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25 Luglio 2025 - 17:57
Il sindaco Oscarino Ferrero
Altro che consiglio comunale ordinario. A Romano Canavese, lunedì 28 luglio 2025 alle ore 20.30, nella sala consiliare di Piazza Ruggia 1, andrà in scena una vera e propria resa dei conti politica. A lanciare l’offensiva è il gruppo di minoranza "Il Paese da vivere", che si presenta in aula con ben nove mozioni: un arsenale carico, puntato dritto contro la maggioranza e l’operato del sindaco. Un consiglio comunale che si preannuncia teso, infuocato e interminabile, in cui le parole peseranno come macigni e ogni voto sarà un campo minato.
La minoranza ha deciso di alzare la voce, e lo fa con metodo e determinazione. Le prime due mozioni sono di natura istituzionale: si chiede l’istituzione della conferenza dei capigruppo, strumento basilare per il corretto funzionamento di qualsiasi consiglio comunale, e l’aggiornamento del sito del Comune con i dati dei consiglieri di minoranza, ad oggi assenti, un’assenza che – fanno notare – mina il diritto all’informazione dei cittadini.
Poi si entra subito nel vivo della battaglia. La terza mozione riguarda una delle accuse più pesanti: la mancanza di trasparenza nelle risposte alle interrogazioni. Il gruppo Il Paese da vivere denuncia il sistematico ritardo o la totale assenza di risposte da parte della Giunta, violando i termini previsti dal regolamento. Un comportamento che – secondo l’opposizione – svilisce il ruolo del consiglio comunale e calpesta il diritto di controllo e verifica riconosciuto alla minoranza.
Ma non è tutto. I consiglieri chiedono anche la trasmissione in diretta delle sedute consiliari attraverso il sito istituzionale e i social, un passo che renderebbe più trasparente l’attività del Comune e più accessibile ai cittadini ciò che accade in aula. Perché – sottolineano – la partecipazione non può esaurirsi con il voto, ma deve continuare ogni giorno attraverso l’informazione.
Le mozioni successive si concentrano sui temi caldi del territorio. La minoranza vuole che Romano partecipi alla manifestazione d’interesse della Regione Piemonte per i contributi 2025-2027 sull’edilizia scolastica. Un’occasione da non perdere, soprattutto in un contesto in cui gli edifici scolastici hanno urgente bisogno di manutenzione, sicurezza e adeguamento alle normative. Non cogliere queste opportunità significherebbe – secondo l’opposizione – lasciare al palo il futuro delle nuove generazioni.
Ma è sulla questione patrimoniale che si abbatte il fuoco incrociato più violento. La settima mozione pretende chiarezza sull’alienazione dell’ex scuola di Cascine e sugli altri beni immobili comunali. L’opposizione chiede che ogni decisione passi obbligatoriamente dal Consiglio, senza percorsi opachi né fughe in avanti da parte della giunta. “Serve trasparenza, serve condivisione”, dichiarano.
E poi arriva il colpo diretto al cuore della politica locale: l’accusa di inadempienza al sindaco, colpevole – secondo la minoranza – di aver lasciato lettera morta il PAESC (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) e di non aver dato seguito alla convenzione su via Principe Amedeo. Due promesse mancate, due segnali di stallo.
Non poteva mancare, infine, il richiamo alla sicurezza e alla decenza urbana. L’ottava mozione punta il dito sull’edificio Bene Lisa, definito “presuntamente inagibile e pericoloso”. La richiesta è semplice quanto urgente: verifiche immediate e comunicazioni pubbliche. A chiudere il fronte d’attacco, la mozione sul Mulino di Cascine, per cui si chiedono spiegazioni dettagliate sui lavori in corso, sul loro costo, stato di avanzamento e utilità effettiva per la comunità.
Un attacco a tenaglia, insomma. Una lunga serie di richieste, interrogazioni, accuse e proposte che rischiano di trasformare il Consiglio in una maratona polemica senza esclusione di colpi. E come se non bastasse, in fondo all’ordine del giorno ci sono anche due punti tecnici tutt’altro che secondari: la variazione del bilancio di previsione 2025-2027 e la presentazione del Documento Unico di Programmazione (DUP) 2026-2028, il documento che guiderà le scelte dell’amministrazione per i prossimi anni.
Il clima, insomma, è da trincea politica. La maggioranza dovrà rispondere colpo su colpo, mentre l’opposizione si prepara a far valere ogni parola. Lunedì sera, a Romano, non si andrà in consiglio. Si andrà alla guerra.
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