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Romano Canavese, si dimette il capogruppo Vigliotta: maggioranza a rischio?

Marco Vigliotta lascia il consiglio comunale dopo l'astensione sul DUP, mettendo in crisi la maggioranza di Ferrero.

Marco Vigliotta, Romano Canavese

Marco Vigliotta, Romano Canavese

Colpo di scena a Romano Canavese: Marco Vigliotta, 41 anni, ingegnere informatico e docente, eletto nel 2023 come capogruppo di maggioranza nella lista del sindaco riconfermato Oscarino Ferrero, ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio comunale. La comunicazione ufficiale è arrivata il 30 luglio, ma la tensione era già esplosa due giorni prima, durante la seduta del Consiglio in cui Vigliotta, insieme ai colleghi di maggioranza Gianni Goia e Riccardo Porrini, si era astenuto sull’approvazione del Dup 2026–2028, il Documento Unico di Programmazione, scostandosi clamorosamente dalla linea dell’esecutivo.

Una crepa che ora rischia di trasformarsi in frattura politica, mettendo a serio rischio la tenuta numerica della maggioranza. Se i due consiglieri dissidenti confermassero la loro presa di distanza e si unissero di fatto alla minoranza, l’equilibrio in aula potrebbe mutare drasticamente. Con l’ingresso del sostituto di Vigliotta in Consiglio, la compagine del sindaco Ferrero si ritroverebbe con appena cinque voti, esattamente come l’opposizione. In quel caso, ogni proposta amministrativa si trasformerebbe in una sfida dagli esiti incerti.

Vigliotta, nel motivare le proprie dimissioni, ha fatto sapere di non condividere più la linea politica della maggioranza. Ha precisato di aver anticipato questa decisione al sindaco, informandolo anche della scelta di astenersi sul Dup. Alla base della sua posizione ci sarebbe in particolare il mancato inserimento nel documento delle alienazioni dei beni comunali, operazione che la giunta aveva ipotizzato e che egli invece sosteneva. Ha chiarito di parlare a titolo personale, senza voler interpretare le scelte future degli altri due consiglieri che hanno manifestato dissenso sullo stesso provvedimento, e ha ammesso di non conoscere le eventuali conseguenze politiche di quanto accaduto in aula.

Dal canto suo, il sindaco Oscarino Ferrero si è limitato a prendere atto della decisione di Vigliotta. Ha dichiarato che valuterà la situazione, cercando innanzitutto di comprendere le motivazioni delle astensioni da parte degli altri due consiglieri di maggioranza, prima di assumere eventuali iniziative per riorganizzare gli equilibri della sua compagine.

Intanto, l’opposizione osserva e incalza. Proprio sul tema delle alienazioni dei beni comunali, la minoranza consiliare aveva già sollevato forti critiche durante la seduta del 28 luglio, lamentando mancanza di trasparenza e assenza di coinvolgimento da parte dell’esecutivo nella gestione della vendita dell’ex scuola primaria della frazione Cascine e dell’immobile “Bene Lisa”, attualmente sede della biblioteca civica.

Per Vigliotta non si tratta della prima esperienza in Consiglio comunale. Già nei primi anni Duemila, durante l’amministrazione del sindaco Antonio Conto, era stato eletto nelle file della minoranza, ricoprendo l’incarico di capogruppo. Dopo oltre vent’anni, la sua nuova esperienza si conclude bruscamente, lasciando dietro di sé una maggioranza divisa e un’amministrazione ora esposta a un potenziale stallo politico.

Il sindaco Oscarino Ferrero

Il Consiglio comunale di Romano entra così in una fase di grande incertezza, in cui ogni voto potrebbe risultare decisivo. L’unico dato certo, al momento, è che la compattezza della maggioranza è venuta meno, e che la fiducia interna si è incrinata. Resta da vedere se si tratterà di una frattura temporanea o dell’inizio di una vera e propria crisi amministrativa.

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