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28 Novembre 2024 - 10:52
Immagine generata con l'intelligenza artificiale
Ritorna al centro dell’attenzione pubblica l’“alienazione”, ossia la vendita, dell’ecocentro comunale di via Domodossola. Di questo si è discusso durante l’ultima seduta del Consiglio comunale mercoledì 27 novembre, con conseguenti polemiche sulla cifra dell’operazione.
Stando alla perizia tecnica commissionata dal Comune, il valore attuale dello stabile si aggirerebbe, allo stato attuale, soltanto intorno ai 70 mila euro, contro i 300 mila euro se l’ecocentro fosse in perfette condizioni.
Come denunciato dalla consigliera Paola Antonetto, la perizia è a tratti contraddittoria, visto che «da una parte si dice che complessivamente il centro è in ‘discrete condizioni’, mentre dall’altra c’è scritto che necessita di ‘interventi urgenti’ di manutenzione». La discrepanza tra le due cifre, 70 mila e 300 mila euro, sarebbe dovuta a lavori urgenti di manutenzione stimati per 230 mila euro, cifra che Seta – che passerà da gestore a proprietario dell’impianto – dovrà spendere di tasca propria.
La consigliera Paola Antonetto
L’opzione B, ha commentato il consigliere di maggioranza Rudy Lazzarini, «sarebbe che quei 230 mila euro li metta il Comune, ma le nostre casse oggi non ce lo consentono». In sintesi, meglio vendere lo stabile a una cifra bassa e lasciare poi che sia Seta a spendere.
Tra le opere di manutenzione, però, non è ben chiaro perché il Comune dovrebbe scalare dal proprio incasso «spese come 9 mila euro per installare un cancello motorizzato e una sbarra di accesso, oppure la sostituzione dell’attuale box per uso front office e bagno per il personale che ‘a oggi non rispetta le norme igienico-sanitarie’. Su quest’ultimo punto Seta ha ragione, ma questa perizia sta dicendo che il Comune di San Mauro non è stato a norma fino a oggi e non ci hanno mai detto nulla? Poi c’è una tettoia nelle spese: ti vuoi fare il cancello e la tettoia? Allora te le paghi tu, Seta. Perché dobbiamo scalare tutto questo da un ricavato nostro?», ha commentato Antonetto. L’accusa, quindi, riguarda anche il fatto che la società avrebbe gestito per decenni una struttura con delle irregolarità senza mai segnalarle al Comune.
Il consigliere Roberto Pilone
Più pesanti sono state invece le parole del consigliere Roberto Pilone: «Questa delibera è folle. Seta guadagna dai rifiuti che recupera in quest’area, e nel documento non leggo quanto valga il recupero dei rifiuti, quanto Seta ci guadagni. Non ha senso cedere un’area da 300 mila euro a 70 mila, ipotizzando 230 mila euro di lavori non in base a un progetto, ma a una perizia che è stata commissionata. Per me questa delibera crea danno erariale, e lo denuncerò alla Corte dei Conti. Se c’è un danno erariale, lo pagheranno i consiglieri che approvano questa delibera».
Se da una parte tutti i consiglieri, di maggioranza e di opposizione, si sono detti d’accordo sulla vendita dell’impianto a Seta – visto che San Mauro è l’unico Comune del Consorzio di bacino 16 (CB-16) ad avere ancora un ecocentro di proprietà dato in gestione, nonché l’unico Comune a non avere una quota azionaria di Seta – sono rimasti invece spaccati sulla cifra di vendita.
L'ingresso dell'attuale ecocentro comunale
La mozione, messa ai voti, è stata comunque approvata con 10 favorevoli e 3 contrari: il Comune venderà a Seta lo stabile per 70 mila euro, che consentiranno quantomeno a San Mauro di acquisire lo 0,5% della società, una quota poco più che simbolica.
Chi controllerà però che Seta faccia effettivamente quei lavori da 230 mila euro? Perché il Comune non ha fatto la manutenzione prima della vendita, non per forza di tasca propria, ma anche facendo una gara d’appalto al ribasso come suggerito dal consigliere Marco Bongiovanni? Molte sono le perplessità che rimangono, così come la pesante accusa di danno erariale che il consigliere Pilone è determinato a portare avanti, denunciando il fatto alle autorità competenti.
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