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Sospesi i mutui per altri 12 mesi dopo le alluvioni del 2024 e 2025: inclusi anche i territori del Canavese

L’ABI conferma l’estensione della misura in Emilia, Piemonte e Lombardia: un aiuto concreto per chi ha perso casa e reddito

Sospesi i mutui per altri 12 mesi

Sospesi i mutui per altri 12 mesi dopo le alluvioni del 2024 e 2025: inclusi anche i territori del Canavese

Un altro anno di respiro per chi ha subito i danni delle alluvioni che tra il 2024 e il 2025 hanno sconvolto interi territori del Nord Italia. L’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha confermato la proroga di 12 mesi della sospensione delle rate dei mutui per i cittadini e le imprese residenti nelle aree colpite da eventi meteorologici eccezionali, tra cui l’Emilia-Romagna, il Piemonte e la Lombardia. Una misura attesa, necessaria, che arriva in un momento in cui molte famiglie non hanno ancora terminato la ricostruzione né ripreso pienamente le proprie attività economiche.

Le delibere del Consiglio dei Ministri, pubblicate sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, confermano che la sospensione riguarda in particolare l’Emilia-Romagna per gli eventi compresi tra il 20 e il 29 giugno 2024, il Piemonte per il maltempo del 29 e 30 giugno 2024, e la Lombardia per gli eventi tra il 15 e il 25 maggio dello stesso anno. Ma la decisione arriva mentre nuove emergenze si aggiungono alle precedenti: tra queste, l’ondata alluvionale che nel 2025 ha investito il Canavese, in Piemonte, provocando frane, esondazioni e danni ingenti a case, attività agricole e infrastrutture locali, da Ivrea a Rivarolo, da Strambino a Cuorgnè.

Sebbene il Canavese non sia formalmente incluso nelle ordinanze aggiornate – perché colpito da eventi successivi – la proroga dei mutui rappresenta un precedente importante per la gestione delle conseguenze del 2025, su cui si attendono ulteriori provvedimenti nelle prossime settimane. Il meccanismo è chiaro: l’ABI, d’intesa con Protezione Civile e Associazioni dei Consumatori, ha stabilito linee guida che consentono la sospensione delle rate di mutuo (sia prima casa che aziendali) per tutti i soggetti colpiti, in possesso della dichiarazione dello stato di emergenza e di danni accertati.

Una rete di protezione finanziaria, dunque, che può fare la differenza tra il perdere tutto e avere il tempo di ripartire. Le banche aderenti sono invitate a comunicare in modo chiaro e tempestivo le modalità di accesso alla sospensione. Le famiglie, da parte loro, devono presentare una semplice autocertificazione in cui si dichiara di avere subito danni diretti alla casa o all’attività economica, con allegata la documentazione tecnica o fotografica utile.

La proroga del 2024 è la seconda in meno di due anni, segno evidente che la frequenza e la gravità degli eventi climatici estremi sta mettendo a dura prova l’equilibrio economico e sociale dei territori più fragili. Gli allagamenti in Emilia-Romagna, che hanno travolto interi comuni come Cesena, Forlì, Faenza, hanno lasciato dietro di sé una scia di fango, debiti e incertezza. In Lombardia, le piogge torrenziali hanno colpito la Valtellina e l’area di Lecco, mentre in Piemonte i torrenti sono tornati a esondare nei pressi del Tanaro e del Sesia.

Nel Canavese, le piene del 2025 hanno riacceso i timori legati a una gestione idraulica insufficiente, aggravata da anni di carenza di manutenzione e da una crescente urbanizzazione incontrollata. Centinaia le segnalazioni di danni: abitazioni evacuate, ponti crollati, coltivazioni distrutte. In alcuni comuni, come Salassa e Castellamonte, la stima dei danni supera i 10 milioni di euro. In questo contesto, la possibilità di sospendere il pagamento delle rate del mutuo rappresenta una boccata d’ossigeno per cittadini che si trovano senza casa, senza lavoro e senza garanzie.

Al convegno in corso a Roma, organizzato in concomitanza con la diffusione della circolare ABI, il tema dei mutui sospesi è stato inserito tra le priorità strategiche. Nella giornata conclusiva, in programma domani, si parlerà anche di accesso al credito per le imprese colpite, di transizione sostenibile post-disastro e di nuovi modelli di business pensati per resistere ai cambiamenti ambientali. Temi urgenti, perché la crisi climatica non è più una previsione, ma una realtà che colpisce ogni anno territori sempre più vasti.

In attesa di un nuovo pacchetto di misure per il 2025, resta aperta la questione della disparità di trattamento tra regioni. Se da un lato l’ABI ha dimostrato disponibilità, dall’altro i tempi della Protezione Civile e della macchina statale sono ancora troppo lenti. Molti cittadini, soprattutto nei piccoli comuni del Canavese, denunciano ritardi nei sopralluoghi, nelle perizie e nei risarcimenti. Le richieste inviate ai Comuni restano spesso lettera morta, con cittadini costretti a anticipare le spese per i lavori di ripristino.

Intanto, l’auspicio è che la proroga concessa per il 2024 apra la strada a provvedimenti simili anche per le alluvioni più recenti. Gli strumenti ci sono, gli accordi sono già stati firmati. Manca, come spesso accade, la volontà politica di agire con urgenza. E in territori già colpiti da spopolamento, crisi economica e carenza di servizi, anche un piccolo segnale – come sospendere per 12 mesi un mutuo che non si può più pagare – può fare la differenza tra restare o andarsene.

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