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08 Luglio 2025 - 22:19
Foto pagina facebook Centro Meteo Piemonte
8 luglio 2025. Neve al Rifugio Gastaldi, quota 2659 metri, nelle alte Valli di Lanzo. Temperatura: appena +0,3°C. In piena estate. La montagna si risveglia imbiancata, come fosse ottobre. E mentre lassù scende la neve, Torino viene spazzata da raffiche di vento impazzite che toccano i 70 chilometri orari.
Un pomeriggio di panico, quello vissuto nel capoluogo piemontese, dove le fortissime raffiche hanno abbattuto alberi e rami in centro e in periferia. Scene da emergenza in corso San Maurizio e nel giardino davanti all’ospedale Martini. Fortunatamente, non si registrano feriti. Ma la città resta sotto scacco del maltempo.
Secondo l’ARPA Piemonte, l’origine di tutto è il gradiente di pressione tra le Alpi e la pianura, causato da una rimonta anticiclonica dalla Francia. Un meccanismo meteorologico noto, ma che questa volta ha generato effetti eccezionali.
E non è solo Torino a pagare il conto. In sole 48 ore, in tutta Italia sono caduti oltre 100.000 fulmini. Il maltempo ha picchiato duro da Nord a Sud: nubifragi, frane, allagamenti, addirittura neve sulle Alpi. Uno scenario da film catastrofico, ma è tutto vero.
In Veneto, il fango è tornato a scendere sulla statale 51 di Alemagna, tra Cortina d’Ampezzo e San Vito di Cadore. Intere zone della Pedemontana trevigiana sono state colpite da piogge torrenziali, mentre il fiume Meschio è esondato a Cordignano. “Un evento meteo violentissimo che ha messo a dura prova la tenuta della rete idraulica”, ha detto il presidente Luca Zaia.
Nel vicino Friuli Venezia Giulia, 100 millimetri di pioggia in due ore hanno colpito le aree al confine con il Veneto. In Lombardia, il bilancio è drammatico: 300 interventi dei vigili del fuoco nella notte tra lunedì e martedì, in particolare a Bergamo, Como, Lecco, Varese, Monza e Brianza. Box e cantine allagati, intere zone senza corrente. Solo tra sabato 5 e lunedì 7 luglio, l’ARPA ha contato 40.000 fulmini, di cui 20.000 solo domenica.
Il Sud non è stato risparmiato. In Campania, forti piogge hanno colpito il Salernitano. Sul Monte Carmelo di Sant’Arsenio, una squadra della Comunità Montana è rimasta isolata per il cedimento di una strada. A San Pietro al Tanagro, l’acqua e il fango hanno invaso case, box e piani terra. I collegamenti marittimi nel golfo di Napoli sono stati interrotti per mare mosso, mentre a Ischia un nido di tartaruga marina è stato distrutto dalle piogge torrenziali.
E poi di nuovo la neve. A Cortina d’Ampezzo, le cime sono tornate bianche. Minime di 8°C in città, zero termico a 2.500 metri. Sulla Marmolada, la colonnina è scesa fino a -4°C. Una sorpresa amara per chi sperava in un’estate stabile.
Il problema è che queste violente ondate di maltempo arrivano dopo settimane di caldo record, con temperature fino a 40°C in molte città. “Il caldo alimenta i nubifragi, è un effetto domino pericoloso”, avvertono i meteorologi. E se nei prossimi giorni è previsto un ritorno alla normalità, l’allarme resta: “Non dimentichiamo la lezione di queste settimane”.
Il vento che ha colpito Torino, abbattendo alberi come fuscelli, è lo stesso che ha travolto Verona, lasciando a terra decine di piante. È lo stesso che ha fatto tremare l’Italia intera, portandoci a fare i conti – ancora una volta – con un clima che non conosce più stagioni.
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