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31 Luglio 2025 - 10:42
Parkinson, una nuova speranza: terapia innovativa migliora la vita di chi non risponde più ai farmaci tradizionali
Un passo avanti concreto nella lotta contro la malattia di Parkinson in fase avanzata arriva dalla Città della Salute e della Scienza di Torino, dove è stata avviata una terapia innovativa che sta già cambiando la vita di oltre trenta pazienti selezionati. Il trattamento consiste nell’infusione sottocutanea continua di levodopa, il principale farmaco utilizzato per contrastare i sintomi di una patologia che, in Italia, colpisce almeno 300.000 persone, di cui circa 30.000 in Piemonte.
Questa nuova modalità terapeutica è frutto del lavoro del Centro Regionale Esperto per la malattia di Parkinson e i Disturbi del Movimento, diretto dal neurologo Leonardo Lopiano, e rappresenta una delle soluzioni più all’avanguardia per quei pazienti che, dopo anni di terapia orale, si trovano a fare i conti con complicanze motorie gravi come blocchi, rigidità o movimenti involontari incontrollabili. Situazioni che, nella maggior parte dei casi, compromettono in modo pesante l’autonomia e la qualità della vita.
A differenza delle soluzioni precedenti, questa infusione continua non prevede interventi chirurgici invasivi: il farmaco viene somministrato attraverso un piccolo catetere sottocutaneo, collegato a un device portatile che rilascia la levodopa in modo costante, anche 24 ore su 24. Il risultato è una maggiore stabilità dei livelli plasmatici del principio attivo, che consente di ridurre le fluttuazioni motorie e le discinesie. Per i pazienti significa poter tornare a camminare da soli, lavorare, svolgere attività quotidiane, spesso dopo anni di dipendenza dall’assistenza.
Le prime somministrazioni sono state effettuate tra ottobre 2024 e l’inizio del 2025 presso il Day Hospital di Neurologia, in collaborazione con il Day Surgery centralizzato dell’AOU torinese. A oggi, più di 30 pazienti sono già stati trattati con risultati ritenuti molto positivi. Il nuovo approccio si aggiunge a un ventaglio già ampio di possibilità terapeutiche offerte dal centro torinese: dalla stimolazione cerebrale profonda (DBS), agli interventi gastroenterologici per l’infusione duodenale di levodopa via PEG, tecniche consolidate che negli ultimi anni hanno già aiutato migliaia di persone.
La particolarità di questo nuovo trattamento risiede nella sua efficacia combinata a una procedura meno invasiva: un elemento decisivo soprattutto per quei pazienti che, per età o condizioni generali, non possono affrontare un intervento chirurgico. Anche il carico assistenziale sui familiari e caregiver si riduce sensibilmente, grazie al recupero parziale o totale dell’autonomia del paziente.
A rendere possibile questa svolta è il lavoro di una squadra multidisciplinare di altissimo livello: neurologi, neuropsicologi, gastroenterologi, infermieri e tecnici specializzati, coordinati dalla Neurologia 2 Universitaria. Un team in cui operano figure di primo piano come Mario Rizzone, Maurizio Zibetti, Alberto Romagnolo, insieme a dottorandi, specializzandi e alla neuropsicologa clinica Elisa Montanaro. La collaborazione con reparti come Neurochirurgia stereotassica, Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva testimonia la forza della sinergia interna alla Città della Salute, che negli anni ha costruito un vero e proprio polo di riferimento a livello nazionale per il trattamento delle malattie neurologiche degenerative.
Il Parkinson, infatti, non è una malattia “solo degli anziani”:nel 10-20% dei casi insorge prima dei 50 anni, e talvolta addirittura tra i 30 e i 40. Il suo decorso è cronico e progressivo, con un iniziale buon controllo dei sintomi tramite farmaci orali, ma con complicanze sempre più invalidanti nel tempo, che rendono necessarie nuove soluzioni terapeutiche.
Grazie all’investimento nella ricerca clinica e alla continua formazione del personale, la Città della Salute dimostra ancora una volta di essere un laboratorio vivente di innovazione sanitaria. Le procedure vengono applicate non solo a pazienti piemontesi, ma anche a persone provenienti da altre regioni italiane, a testimonianza del livello di eccellenza riconosciuto a livello nazionale.
In un momento storico in cui il Servizio Sanitario Nazionale è spesso sotto pressione, questo tipo di progetto rappresenta una risposta concreta e avanzata ai bisogni dei pazienti, in un’ottica di accessibilità, sostenibilità e qualità delle cure. L’infusione continua di levodopa apre una nuova strada per affrontare il Parkinson in fase complicata, con l’ambizione di restituire dignità e autonomia a chi per troppo tempo ha dovuto conviverci come spettatore passivo.
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