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Floreale è urbano: la pittura di Dabò incontra l’ikebana di Natsumei

Il 10 agosto all’Atelier ArtDabò una performance irripetibile: le composizioni floreali di Neicla Natsumei Campi, maestra di ikebana, si fondono dal vivo con la pittura urbana e astratta di Daniela Borla Dabò. Un dialogo poetico tra due mondi artistici

Floreale è urbano: la pittura di Dabò incontra l’ikebana di Natsumei

Da sinistra: Daniela Borla Dabò, Neicla Natsumei Campi e Luca Stratta

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Ci sono eventi che non si raccontano, si vivono. Domenica 10 agosto 2025, alle ore 21, all’Atelier ArtDabò di via Arduino 37 a Ivrea, prenderà vita una serata che promette di fondere Oriente e Occidente in un intreccio inedito e poetico: la pittura di Daniela Borla Dabò incontrerà l’ikebana – l’antica arte giapponese dei fiori viventi – attraverso una performance dal vivo che ha già il sapore dell’unicità.

A firmare l’incanto floreale sarà Neicla Natsumei Campi, maestra della scuola Sogetsu di Tokyo, formatasi tra Roma e Anversa sotto la guida della celebre Ilse Beunen. Il suo nome da maestra, Natsumei – che in giapponese (夏明) significa “sorriso dell’estate” – è già un manifesto estetico e spirituale. A 10 anni dalla scoperta di questa disciplina, oggi Neicla insegna, crea, sperimenta, e porta la magia dell’ikebana nei paesaggi piemontesi, tra mostre, installazioni e corsi che coltivano bellezza e introspezione.

Durante la serata, dopo una breve introduzione all’arte dell’ikebana, Neicla Campi realizzerà composizioni floreali dal vivo, che andranno letteralmente a “dialogare” con le opere pittoriche di Dabò: sarà una conversazione silenziosa ma profondissima tra linee, colori, forme e sensazioni, in cui ogni elemento vive e cambia sotto gli occhi degli spettatori. La creazione diventa performance, la contemplazione si fa partecipazione.

Daniela Borla, in arte Dabò, non è nuova all’arte che provoca e si lascia contaminare. È pittrice, scultrice e scrittrice, con un background da psicopedagogista che ha sempre intrecciato la dimensione educativa con quella artistica. Dopo essersi formata alla Pinacoteca Albertina di Torino, ha portato le sue opere in giro per il mondo: da New York a Parigi, da Dubai a Pechino, fino a Nizza, Montecarlo, Barcellona, Roma, Milano, Torino, e molte altre città italiane.

Nei suoi quadri, l’essere umano non appare quasi mai, ma è ovunque: nei cantieri, nei porti, nelle periferie, negli edifici che crollano e si reinventano. La città è il teatro e l’eco del passaggio umano, l’arena della trasformazione, dello sforzo, della costruzione e del disfacimento. Dabò usa colori audaci, prospettive sghembe, linee spezzate per raccontare l’incompiutezza, il movimento incessante, la tensione verso qualcosa che sfugge alla razionalità.

L’incontro tra questa visione urbana e l’armonia naturale dell’ikebana – che invece invita alla calma, all’equilibrio, alla connessione con il vuoto e la forma – promette scintille, ma di quelle che commuovono, non che bruciano. Sarà un’esperienza sensoriale, artistica e spirituale, un evento che non si replica, perché ogni fiore, ogni gesto, ogni pennellata, esistono una sola volta.

A rendere possibile tutto questo, anche dietro le quinte, c’è Luca Stratta, compagno di vita e manager di Dabò, nonché grafico digitale e anima logistica dell’Atelier ArtDabò. È lui ad accompagnare con dedizione l’artista nel suo percorso, a sostenere ogni progetto, a fare in modo che ciò che nasce da un’emozione possa concretizzarsi in un evento, una mostra, un’opera.

Anche Neicla, nel suo cammino, non è sola: accanto a lei c’è il marito, vasaio, che realizza i contenitori per l’ikebana, partecipa alle installazioni di bambù, raccoglie materiali, ascolta domande come “Secondo te come potrei fare a…” e le trasforma in soluzioni pratiche e poetiche. Un modo di vivere l’arte come relazione, ascolto, complicità, e non come narcisismo individuale.

Chi parteciperà alla serata del 10 agosto non assisterà soltanto a una “dimostrazione” d’arte, ma entrerà in un processo creativo condiviso, potrà osservare, respirare, lasciarsi toccare da ciò che nasce in quel momento. Sarà un invito a rallentare, ad ascoltare, a meravigliarsi. E, forse, a guardare la realtà con occhi diversi.

Un evento unico, in una sera d’estate, a Ivrea. Un’esperienza da non perdere.

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