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05 Giugno 2025 - 10:27
Piemonte, cittadini sotto esame per Pfas: già raccolti i primi dati
È iniziato da pochi giorni ad Alessandria un progetto che potrebbe rivelarsi decisivo per comprendere l’impatto dei Pfas sulla salute umana. Parliamo delle sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche, composti chimici noti per la loro resistenza ai grassi e all’acqua, ampiamente usati in decenni di produzione industriale, ma oggi sempre più associati a rischi ambientali e sanitari rilevanti. Lo studio si chiama Scenarios ed è una ricerca epidemiologica europea che ha scelto, tra i suoi luoghi chiave, anche Alessandria. Un segnale chiaro: i riflettori sono accesi sul polo chimico di Spinetta Marengo, da anni nel mirino per la sua potenziale contaminazione.
Lo studio è stato avviato presso l’ambulatorio 8 del Gardella, struttura dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Alessandria. In questa prima fase, quattro persone selezionate casualmente tra i residenti hanno completato l’intero iter previsto dal protocollo. Un’adesione volontaria, supportata da una lettera informativa inviata dopo una selezione basata su criteri anagrafici e territoriali. Il percorso include diverse tappe: misurazione della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, prelievo del sangue, raccolta di campioni di urina e acqua potabile proveniente dalle abitazioni. Ma non solo. Ai partecipanti viene richiesto anche un quadro completo della loro storia lavorativa, sanitaria e residenziale, insieme ad abitudini alimentari e stili di vita. Tutti elementi cruciali per capire quanto e come le sostanze Pfas possano avere influenzato l’organismo.
Una parte dei campioni raccolti sarà analizzata nei laboratori dell’Università del Piemonte Orientale (Upo), dove si stanno sviluppando metodi innovativi, come la spettrometria di massa ad alta risoluzione e la spettroscopia Raman, tecniche all’avanguardia per rilevare microtracce di sostanze tossiche. Un’altra parte dei campioni sarà invece impiegata per esami biochimico-clinici gratuiti, con un duplice obiettivo: dare un primo riscontro ai partecipanti e fornire dati utili alla ricerca scientifica.
Ma c’è di più. I cittadini coinvolti hanno potuto dare il consenso affinché il loro materiale biologico venga conservato nella Biobanca dell’Aou Al, un patrimonio prezioso per studi futuri. Un piccolo gesto personale che può contribuire in modo determinante alla comprensione a lungo termine degli effetti dei Pfas, e magari anche alla prevenzione.
Finora sono state spedite 150 lettere di arruolamento sulle 300 previste. I partecipanti saranno selezionati in base a età, genere e residenza, con una suddivisione molto precisa: tre aree concentriche attorno al polo chimico di Spinetta Marengo, uno dei principali sospettati nella diffusione di queste sostanze. L’obiettivo è chiaro: capire se e quanto la vicinanza al sito industriale incida sulla salute dei cittadini.
I risultati aggregati dello studio saranno pubblicati sotto forma di report scientifici e articoli accademici, mentre a ogni singolo partecipante saranno comunicati gli esiti personalizzati dei test biochimici. Un’operazione trasparente, che mira a coinvolgere i cittadini in modo diretto e responsabile.
Quello dei Pfas non è un allarme isolato. Studi recenti hanno collegato l’esposizione a queste sostanze a problemi endocrini, alterazioni del sistema immunitario, complicanze nella fertilità e persino patologie oncologiche. La loro presenza è stata riscontrata in acqua, aria, cibo e persino nel sangue di persone apparentemente sane. Sono chiamate “sostanze chimiche eterne” proprio per la loro capacità di resistere alla degradazione naturale. Monitorarle non è solo necessario: è urgente.
Lo studio Scenarios, con il coinvolgimento diretto dei cittadini di Alessandria, rappresenta una svolta scientifica e civile. Da una parte, porterà nuove conoscenze sulla diffusione dei Pfas e sui danni potenziali; dall’altra, restituisce alla comunità un ruolo attivo nella tutela della propria salute. Non più solo dati e numeri, ma volti, storie, responsabilità condivise.
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