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Chieri rilancia sull’ex Tabasso: 11 milioni per trasformare la storica manifattura in un polo di cultura, enogastronomia e formazione

Approvato il progetto definitivo: entro il 2027 l’ex complesso industriale diventerà un hub multifunzionale con spazi per eventi, corsi, coworking e musei. Il cuore dell’intervento? Flessibilità, innovazione e identità territoriale

Chieri rilancia sull’ex Tabasso

Chieri rilancia sull’ex Tabasso: 11 milioni per trasformare la storica manifattura in un polo di cultura, enogastronomia e formazione

Un tempo era la fabbrica che scandiva i ritmi della città. Oggi, l’ex manifattura Tabasso di Chieri si prepara a scrivere un nuovo capitolo, completamente diverso ma non meno centrale. Con 11 milioni di euro complessivi, di cui 7,8 milioni finanziati dallo Stato e il resto a carico del Comune, è stato ufficialmente approvato il progetto definitivo per la rigenerazione urbana del grande complesso industriale che da anni attendeva un riscatto. A dare l’annuncio è l’assessora ai Lavori pubblici Daniela Sabena, che parla di passo rilevante per quello che è il più importante cantiere della nostra città.

Si tratta di un intervento strategico, sia per la mole economica sia per l’impatto che avrà sul tessuto urbano e sociale. Il collaudo delle opere è previsto entro il 31 dicembre 2027, ma la visione è già tracciata: l’ex Tabasso diventerà un polo dinamico dedicato alla cultura, alla formazione e all’enogastronomia, con spazi modulabili pensati per accogliere eventi, mostre, corsi professionali e attività innovative. Un hub multifunzionale, capace di dialogare con il passato industriale e al tempo stesso di interpretare le nuove esigenze della comunità.

Il progetto – inserito tra gli interventi cofinanziati da fondi ministeriali – prevede una destinazione d’uso diversificata e distribuita su più livelli. Al piano terra, troveranno spazio un’area museale, un’ala per mostre temporanee e un bookshop, con l’obiettivo di fare dell’ex Tabasso anche una nuova porta d’ingresso culturale per la città.

Il primo piano sarà dedicato a degustazioni e promozione dei prodotti enogastronomici locali, in un’ottica di valorizzazione delle eccellenze territoriali che unisce turismo, commercio e identità. Il secondo piano ospiterà spazi per enti di formazione professionale, mentre al terzo piano prenderanno vita laboratori, coworking e aree flessibili per startup o professionisti creativi.

Non solo contenuti, ma anche forma. Il progetto prevede infatti la realizzazione di un nuovo ingresso con accesso diretto alla piazza superiore tramite una rampa, pensata per collegare visivamente e fisicamente il complesso con il centro cittadino. Una scelta architettonica che punta a cancellare il confine tra ex zona produttiva e tessuto urbano, restituendo all’edificio un ruolo attivo nella vita quotidiana dei chieresi.

“Abbiamo fornito indicazioni specifiche per la progettazione esecutiva – aggiunge Sabena – affinché gli spazi siano modulabili in base alle esigenze di chi li occuperà tramite bando, e che gli impianti elettrici e di riscaldamento siano pensati per una gestione flessibile e sostenibile, in grado di contenere i consumi”. Una filosofia che riflette l’attenzione all’efficienza energetica e alla responsabilità ambientale, oggi imprescindibili per ogni progetto pubblico.

I prossimi passi saranno la redazione del progetto esecutivo e l’apertura della gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori. Ma intanto il messaggio è chiaro: Chieri non si limita a conservare il suo passato industriale, lo rilancia come motore del futuro. E lo fa puntando su cultura, lavoro, innovazione e territorio.

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