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24 Giugno 2025 - 10:19
Sette nuovi satelliti per osservare la Terra: il progetto IRIDE prosegue tra usi civili e difesa europea. In foto: David Avino, CEO di Argotec, e il rendering di un satellite
Argotec, l'azienda aerospaziale fondata da David Avino con sede a San Mauro Torinese, ritorna al centro della scena internazionale. Alle 23:25 ora italiana del 23 giugno, dalla base di Vandenberg, in California, un razzo Falcon 9 di SpaceX – azienda di Elon Musk – ha portato in orbita sette satelliti HEO per la costellazione italiana IRIDE, segnando un primato europeo: è la prima volta che vengono lanciati simultaneamente sette satelliti appartenenti a una stessa costellazione istituzionale. Il progetto è frutto della collaborazione tra Governo italiano, ESA (che lo coordina), ASI e l’azienda torinese Argotec, che ha costruito i satelliti in tempi record.
L’iniziativa è finanziata con oltre un miliardo di euro, in gran parte derivanti dai fondi del PNRR. IRIDE si configura come una “costellazione di costellazioni”, pensata per monitorare eventi naturali, studiare i cambiamenti climatici e mappare infrastrutture critiche. I satelliti HEO appena lanciati si aggiungono a Pathfinder, partito lo scorso 14 gennaio, che ha già restituito la prima immagine: una veduta del centro di Roma.
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La foto di Roma
«È una grande soddisfazione assistere a un nuovo lancio così complesso», ha commentato David Avino, CEO di Argotec. Ha sottolineato che la realizzazione dei sette satelliti ha richiesto uno sforzo logistico e tecnologico moltiplicato per sette, reso possibile dal modello all-in-house dello SpacePark. Entro il 2026, Argotec conta di realizzare fino a 25 satelliti, tutti dotati di sensori multispettrali in grado di raccogliere immagini nel visibile e nel vicino infrarosso.
Anche Simonetta Cheli, direttrice dei programmi di Osservazione della Terra dell’ESA, ha parlato di «un passo importante per IRIDE», sottolineando il valore della collaborazione tra istituzioni e industria. Ha ricordato che questa costellazione sarà solo la prima di una serie e che sono in arrivo altri lanci con tecnologie diverse, destinate a rafforzare la capacità dell’Italia e dell’Europa nel campo dell’osservazione terrestre.
«Comincia a prendere forma in orbita la costellazione IRIDE», ha dichiarato anche Teodoro Valente, presidente dell’ASI. Secondo lui, l’impatto sarà determinante sia per la ricerca ambientale, sia per il consolidamento della filiera spaziale italiana, capace di operare su progetti sfidanti e in tempi ristretti. Il successo di questo lancio conferma la centralità strategica del programma e apre la strada ai prossimi moduli, che verranno completati entro le scadenze del PNRR.
Uno dei satelliti di Argotec
I microsatelliti sviluppati dall’azienda non sono soltanto strumenti di osservazione ambientale, ma – come illustrato dagli stessi vertici di Argotec – rappresentano un potenziale asset per la sicurezza e la difesa europea, in un contesto segnato da nuove tensioni geopolitiche e da un’urgenza crescente di autonomia tecnologica.
Lo ha sottolineato il CEO Avino, intervenuto all’Europarlamento nel corso della tavola rotonda “EU Programmes for Space and Defence”. L’appello è stato chiaro: servono finanziamenti europei più rapidi, inclusivi e accessibili per le PMI più innovative del comparto spaziale. In particolare, Avino ha indicato il modello IRIDE – con satelliti pronti e lanciati in soli 18 mesi – come esempio concreto di efficienza produttiva applicabile anche al settore della difesa, grazie a piattaforme modulari, multispettrali e impiegabili in ambito dual use.
Il know-how accumulato da Argotec nel settore dell’orbita bassa e delle missioni di deep space è ora pronto a essere messo al servizio dell’autonomia strategica dell’Unione Europea, non solo per tutelare il pianeta, ma anche per rafforzare le capacità operative nel settore dell’intelligence, delle telecomunicazioni, del monitoraggio tattico e delle crisi ambientali e militari.
Un segnale forte in questa direzione è arrivato anche a San Mauro Torinese, nello SpacePark, dove ha sede Argotec. Il 14 marzo scorso, in un clima di riservatezza e grande attenzione istituzionale, la premier Giorgia Meloni ha visitato personalmente lo stabilimento, accompagnata da uno staff ristretto e da un generale dell’Esercito, confermando l’interesse del Governo per le applicazioni strategiche del programma.
La visita si è svolta a porte chiuse, ma il CEO David Avino non ha nascosto la propria soddisfazione: «Sono molto felice di ricevere il Primo ministro. È un momento importante per Argotec, a testimonianza dell’innovazione e degli investimenti sul made in Italy. Qui entra l’alluminio ed escono i satelliti». Meloni ha voluto toccare con mano ogni fase del processo produttivo, dialogando direttamente con i giovani ingegneri, chiedendo dettagli su elettronica, informatica, termica e gestione del dato. Ha anche lasciato in dono una bandiera italiana nel cofanetto ufficiale della Presidenza del Consiglio, simbolo di un riconoscimento chiaro alla filiera industriale torinese.
Lo SpacePark, ricavato negli spazi di una ex-cartiera progettata da Oscar Niemeyer, rappresenta oggi un centro nevralgico della nuova space economy europea: dalla progettazione al lancio, tutto avviene in loco. E con due succursali già attive negli Stati Uniti, Argotec si prepara a scalare i mercati globali mantenendo base operativa e capitale interamente italiani.
Nel frattempo, altre realtà si muovono sul territorio. A Settimo Torinese, ad esempio, è in arrivo Space Industries, un nuovo impianto per la produzione di satelliti conto terzi. Il segnale è chiaro: il Piemonte si candida a diventare il cuore produttivo della nuova industria spaziale europea, in grado di coniugare alta tecnologia, rapidità e adattabilità.
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Il lancio del razzo
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