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11 Giugno 2025 - 15:29
Sotto accusa era finito un modello educativo alternativo, fatto di natura, emozioni e scoperta. Una proposta definita da alcuni “fuorilegge”, da altri “rivoluzionaria”. A distanza di giorni dal clamore suscitato dal blitz dei carabinieri del Nas nella sede di via Uscello a Banchette, arriva la lunga e articolata replica dell’Associazione Zantea, che respinge punto per punto le accuse mosse dai media e dagli organi istituzionali.
«Siamo rimasti molto dispiaciuti nel leggere la diffamazione che è stata fatta nei nostri confronti», si legge nell’esordio del documento. Una lettera intensa, scritta a più mani dalle educatrici dell’associazione, con toni fermi ma misurati, nella quale si prova a fare chiarezza su ciò che Zantea è – e soprattutto su ciò che non è.
L’associazione, registrata regolarmente come ente del terzo settore, non si riconosce nel modello scolastico tradizionale, né tantomeno in quello commerciale. «Non abbiamo una scuola, non abbiamo un asilo», puntualizzano. «È un’associazione che si occupa di outdoor education, iniziative che stanno nascendo in molte parti d’Italia e che Comuni e Regioni promuovono e sostengono».
Zantea rivendica di essere iscritta al RUNTS (Registro Unico Nazionale del Terzo Settore) e di non avere l’obbligo di autorizzazione comunale per svolgere attività associative. E sottolinea come, al contrario, abbia cercato un dialogo con il Comune di Banchette, senza ottenere comprensione né risposte coerenti: «Il Comune ha il dovere di informarsi prima di agire e soprattutto non può e non dovrebbe giudicare un servizio per ciò che non è».
Sotto accusa erano finiti i locali: descritti come un “magazzino polveroso” privo di sicurezza. Ma secondo Zantea, l’immobile – sebbene formalmente accatastato come deposito – rispondeva ai requisiti essenziali di agibilità, luminosità e aerazione. «Chi ha visto il locale ha potuto notare come sia molto luminoso e presenti tutte le caratteristiche necessarie».
Durissima la smentita su uno dei passaggi più gravi contenuti nella relazione dell’Asl, ovvero la presenza di cibo scaduto. «Assolutamente falso», ribadiscono le responsabili. «Sul prodotto surgelato in questione erano presenti due diciture: data di surgelamento e data di scadenza. Hanno segnato per errore la prima come se fosse la seconda. La scadenza è nel 2026. Fortunatamente abbiamo anche noi fatto una foto per testimonianza».
Inoltre, nessun servizio mensa era attivo nei locali. I pasti venivano portati da casa dai bambini, o condivisi come in una casa privata. «Per giornate specifiche o centri estivi, abbiamo utilizzato mense esterne. Non abbiamo una mensa interna».
Un altro passaggio del “catalogo dell’orrore” denunciato dalle autorità faceva riferimento alla promiscuità tra spazi didattici e igienici, e al pavimento “polveroso” su cui sarebbero stati lasciati i bambini. Anche in questo caso, Zantea contesta la ricostruzione: «I bambini passano pochissimo tempo sul pavimento. Stanno all’aperto, giocano nei prati, passeggiano, esplorano. La terra sui pantaloni non viene da un magazzino, ma dai sentieri del territorio».
Ma se l’accusa era quella di insicurezza, la replica si sposta sul piano valoriale. Zantea non nasconde l’amarezza per come sia stata trattata un’esperienza educativa che tanti genitori avevano scelto liberamente per i propri figli. «In questo momento il danno più grande è stato fatto ai bambini, che non possono svolgere le giornate all’aperto che tanto amano».
Dietro la polemica, resta intatta l’identità dell’associazione, che continua a promuovere l’educazione esperienziale, emotiva e ambientale come strumento di crescita. Una visione che non tutti condividono, certo, ma che ha raccolto nel tempo l’appoggio di famiglie, esperti, cittadini. «Ci auguriamo di incontrare un Comune predisposto all’innovazione, alla sostenibilità, al desiderio di aggiornarsi. Il mondo va avanti e si evolve».
Il documento si chiude con un ringraziamento a chi è rimasto vicino all’associazione e una citazione di Rachel Carson, che sembra racchiudere lo spirito del progetto: “Chi contempla la bellezza della terra trova riserve di forza che dureranno quanto la sua stessa vita. […] C’è qualcosa di infinitamente terapeutico nel continuo ripetersi della natura: la certezza che l’alba giungerà dopo la notte, e la primavera dopo l’inverno”.
Zantea attende ora di poter tornare a fare ciò che ha sempre fatto: educare nel rispetto, nella libertà, nella natura. E lancia un messaggio non solo alle istituzioni, ma a tutta la comunità: «Speriamo che il Comune possa aver piacere nell’aggiornarsi, conoscere la nostra Associazione per portare una fruttuosa collaborazione invece che scontri. In un mondo così sotto tensione, tutta questa amarezza non serve».
«Sicuramente non sono attività che cercano tutti - spiegano dall'associazione -, ma c’è chi le cerca e le desidera per i propri figli. C’è chi ha piacere che i figli vivano all’esterno, sul territorio, in compagnia e affiancati da persone competenti in merito. In questo momento il danno più grande è stato fatto ai bambini, che non possono svolgere le giornate all’aperto che tanto amano. Perché è vero che stanno all’aperto, ma una base dove appoggiarsi in caso di maltempo serve".
L'associazione Zantea pensa al futuro: «Ci auguriamo di incontrare un Comune predisposto all’innovazione, alla sostenibilità ambientale, al sostenere iniziative nuove con il desiderio di aggiornarsi per migliorarsi. Il mondo va avanti e si evolve, sicuramente promuoviamo un servizio che non tutti conoscono, ma sempre di più ce n’è necessità. Il Comune di Banchette sta recando un danno anche agli abitanti del paese, felici della nostra presenza sul territorio e curiosi di conoscere qualcosa di nuovo. Speriamo e ci auguriamo che il Comune possa aver piacere nell’aggiornarsi, conoscere la nostra Associazione per portare una fruttuosa collaborazione invece che scontri. In un mondo così sotto tensione, tutta questa amarezza non serve».
L'associazione Zantea, infine, propone un breve estratto dal libro “Brevi Lezioni Di Meraviglia” di Rachel Carson: “Qual è il valore di preservare e rafforzare questo senso di stupore e meraviglia, la consapevolezza di qualcosa che va al di là dei confini dell’esistenza umana? Esplorare il mondo naturale è solo uno dei tanti modi di trascorrere le ore felici dell’infanzia o c’è qualcosa di più profondo? […]
Coloro che vivono tra le bellezze e i misteri della terra – siano essi scienziati o persone comuni – non saranno mai soli o stanchi della vita. A dispetto delle contrarietà e delle preoccupazioni dell’esistenza, i loro pensieri sapranno trovare strade che conducono all’appagamento interiore e a un rinnovato entusiasmo nei confronti della vita. Chi contempla la bellezza della terra trova riserve di forza che dureranno quanto la sua stessa vita. C’è una bellezza simbolica oltre che reale nella migrazione degli uccelli, nel flusso e riflusso della marea, nel bocciolo chiuso in attesa della primavera. C’è qualcosa di infinitamente terapeutico nel continuo ripetersi della natura: la certezza che l’alba giungerà dopo la notte, e la primavera dopo l’inverno.”
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