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Mucca intrappolata tra i sassi nella Valle di Viù: salvata a mani nude dai vigili del fuoco

Ore di fatica su un terreno impervio, senza elicottero, per strappare l’animale alla morte

Mucca intrappolata

Mucca intrappolata tra i sassi salvata a mani nude dai vigili del fuoco (foto archivio)

Sette quintali di peso, le zampe imprigionate tra i sassi, e nessuna possibilità di elisoccorso. È iniziata così, martedì scorso, la drammatica vicenda di una mucca bloccata nei pressi del lago della Torre, in alta Valle di Viù, a oltre 2000 metri di quota. Un intervento di salvataggio che ha messo alla prova la resistenza fisica, la capacità tecnica e l’ingegno dei vigili del fuoco di Lanzo, chiamati a fronteggiare un’emergenza in condizioni limite, con un unico obiettivo: salvare la vita dell’animale.

La segnalazione è arrivata nelle prime ore del mattino. La mucca, probabilmente caduta o scivolata durante il pascolo, era rimasta incastrata con le zampe in una buca tra le rocce, incapace di muoversi, sempre più stremata. Il terreno, scosceso e reso difficile dalla conformazione alpina della zona, rendeva impossibile qualunque tipo di recupero meccanizzato. E l’elicottero dei vigili del fuoco, il Drago, impegnato in un’altra missione, non poteva intervenire.

Nonostante le condizioni sfavorevoli, la squadra di Lanzo non si è arresa. Mentre il tempo passava e l’animale iniziava a dare segni di affaticamento, i pompieri hanno deciso di improvvisare una slitta artigianale utilizzando quanto avevano a disposizione sul posto: corde, assi e materiali di fortuna. Nessun macchinario, solo mani, muscoli e cervello. Dopo aver liberato con cautela le zampe dell’animale, i soccorritori hanno iniziato la faticosa discesa di qualche centinaio di metri, trascinando la mucca a mano lungo il pendio, centimetro dopo centimetro.

L’intera operazione è durata sei ore, un tempo lunghissimo a quelle altitudini e in quelle condizioni. Ogni passo richiedeva equilibrio, coordinazione e attenzione per non peggiorare la situazione. Gli uomini si sono alternati nel traino, supportandosi a vicenda, mentre altri vigilavano costantemente sullo stato dell’animale, accovacciato sulla slitta e visibilmente provato ma ancora vigile.

Una volta raggiunta una zona più sicura, la mucca è stata affidata alle cure di un veterinario, giunto nel frattempo sul posto. L’esito dell’esame è stato rassicurante: nessuna frattura, solo segni di affaticamento. L’animale, inginocchiandosi spontaneamente sulle zampe anteriori senza lamentare dolore, ha lasciato intendere che la ripresa sarà completa, anche se graduale.

Questo salvataggio straordinario ha attirato l’attenzione degli allevatori della zona e di molti residenti della valle, che hanno definito l’intervento "un’impresa di coraggio e umanità". In un territorio in cui la pastorizia d’alta quota è ancora parte integrante della cultura e dell’economia locale, perdere un animale di quel peso non significa solo un danno economico, ma anche un dolore umano. Le mucche, in questi contesti, sono compagne di lavoro e di vita.

Oltre al sollievo per l’esito positivo, resta il valore di una lezione importante: anche senza grandi mezzi o scenari spettacolari, il lavoro dei vigili del fuoco si misura nella capacità di affrontare ogni sfida con intelligenza, sacrificio e spirito di servizio. Dove non è arrivata la tecnologia, è arrivata la loro volontà. Dove mancavano le risorse, hanno messo cuore e ingegno.

In un’epoca in cui il mondo rurale e montano è spesso dimenticato dalle cronache, episodi come questo raccontano molto più di un semplice salvataggio: parlano di comunità, solidarietà, tradizione e rispetto per la vita animale. E dimostrano che, anche a 2000 metri, senza elicottero e senza macchine, c’è ancora chi lotta fino all’ultimo per salvare una vita, qualunque essa sia.

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