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Teatro Pinelli di Cuorgnè: chiusa la prima stagione con 1500 spettatori

Stagione da record con i classici da Euripide a Shakespeare

Teatro Pinelli di Cuorgnè: chiusa la prima stagione con 1500 spettatori

Teatro Pinelli di Cuorgnè: chiusa la prima stagione con 1500 spettatori

“In questa prima stagione abbiamo staccato 1.500 biglietti” ha comunicato Luigi Orfeo presentando lo spettacolo di chiusura. Orfeo è uno dei direttori di SmartFools, l’associazione che ha ottenuto in gestione il Teatro Pinelli di Cuorgnè e che, a partire dallo scorso autunno, ha portato sul palcoscenico un buon numero di rappresentazioni di vario genere, da quelle leggere alle più impegnative. La stagione si è conclusa in gloria, così come si era aperta, con un grande classico: domenica 20 ottobre 2024 Le Troiane di Euripide; venerdì 30 maggio 2025 Il mercante di Venezia di Shakespeare.

A metterlo in scena la Compagnia della Primula, formata dagli allievi di uno dei laboratori organizzati a Torino da Casa Fools. Era la loro prima esibizione in un teatro d’epoca dove – come Orfeo non si stanca mai di sottolineare – si prova, a stare sul palco, un’emozione differente e molto più intensa rispetto a quella offerta dalle sale contemporanee.

Il Mercante di Venezia è stato adattato dallo stesso Orfeo, che ha precisato: “Ne ho ridotto la durata da tre ore e mezza ad un’ora e venti rispettando però pienamente la trama: la storia è quella, non è stata tradita. Mi sono solo permesso la libertà di spostare alla fine un monologo che di solito è collocato a metà e credo che ne capirete il motivo”.

Lo spettacolo conclusivo della stagione al teatro Pinelli di Cuorgnè

La messa in scena in effetti risulta fedele all’originale tranne che nella scelta dei costumi – del tutto attualizzati – mentre la scenografia è ridotta all’essenziale ma lo spettatore quasi non se ne accorge. Tanti gli attori in scena, fra i quali si sono dimostrati particolarmente bravi quelli che impersonavano i due protagonisti maschili: il mercante Antonio e l’usuraio Shylock. Dopo qualche incertezza iniziale, la loro recitazione ha preso vigore man mano che la rappresentazione procedeva.

Si può forse rilevare qualche eccesso di enfasi nell’interpretazione degli altri personaggi – accentuando una caratteristica peraltro presente in molte opere di Shakespeare – ma nel complesso lo spettacolo ha confermato ancora una volta come, attraverso le commedie dei grandi autori, a teatro ci si possa divertire riflettendo nel medesimo tempo sui temi fondamentali che travagliano l’individuo e la società. Il Mercante di Venezia è emblematico in questo senso, con personaggi nei quali valori e disvalori si mescolano e si confondono: Antonio è generoso e magnanimo ma anche furiosamente antisemita; Shylock appare odioso, gravato di tutti i difetti che la società dell’epoca – a Venezia come in Inghilterra – attribuiva agli ebrei. Ascoltando il suo monologo, che Orfeo ha sapientemente spostato in fondo, si comprende tuttavia che tanta cattiveria ed intransigenza sono una conseguenza delle persecuzioni e discriminazioni che ha dovuto subire. La protagonista femminile – la ricca ereditiera Porzia, resa sulla scena con grande frizzantezza – non solo è dotata di saggezza e buonsenso nel giudicare i suoi pretendenti ma riesce, travestitasi da uomo, a recitare la parte dell’avvocato con tale intelligenza ed arguzia da ottenere esattamente gli obiettivi che si era prefissata.

Non ci si può che augurare, nelle prossime stagioni del rinato Teatro Pinelli, una presenza crescente dei grandi classici, drammi o commedie che siano.

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