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Lanzo, serra idroponica bloccata da mesi. Ora l’impresa minaccia il recesso

Il progetto all’Istituto “Federico Albert” fermo dal 23 febbraio: ritardi, silenzi e rischio contenzioso

Lanzo, serra idroponica bloccata da mesi. Ora l’impresa minaccia il recesso

Lanzo, serra idroponica bloccata da mesi. Ora l’impresa minaccia il recesso

Doveva essere un fiore all’occhiello dell’innovazione scolastica e agricola nel territorio metropolitano. Invece, a quattro anni dall’annuncio e a cinque mesi dalla conclusione del primo lotto, la serra idroponica dell’Istituto Agrario “Federico Albert” di Lanzo Torinese è ancora ferma, in stato di abbandono. L'erba cresce attorno alla struttura, le apparecchiature automatizzate restano inattive, e gli studenti attendono di poter finalmente mettere le mani in campo su ciò che studiano sui libri.

Il progetto, finanziato e pianificato in più fasi, si trova ora in una situazione paradossale: il secondo lotto, del valore di circa 150.000 euro, che prevede la fornitura delle apparecchiature interne, tra cui i fertirrigatori, non è mai stato avviato, nonostante l’impresa incaricata abbia dato da tempo la propria disponibilità, i fondi siano stati già assegnati e non risultino ostacoli tecnici o amministrativi noti.

A lanciare l’allarme è il gruppo consiliare “Lista Civica per il Territorio” con un’interrogazione firmata dalla forzista Clara Marta protocollata il 9 luglio 2025, indirizzata al Sindaco metropolitano Stefano Lo Russo, al Vice Sindaco Jacopo Suppo, alla consigliera delegata all’Istruzione Caterina Greco e ai tecnici dell’ente. Il documento denuncia l’assenza totale di avanzamenti e segnala un fatto nuovo e preoccupante: l’impresa avrebbe comunicato l’intenzione di recedere dal contratto, qualora non venissero chiariti i tempi di prosecuzione. Contestualmente, avrebbe anche richiesto un ristoro economico per le somme già anticipate e le attrezzature acquistate.

L'istituto agrario di Lanzo

Per ora, tutto è rimandato a una riunione tecnica prevista per giovedì 10 luglio, convocata dall’architetto Gianluca Venezia. Ma nessun atto ufficiale è stato ancora comunicato dall’ente, e l’aria che tira è quella dell’ennesimo caso di progetto pubblico bloccato dalla burocrazia, con conseguenze potenzialmente gravi sul piano economico, educativo e simbolico.

A essere in discussione non è solo un'infrastruttura, ma un progetto didattico strategico per un istituto che forma tecnici del settore agroalimentare, in linea con le direttive europee su sostenibilità, innovazione e transizione ecologica. Temi che la stessa Città Metropolitana di Torino non manca mai di evocare nei propri piani programmatici.

Il gruppo consiliare chiede risposte puntuali e immediate: conferma della riunione del 10 luglio, chiarimenti sullo stato giuridico del contratto, valutazioni sul rischio di contenzioso, aggiornamenti sul cronoprogramma e garanzie formali sul completamento dell’intervento entro l’inizio del prossimo anno scolastico.

Ma il punto centrale resta uno: una scuola non può diventare il simbolo dell’incapacità amministrativa. Se il progetto fallisce, fallisce una promessa fatta a studenti, famiglie, docenti e territorio. E ancora una volta, a pagare il prezzo di scelte lente e poco trasparenti saranno i giovani e la loro formazione.

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