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04 Agosto 2025 - 11:10
Piemonte da record: quasi 2,9 milioni di turisti in sei mesi e boom dagli USA
Il Piemonte turistico non è mai stato così forte. I numeri del primo semestre 2025 certificano una crescita solida, trasversale, strutturale. Non più solo mete di nicchia per palati raffinati, ma destinazioni di massa con una qualità da boutique. Nei primi sei mesi dell’anno sono arrivati 2,87 milioni di turisti, per un totale di 7,7 milioni di pernottamenti: un incremento del 2,2% sugli arrivi e del 5,3% sulle presenze rispetto allo stesso periodo del 2024. Ma a colpire di più sono la composizione e il comportamento dei visitatori: più internazionali, più propensi a spendere, più soddisfatti e con soggiorni più lunghi.
A trainare il flusso sono ancora una volta le colline di Langhe e Monferrato, con i loro vini, i borghi silenziosi, gli agriturismi eleganti e la cultura materiale che ha il profumo del tartufo. Ma il dato più sorprendente è l’aumento del 20% degli arrivi dagli Stati Uniti: un’esplosione di interesse che proietta il Piemonte tra le mete europee più desiderate dagli americani, complici le campagne di promozione mirate e il passaparola online. In crescita anche i turisti da Spagna (+10%) e Scandinavia (+5%), mentre resistono – pur con una lieve flessione – Germania, Francia e Regno Unito. Il mercato estero nel complesso segna un +2,4% negli arrivi e un +4,4% nei pernottamenti.
Ma non è solo una questione internazionale. Il turismo italiano conferma la propria centralità, sia in arrivo (+2,1%) che in presenze (+6,2%), con la Lombardia in testa (+5,6% gli arrivi, +7,7% le notti), seguita da Lazio, Veneto ed Emilia-Romagna. La media dei pernottamenti per visitatore passa da 2,6 a 2,7 notti, segno di una maggiore attrattività e capacità di trattenere i viaggiatori.
Nel dettaglio, la montagna cresce del 14% nelle presenze. Merito anche delle valli olimpiche, dei 400 chilometri di piste da sci e della rinascita dell’offerta outdoor estiva, tra trekking, ciclovie, rifugi e gastronomia alpina. Le colline, già fiore all’occhiello della promozione regionale, fanno segnare un +6,6%, mentre Torino e la sua prima cintura urbana crescono del 3,3%: una conferma che il capoluogo non è solo passaggio, ma anche destinazione. I grandi eventi fanno la differenza: dalle ATP Finals al Salone del Libro, passando per le mostre del Museo Egizio e del MAUTO, gli spettacoli del Regio e la vitalità del Parco del Valentino.
Un altro indicatore significativo riguarda la spesa media per turista, che segna un incremento del 4,2%, con un totale di oltre 400 milioni di euro in più rispetto al 2024. I dati raccolti dall’Osservatorio Turistico Regionale parlano chiaro: la collina è l’area in cui si spende di più, con picchi di oltre 200 euro a persona nei mesi di gennaio e febbraio. I laghi, in particolare tra giugno e luglio, raggiungono una media di 170 euro a testa, mentre la montagna tocca quota 180 euro in alta stagione invernale. Il profilo del turista medio si è evoluto: è più esigente, più attento alla qualità, disposto a spendere, ma anche pronto a recensire.
Lo conferma anche Silvio Carletto, presidente di Visit Piemonte: “Oltre ai numeri vanno considerate anche le recensioni online, che premiano la crescita qualitativa dell’offerta e la professionalità degli operatori. Il sentiment medio – cioè l’indice di soddisfazione – risulta superiore alla media nazionale”. I punti d’interesse censiti sono 5.100 in tutta la regione, di cui 1.700 in collina e 1.500 in montagna. Un patrimonio culturale e paesaggistico che, se ben valorizzato, può sostenere un turismo non mordi-e-fuggi ma radicato nel territorio.
Per il governatore Alberto Cirio, i dati rappresentano “la conferma che la strategia di promozione turistica della Regione funziona. La crescita dei pernottamenti dimostra che i visitatori scelgono il Piemonte non per caso o per una toccata e fuga, ma per restare, esplorare, vivere. Anche grazie ai grandi eventi, siamo sempre più centrali nei percorsi culturali e naturalistici del turismo nazionale e internazionale”.
Sulla stessa linea l’assessore regionale al Turismo Paolo Bongioanni, che parla apertamente di “cambio di marcia”: “Questi numeri sono il segnale che il Piemonte sta costruendo una sua identità turistica solida, competitiva. Ora dobbiamo puntare su nuovi mercati, penso alla Svizzera, ai Paesi dell’Est. E lavorare in sinergia con la Liguria per unire le nostre colline e montagne al mare: sarebbe l’offerta più completa d’Europa”.
Il turismo piemontese sta dunque cambiando pelle. Non più solo rifugio per intenditori, ma terra di esperienze accessibili, diffuse e autentiche. Le istituzioni, per una volta, sembrano aver compreso che l’eccellenza locale non basta da sola: serve organizzazione, formazione degli operatori, promozione intelligente, ma anche investimenti sulle infrastrutture e una strategia sostenibile che non tradisca i valori del territorio.
Mentre si pianificano le prossime fiere, si rafforza la rete dei consorzi e si ragiona su grandi cammini, ciclovie, itinerari tematici, resta una sfida aperta: non disperdere il capitale costruito finora, e fare in modo che anche le aree più interne e marginali possano beneficiare di questo momento d’oro. Perché se è vero che i numeri parlano chiaro, è ancora più vero che un turismo ben fatto è quello che lascia valore quando il visitatore se ne va.
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