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Avanguardia contro tutti: “Colpiti per ciò che pensiamo, non per ciò che facciamo”

Dopo giorni di titoli, indagini e sequestri, il movimento identitario passa al contrattacco e accusa stampa e magistratura: “Una gogna mediatica e un precedente pericoloso”

Avanguardia contro tutti: “Colpiti per ciò che pensiamo, non per ciò che facciamo”

Avanguardia contro tutti: “Colpiti per ciò che pensiamo, non per ciò che facciamo”

“Basta, ora parliamo noi”. Con queste parole si apre la nota diffusa da Avanguardia, il movimento politico finito al centro di un’indagine che ha portato al sequestro della sede e a una valanga di articoli, ricostruzioni giornalistiche e commenti politici. Una nota lunga, dura, con toni di sfida e indignazione, in cui gli esponenti del gruppo rivendicano la propria posizione, negano ogni addebito e accusano una parte dell’informazione e della magistratura di “criminalizzazione politica”.

Secondo quanto dichiarato dal movimento, i giorni scorsi sarebbero stati segnati da una “sistematica esposizione mediatica che ha violato ogni principio di garanzia”, con nomi e volti pubblicati “in prima pagina”, anche di giovani non indagati o neppure raggiunti da un avviso di garanzia. Una scelta comunicativa che, a loro dire, “non viene riservata nemmeno a chi commette reati gravi”, e che avrebbe trasformato i militanti in bersagli pubblici.

Ma è soprattutto il sequestro della sede politica, al centro delle proteste, ad essere considerato da Avanguardia un fatto senza precedenti. “Non si tratta di atti violenti, né di attività clandestine o reati contro lo Stato”, si legge nel comunicato, “ma della libera espressione di idee politiche, della partecipazione a commemorazioni storiche e di critiche all’immigrazione incontrollata”. Secondo i portavoce, si tratterebbe di una misura che colpisce non ciò che si fa, ma ciò che si pensa. E in questo, denunciano, “siamo di fronte a un pericoloso restringimento degli spazi di libertà in uno Stato che si definisce democratico”.

Il documento elenca anche quelli che definisce “falsi” o “caricature mediatiche”: presunti raid mai avvenuti, brindisi etichettati come “riti d’iniziazione”, insegne che non sarebbero mai esistite. E accusa apertamente certa stampa di “gogna pubblica” e “volontà di delegittimazione politica”. Una denuncia che si estende anche al mondo dell’informazione: “Chi difende la libertà solo quando conviene, tace davanti alla repressione dei movimenti identitari”.

Nel mirino finiscono anche alcuni paragoni espliciti: “Nessuno ha mai sequestrato le sedi di Askatasuna, pur coinvolte in episodi documentati di violenza urbana. Noi invece veniamo puniti per aver commemorato Sergio Ramelli, Francesco Cecchin e i morti di Acca Larentia”. Temi, sottolineano, condivisi anche da altri movimenti europei.

Avanguardia rivendica il proprio impegno “pubblico e legale”, citando anni di attività culturali e sociali, come la raccolta fondi per i cristiani perseguitati o la distribuzione di beni dopo l’alluvione di Valencia. E avverte: “Non saranno alcune frasi estrapolate dal contesto a cancellare il nostro lavoro. Difenderemo ogni nostro militante e ogni famiglia colpita da questa tempesta mediatica”.

La linea è chiara: rifiutare l’etichetta di estremisti violenti, ribadire la legittimità delle proprie iniziative e trasformare la vicenda in un caso emblematico sulla libertà di espressione e il diritto al dissenso politico. In un clima che si fa sempre più teso, il comunicato rappresenta un messaggio inequivocabile: Avanguardia non intende restare in silenzio.

Cos'è successo?

Il 7 luglio 2025, i Carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS) hanno eseguito un sequestro preventivo della sede del movimento Avanguardia Torino, denominata "Edoras" e situata in via Tibone 2, nel quartiere Barriera di Milano. Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torino, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo piemontese.

Le accuse mosse al movimento riguardano reati di associazione finalizzata alla propaganda e all'istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, nonché la violazione della legge Scelba del 1952, che vieta le manifestazioni di apologia del fascismo .

Secondo gli inquirenti, nel corso del 2024, all'interno della sede "Edoras" sarebbero stati organizzati eventi culturali e musicali con la partecipazione di militanti italiani e stranieri. Durante tali iniziative, gli indagati avrebbero messo in atto condotte di esaltazione del fascismo, delle sue finalità antidemocratiche e di ideologie razziste, arrivando anche a riprodurre simboli e rituali tipici del disciolto partito fascista e di formazioni di matrice nazista .

Il sequestro preventivo è stato disposto per impedire che la disponibilità del locale possa agevolare il reiterarsi di attività illecite analoghe. Attualmente, 17 persone sono indagate nell'ambito dell'inchiesta, anche se al momento non sono state adottate misure cautelari personali nei loro confronti .

Il movimento Avanguardia Torino ha reagito al sequestro con un comunicato in cui denuncia un trattamento repressivo nei confronti dei "Patrioti" che difendono la propria terra e i valori tradizionali. Il movimento rivendica le proprie attività pubbliche, tra cui campagne, banchetti, volantinaggi e iniziative culturali e di solidarietà, come la raccolta di aiuti umanitari per gli sfollati dell'alluvione di Valencia .

L'indagine prosegue, con la possibilità di ulteriori sviluppi e approfondimenti da parte della magistratura torinese.

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