AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
12 Luglio 2025 - 10:12
Marco Frola, ex sindaco di Montanaro
Ci scrive l’avvocato Marco Frola, che è stato sindaco di Montanaro fino al 2014, quando gli subentrò nella carica di sindaco l’ingegner Giovanni Ponchia. Frola tiene a precisare quale fu il suo comportamento alla fine del 2013, quando il Comune decise di rinunciare alla realizzazione del quarto lotto dello scolmatore in favore dell’idea progettuale del Bacino Azzurro di Ponchia. Cioè quando il Comune comunicò alla Regione la decisione medesima e la rinuncia ai 700.000 euro che erano disponibili per il quarto lotto.
Noi avevamo scritto in un articolo: "l’avvocato [Frola], quasi alla scadenza del suo mandato, nel dicembre 2013, decise di rinunciare al finanziamento regionale, accogliendo le richieste di una lista civica"...
Ma Frola ci corregge, pur senza chiedere una rettifica pubblica: non fu lui a voler rinunciare ai 700.000 euro per il quarto lotto. Anzi, Frola era, ed è ancora, convinto che la soluzione del quarto lotto dello scolmatore sia la migliore. E non si sarebbe certo lasciato sfuggire il finanziamento regionale. Ma quattro suoi assessori, su sei componenti della giunta, votarono per la rinuncia al finanziamento: Frola si trovò in minoranza e fu costretto ad adeguarsi.
Frola aveva già espresso la sua preferenza per il quarto lotto, di fronte ai montanaresi, in una serata a Ca’ Mescarlin. L’ex sindaco ancora adesso ritiene che la soluzione tecnicamente più efficace sarebbe stata, e lo è ancora, la costruzione del quarto lotto scolmatore. Perché? Perché il quarto lotto sarebbe stato il completamento di una grande opera idraulica a suo tempo studiata per mettere Montanaro in sicurezza e che (almeno sino a quando l’avvocato è stato Sindaco) ha funzionato. Aggiunge una nota personale: “E te lo dico da abitante di San Rocco, alluvionato...”. Senza falsi protagonismi, Frola riconosce, poi, all’ex sindaco Riccardino Massa la paternità dello scolmatore e la capacità di ottenere i finanziamenti per costruirlo. Quei 700.000 euro erano l’ultima tranche di finanziamento per completare l’opera con la creazione del quarto lotto.
Giovanni Ponchia e Antonino Careri
Gli chiediamo: caso mai oggi il Comune fosse costretto a tornare sui suoi passi, quel finanziamento regionale per il quarto lotto sarebbe ancora disponibile? Frola risponde che pensa di sì, ma non ci giurerebbe, perché è passato del tempo e non ha più seguito la questione leggendo le carte. Ma su questo punto lo possiamo aiutare: in una lettera che ha mandato al Comune fra maggio e giugno 2024, la Regione ribadisce che i soldi sono ancora lì, a disposizione del Comune per il quarto lotto.
Ma di una cosa Frola è certo: la Regione non aveva nessuna intenzione di spostare quei soldi dallo scolmatore a un bacino di laminazione, o bacinetto, o laghetto che sia... E pensa che anche adesso la Regione non sarebbe disposta a spostarli su qualche nuovo progetto.
A questo punto, proviamo ad immaginare che cosa sarebbe potuto succedere se il Comune di Montanaro e i montanaresi non si fossero lasciati incantare dal miraggio del Bacino Azzurro e si fossero accontentati del quarto lotto dello scolmatore, di colore anche un po’ meno sfavillante...
Sarebbe successo che il quarto lotto oggi ci sarebbe già. Non sarebbe stato sufficiente, come sosteneva Ponchia, a mettere al sicuro Montanaro? “Forse il canale da solo no” (dice Frola), “ma, portato a termine lo scolmatore, il Comune avrebbe avuto il tempo di cercare i soldi (in primis presso la Regione) per realizzare quelle opere minori complementari suggerite dallo studio Endaco”. Eccoli: “pulizia e rimodellamento alveo Rio Fossasso; adeguamento manufatto di immissione nella Gora Baina; ripristino funzionalità idrauliche sottopassi Gora Baina [in realtà Gora di Chivasso] ferrovia e strada provinciale; formazione bacino di laminazione Gora Baina; adeguamento sistema di raccolta, convogliamento ed evacuazione acque meteoriche zone S. Rocco - S. Anna; rimodellamento alveo ed adeguamento sezione di deflusso Gora Baina; prolungamento in direzione sud dell’arginello in sponda sinistra del canale scolmatore Nord”.
Non sarebbero bastate nemmeno queste opere complementari? Da qualche tempo il Consorzio del Canale di Caluso sta proponendo ai 14 Comuni interessati un piano di piccole opere pensato sia per evitare danni ai suoi canali sia per contribuire a proteggere i Comuni.
C’è ancora un punto che emerge dalla chiacchierata con Frola e riguarda il Piano Regolatore. Attualmente a Montanaro non si può costruire e il paese non si può espandere. Per quale ragione? Perché manca l’opera che, per la Regione, avrebbe mitigato il rischio alluvione, e cioè il quarto lotto dello scolmatore, e che avrebbe consentito alla Regione di approvare un nuovo piano regolatore espansivo. Frola ce lo conferma: “La Regione disse che solo con il completamento ed il collaudo del quarto lotto il PRGC di Montanaro sarebbe stato libero al 100% (per intenderci, si sarebbe potuto costruire anche ove oggi, mi pare, non si possa ancora)”
Quanto di cui abbiamo chiacchierato basta per ribadire che i dieci anni di Ponchia sono stati – almeno ai fini della sicurezza idraulica del paese – dieci anni perduti? Dice Frola: “Il tempo di un Sindaco non è mai perso e io non giudico (né ho giudicato) il lavoro di altri, penso (e ho pensato) a fare bene il mio”.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.