forse sarebbe il caso di prevedere per legge che negli interventi sugli edifici di quell’epoca si parta dal presupposto che la bonifica debba essere fatta e quindi prevista nei calendari dei lavori e negli impegni di spesa. Se poi si scoprisse che l’amianto non c’è, tanto di guadagnato, in termini di rapidità e di costi! Oggi invece avviene il contrario.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori