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La cava è un insulto a San Bernardo”: il Comitato demolisce le parole di Cogeis

Dopo l’intervista dell’imprenditore Flavio Bertino, i cittadini rispondono punto per punto: “È un progetto speculativo, incompatibile e dannoso. Il Comune lo blocchi definitivamente”

La cava è un insulto a San Bernardo”: il Comitato demolisce le parole di Cogeis

La cava è un insulto a San Bernardo”: il Comitato demolisce le parole di Cogeis

Il Comitato No Cava di San Bernardo di Ivrea tiene le antenne alzate e replica con un comunicato durissimo alle parole pronunciate da Flavio Bertino, patron della Cogeis Spa, in un’intervista rilasciata nei giorni scorsi.

L’imprenditore ha provato a rassicurare l’opinione pubblica sul progetto di coltivazione della cava nella zona Fornaci. Ma per il Comitato quelle parole suonano come “un esercizio di retorica imprenditoriale buono per coprire un’operazione speculativa”.

La cava – precisano – sarebbe grande più del doppio rispetto a quanto mostrato alla cittadinanza. Non una semplice estensione, ma una nuova e ingombrante ferita aperta nel piccolo centro abitato. “Un’opera del tutto estranea al contesto storico, agricolo e culturale di San Bernardo”, si legge nel comunicato. E ancora: “Un’infrastruttura privata, pensata solo per il profitto, che sacrificherebbe la qualità della vita di centinaia di famiglie”.

Il Comitato è netto: “L’impatto ambientale non è sovrastimato, ma sottovalutato e soprattutto non mitigabile. Le soluzioni tecniche proposte, come le dune antirumore, servirebbero solo a nascondere il rumore sotto al tappeto. Ma snaturerebbero ancor più l’identità del nostro quartiere”.

E poi c’è la questione viabilità. Con decine di mezzi pesanti in movimento ogni giorno, i cittadini temono un disastro annunciato: traffico in tilt, strade intasate, rischio incidenti, inquinamento acustico e atmosferico. “Una miscela tossica per chi vive, lavora e manda i figli a scuola in questa zona”, scrivono.

Il sindaco Matteo Chiantore

Il Comitato non trascura. Applaudono il sindaco di Ivrea, Matteo Chiantore, che “a nome della collettività di San Bernardo e della coalizione che governa la città, ha ribadito la contrarietà rispetto a un’opera che ‘smonterebbe mezzo quartiere’”. Una frase chiara, che non lascia spazio a interpretazioni e che – almeno sulla carta – dovrebbe trasformarsi in atti concreti. Quali? “Auspichiamo che l’unanimità politica, già espressa con la determina di giunta del 26 maggio, si concretizzi in consiglio comunale con un voto chiaro contro la variante al piano acustico”. Perché – ricordano – senza quel passaggio la cava è formalmente incompatibile dal punto di vista acustico.

E arriva anche la stoccata finale: le opere “compensative” promesse dalla ditta – come l’ampliamento della viabilità o lo smaltimento delle acque piovane – “restano sulla carta”. Secondo il Comitato, infatti, “sono previste su terreni privati su cui Cogeis non vanta alcuna titolarità”. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile, che getta più di un’ombra sulla concretezza e la sostenibilità del progetto.

Il comunicato si chiude con un appello diretto alle Istituzioni: “Come Comitato siamo pronti a incontrare la Città Metropolitana per mettere una parola fine a questo progetto assurdo”.

Il tono è netto, la linea è tracciata: i cittadini non si fermeranno. La battaglia per San Bernardo – contro una cava vista come “un insulto ambientale e sociale” – è appena entrata nella fase più calda.

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