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09 Luglio 2025 - 15:32
Lanzo, serra idroponica bloccata da mesi. Ora l’impresa minaccia il recesso
Doveva essere un fiore all’occhiello dell’innovazione scolastica e agricola nel territorio metropolitano. Invece, a quattro anni dall’annuncio e a cinque mesi dalla conclusione del primo lotto, la serra idroponica dell’Istituto Agrario “Federico Albert” di Lanzo Torinese è ancora ferma, in stato di abbandono. L'erba cresce attorno alla struttura, le apparecchiature automatizzate restano inattive, e gli studenti attendono di poter finalmente mettere le mani in campo su ciò che studiano sui libri.
Il progetto, finanziato e pianificato in più fasi, si trova ora in una situazione paradossale: il secondo lotto, del valore di circa 150.000 euro, che prevede la fornitura delle apparecchiature interne, tra cui i fertirrigatori, non è mai stato avviato, nonostante l’impresa incaricata abbia dato da tempo la propria disponibilità, i fondi siano stati già assegnati e non risultino ostacoli tecnici o amministrativi noti.
A lanciare l’allarme è il gruppo consiliare “Lista Civica per il Territorio” con un’interrogazione firmata dalla forzista Clara Marta protocollata il 9 luglio 2025, indirizzata al Sindaco metropolitano Stefano Lo Russo, al Vice Sindaco Jacopo Suppo, alla consigliera delegata all’Istruzione Caterina Greco e ai tecnici dell’ente. Il documento denuncia l’assenza totale di avanzamenti e segnala un fatto nuovo e preoccupante: l’impresa avrebbe comunicato l’intenzione di recedere dal contratto, qualora non venissero chiariti i tempi di prosecuzione. Contestualmente, avrebbe anche richiesto un ristoro economico per le somme già anticipate e le attrezzature acquistate.
L'istituto agrario di Lanzo
Per ora, tutto è rimandato a una riunione tecnica prevista per giovedì 10 luglio, convocata dall’architetto Gianluca Venezia. Ma nessun atto ufficiale è stato ancora comunicato dall’ente, e l’aria che tira è quella dell’ennesimo caso di progetto pubblico bloccato dalla burocrazia, con conseguenze potenzialmente gravi sul piano economico, educativo e simbolico.
A essere in discussione non è solo un'infrastruttura, ma un progetto didattico strategico per un istituto che forma tecnici del settore agroalimentare, in linea con le direttive europee su sostenibilità, innovazione e transizione ecologica. Temi che la stessa Città Metropolitana di Torino non manca mai di evocare nei propri piani programmatici.
Il gruppo consiliare chiede risposte puntuali e immediate: conferma della riunione del 10 luglio, chiarimenti sullo stato giuridico del contratto, valutazioni sul rischio di contenzioso, aggiornamenti sul cronoprogramma e garanzie formali sul completamento dell’intervento entro l’inizio del prossimo anno scolastico.
Ma il punto centrale resta uno: una scuola non può diventare il simbolo dell’incapacità amministrativa. Se il progetto fallisce, fallisce una promessa fatta a studenti, famiglie, docenti e territorio. E ancora una volta, a pagare il prezzo di scelte lente e poco trasparenti saranno i giovani e la loro formazione.
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