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Gassino Torinese
25 Luglio 2025 - 21:51
Tombini in fiore: a Gassino i cittadini spalano e il Comune prende appunti (foto di repertorio)
Tre anni di denunce, telefonate, lettere e commenti Facebook. Tre anni senza risposte. Oggi, dopo l’ennesimo allagamento, la rabbia si è trasformata in un post su Facebook: un’accusa secca e documentata, pubblicata sul gruppo “Sei di Gassino se...”, che fotografa il fallimento della manutenzione urbana in uno dei punti più delicati del territorio collinare: strada Bussolino.
«Dopo tre anni di segnalazioni su Facebook, chiamate al Comune, lettere, segnalazioni alla Provincia, non è stato fatto nessun intervento di manutenzione nei tombini di scarico di strada Bussolino. Per la quarta volta in tre anni, la nostra casa si è ritrovata con il garage allagato, dato che i tombini sulla strada sono ormai diventati dei vasi per piante».
Parole dure, che denunciano un problema cronico, acuito dal maltempo delle ultime ore. In un contesto di allerta meteo, i cittadini si trovano ancora una volta a fronteggiare le conseguenze dell’incuria strutturale.
«In questi mesi mi sono messo personalmente con la vanga ad aprire i tombini e togliere lo schifo che c’è dentro, ma è possibile che non si riesca a fare un lavoro di spurgo della zona? Ne basterebbe uno ogni cinque o sei anni per garantire il corretto scorrimento dell’acqua, specialmente in questi periodi con acquazzoni forti!».
Il post ha scatenato un’ondata di commenti, tra sarcasmo, amarezza e richieste di intervento.
«Anche in via Gramsci nei tombini crescono i fiori», scrive un utente. «Quando si dice che il problema è a monte...», ironizza un altro, segnalando come i residui dei cantieri finiscano nei tombini sottostanti.
C’è chi tenta di difendere l’intervento diretto dei residenti: «Ma invece di lamentarsi, cosa ci vuole a pulire un tombino?». E chi replica con decisione: «Un privato cittadino non ha titolo né dovere di farlo. Chi è pagato coi soldi pubblici, deve intervenire».
Emergono anche segnalazioni da altre zone: «Tombini intasati da almeno quindici anni in via Mazzini, via Santa Maria, via A. Diaz... basta un temporale un po’ più forte e ci ritroviamo con un lago davanti casa».
A raccogliere la voce della protesta, arriva la risposta pubblica del Sindaco Cristian Corrado. Un messaggio che non elude la responsabilità, ma promette un cambio di passo.
«La pulizia è doverosa e non può ricadere sul cittadino. Negli ultimi anni le cosiddette “bombe d’acqua” sono aumentate in frequenza e intensità, e questo rende ancora più urgente garantire una corretta pulizia. Mi dispiace per quanto accaduto, alcune zone della città hanno già visto partire le pulizie dei tombini. È un’attività che va fatta periodicamente e mi impegno a far rientrare nella pianificazione ordinaria. In questi mesi stiamo lavorando per mappare con precisione le aree di accumulo d’acqua sul nostro territorio, con l’obiettivo di individuare i punti più vulnerabili in caso di forti piogge. Ogni parte del territorio viene analizzata per capire in che direzione scorrerà l’acqua e conoscere meglio le zone dove tende a concentrarsi. È un lavoro tecnico e invisibile, ma essenziale per la sicurezza del nostro territorio. A volte purtroppo le caditoie non bastano (peggio ancora se non pulite)».
La replica del sindaco è arrivata. Ora non resta che aspettare la prossima pioggia: chi con la vanga, chi con la mappa, chi con l’ombrello e l’ironia.
L’immagine mostra in blu le zone con maggiore probabilità di accumulo d’acqua: un supporto fondamentale per pianificare interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico
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