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La forza silenziosa di "Gea" vince il Premio Tazzetti

Il Premio di Pittura dedicato alla memoria di Elena Tazzetti è andato all'artista Daniela Gjyzeli

In foto la vincitrice, Daniela Gjyzeli con l'opera Progenie di Gea

In foto la vincitrice, Daniela Gjyzeli con l'opera Progenie di Gea

Sabato 26 luglio, tra le sale del Museo Civico Alpino di Usseglio, è andata in scena un’intensa cerimonia fatta di arte, memoria e commozione. È stato proclamato il vincitore del Premio di Pittura dedicato a Elena Tazzetti, figura recentemente scomparsa e profondamente legata al territorio e alla cultura.

Alla presenza del sindaco di Usseglio Andrea Poma e di Alessandro Mella, intervenuto in rappresentanza del Comune di Viù, è stato Alberto Tazzetti a prendere la parola per ricordare pubblicamente la sorella Elena, ringraziando con parole sentite chi ha contribuito a dar vita a questo momento di condivisione artistica, rivolto in particolare ad allievi ed ex allievi della prestigiosa Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Un progetto che ha trovato piena conduzione e coerenza artistica nel coordinamento del professor Gabriele Garbolino Rù, docente dell’istituto torinese.

Al centro della cerimonia, la proclamazione del dipinto vincitore. La giuria — composta da Cornelia Badelita, Emanuela Lavezzo, Angelo Mistrangelo, Emanuele Musso e Valeria Tazzetti — ha conferito il premio all’opera “Progenie di Gea” di Daniela Gjyzeli. Un lavoro profondo, evocativo, sospeso tra ombra e luce, che ha colpito la giuria per la forza silenziosa del soggetto e la ricchezza simbolica della composizione.

La stessa autrice ha descritto così la propria visione: «Un’allegoria sull’origine e sull’appartenenza: l’essere umano non come sovrano della natura, ma come suo figlio, sua continuità e suo specchio... Nei suoi gesti si intrecciano dolcezza e ferita, eco di una natura che genera e lacera con la stessa mano. Gea si riflette in chi da lei discende. Non c’è dominio, solo una fragile continuità sacra. Un frammento di natura che contempla sé stessa».

Al di là della vincitrice, la giuria ha voluto segnalare con merito anche due opere: “Prima del fuoco” di Giuseppe Gallace e “Il terzo giorno” di Clarissa Moretto. Due lavori distinti per stile e tematica, ma accomunati da una sensibilità pittorica capace di dialogare con le grandi questioni del tempo, della materia e dell’identità.

Dopo la premiazione, il pubblico ha potuto percorrere le sale del museo dove, in mostra temporanea, sono esposte tutte le opere realizzate dai dodici partecipanti al concorso. Un itinerario che offre uno spaccato prezioso sull’evoluzione della giovane pittura contemporanea torinese e sul legame vivo tra arte e territorio montano. Il quadro vincitore, invece, resterà in esposizione permanente, per volontà della famiglia Tazzetti, come segno tangibile e duraturo del ricordo di Elena.

L’atmosfera, nel corso della giornata, è stata segnata da una forte carica emotiva. I presenti erano visibilmente commossi, e tra i più emozionati si sono distinti proprio i giovani artisti, coinvolti in un’esperienza che ha saputo unire formazione, confronto, bellezza e memoria. Un evento che ha saputo trasformare il lutto in gesto collettivo di speranza, scegliendo il linguaggio dell’arte come ponte tra generazioni e tra comunità.

Il successo della manifestazione, nato nel segno del ricordo, lascia ora spazio alla progettualità. L’appuntamento con la prossima edizione è già fissato idealmente, con l’intento di continuare a dare voce e colore a nuove emozioni da vivere e fissare sulla tela, proprio come Elena avrebbe voluto.

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