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Rinascita verde: 21mila alberi per trasformare l'ex cava di regione Ghiare

Un progetto di ripristino ambientale trasforma l'ex cava in un'area verde con alberi autoctoni e pascoli.

Il sindaco di Montalto Dora Renzo Galletto

Il sindaco di Montalto Dora Renzo Galletto

Laddove fino a ieri si estraeva ghiaia, oggi sta nascendo un bosco. È quanto accade a Montalto Dora, in regione Ghiare, dove ha preso forma un ambizioso progetto di recupero ambientale: 21mila alberi appena piantati e 4 ettari destinati al pascolo, frutto di una visione politica avviata nel 2014 e ora finalmente realizzata.

Proprio dieci anni fa, l’amministrazione comunale ottenne l’autorizzazione per attivare una cava di estrazione in quell’area. L’accordo con la ditta di escavazione, oltre a regolare l’attività industriale, consentì al Comune di incassare un milione di euro, cifra che fu impiegata per il miglioramento dei servizi pubblici. Ma l’intuizione più significativa fu un’altra: si stabilì infatti che, alla scadenza delle concessioni, prevista per il 2021, il terreno dovesse essere restituito alla collettività con una nuova destinazione agricola.

Quella che inizialmente era pensata come una riconversione a uso agricolo si è trasformata, grazie alla collaborazione con la Città Metropolitana, in qualcosa di più: un progetto di rimboschimento su larga scala, che ha portato alla piantumazione di 21mila nuovi alberi autoctoni. L’area, dunque, diventa ora uno spazio boschivo a tutti gli effetti, accessibile e fruibile non solo dagli agricoltori e dagli allevatori, ma anche dalla cittadinanza.

Il sindaco Renzo Galletto ha spiegato che gli alberi scelti sono tipici del territorio e idonei a sostenere l’equilibrio dell’ecosistema locale. Ha sottolineato che l’intervento contribuisce a ricreare l’habitat naturale e a contrastare la desertificazione del suolo, particolarmente vulnerabile in quanto situato vicino al fiume Dora, dove le condizioni del terreno rendono difficile una coltivazione intensiva. Galletto ha evidenziato come, nonostante la nuova vocazione forestale, verranno mantenuti 4 ettari destinati al pascolo, proprio per non sottrarre risorse alle imprese agricole.

Il primo cittadino ha aggiunto che il bosco è stato progettato in modo tale da integrare funzioni ambientali e produttive: gli alberi sono stati piantati rispettando precise distanze, calibrate sulle zone dell’area, in modo da mantenere parte del suolo praticabile per le attività zootecniche. In origine – ha precisato – l’intenzione era quella di restituire il terreno alla sola agricoltura, ma successivamente, venuti a conoscenza della disponibilità della Città Metropolitana a cercare aree da rimboschire, l’amministrazione ha deciso di mettere a disposizione la superficie della ex cava, ampliando così la portata del progetto.

Per il Comune, questa operazione rappresenta oggi una conquista amministrativa di lungo periodo. Il sindaco ha definito l’intero percorso come una soddisfazione per l’amministrazione, ricordando che, grazie alle concessioni legate alla cava, è stato possibile finanziare servizi pubblici essenziali. Ma soprattutto – ha sottolineato – la cava non ha lasciato un vuoto, né un suolo degradato e abbandonato. Al contrario, al posto di quella ferita nel terreno, nascerà un bosco nuovo, utile per le attività agricole ma anche accessibile e godibile dalla popolazione, contribuendo così alla tutela della biodiversità e al ripristino ambientale.

Un esempio concreto di come ambiente, economia e servizi pubblici possano integrarsi in un progetto coerente, rispettoso del territorio e capace di guardare oltre l’orizzonte del mandato politico.

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