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Verolengo, polemiche sui fondi comunali per i lavori alla chiesa: di chi è la proprietà?

Il gruppo di minoranza di Daniela Caminotto chiede chiarimenti sull’uso di fondi pubblici per un immobile di cui non è certa la titolarità

Verolengo

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista

A Verolengo si riaccende il dibattito intorno ai lavori di manutenzione straordinaria previsti per la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. A sollevare la questione è il gruppo consiliare di minoranza “Verolengo per Tutti”, con la capogruppo Daniela Caminotto che pone l’accento su un nodo non secondario: l’assenza di certezza giuridica sulla proprietà dell’edificio, oggetto di un cofinanziamento anche con fondi comunali. 

Secondo Caminotto, l’amministrazione avrebbe avviato il progetto basandosi su presupposti storici e documentazione datata, in particolare su una transazione del 1832 che però, ad oggi, non risulta reperibile presso l’Archivio di Stato e non sarebbe sufficiente, a dimostrare con chiarezza che l’immobile sia di proprietà pubblica: “Il Comune di Verolengo ha avviato un progetto di manutenzione straordinaria per la chiesa parrocchiale San Giovanni Battista senza essere certo di avere titolo giuridico sull’immobile, o meglio basandosi su fatti ‘noti’, tramandati negli anni, che fanno riferimento esclusivamente a un atto di transazione del 1832 non reperibile all’Archivio di Stato”, ha dichiarato Caminotto. 

La questione era già stata sollevata in una seduta del Consiglio comunale nel novembre dello scorso anno. In quell’occasione, la minoranza aveva chiesto di visionare documenti probanti a sostegno della titolarità dell’immobile. La maggioranza, secondo quanto riferito da Caminotto, avrebbe risposto richiamando alcune delibere risalenti alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, sottolineando inoltre che le visure catastali non hanno valore probatorio. Tuttavia, la documentazione richiesta non è mai stata fornita in modo completo, se non la già citata transazione ottocentesca. 

Nel novembre 2024, in Consiglio comunale, abbiamo chiesto chiarimenti alla maggioranza, evidenziando che la chiesa, da dati catastali in nostro possesso, non risultava di proprietà comunale. Ci è stato risposto che ‘le carte erano in regola’, ma atti come delibere e documenti storici non sono mai arrivati, ad eccezione della transazione del 1832. Oggi, però, leggiamo la Determina n. 35 del 5 maggio 2025, con cui il Comune incarica un notaio per stipulare un atto di riconoscimento della proprietà. Un atto necessario per poter procedere con i lavori, ma che arriva solo dopo che fondi pubblici erano già stati impegnati”, ha sottolineato la consigliera. 

Daniela Caminotto, ha prontamente sollevato dubbi sulla legittimità di tali affermazioni: “Al catasto, la chiesa parrocchiale risulta di proprietà della parrocchia. Mi chiedo quindi come si possano richiedere fondi e poi utilizzarli per un bene che non è di proprietà comunale?!”, ha ribattuto Caminotto nel 2024. 

Il sindaco Rosanna Giachello ha risposto, facendo riferimento a delibere storiche: “Esistono delibere risalenti alla fine del 1800 e all’inizio del 1900 che attestano la proprietà del perimetro, del tetto e del campanile al Comune. Questo perché la chiesa fu costruita con i fondi dei cittadini di Verolengo, che all’epoca ne avevano richiesto la proprietà”, ha chiarito il sindaco. 

Una spiegazione che, tuttavia, non ha placato le richieste di chiarezza da parte dell’opposizione. 

Il gruppo segnala che sono già stati affidati incarichi di progettazione a studi privati e, tramite una variazione di bilancio, sono stati spostati ulteriori 30.000 euro comunali per il rifacimento del tetto, somma che si aggiunge ai 120.000 euro erogati dalla Regione Piemonte. 

Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.

Caminotto chiarisce che non si tratta di un’opposizione all’intervento in sé, ma di una richiesta di trasparenza amministrativa e chiarezza istituzionale: 

«Non siamo contrari a un intervento economico a favore della chiesa, soprattutto se si tratta di iniziative di valore per la comunità. Ma Comune e Chiesa sono due enti distinti. Ogni contributo pubblico va valutato attentamente nel rispetto delle norme. È nostro dovere vigilare e chiedere risposte. Per questo abbiamo presentato una nuova interrogazione al sindaco e attendiamo riscontro nel prossimo Consiglio comunale». 

In 26 maggio, la posizione del gruppo è stata ribadita anche attraverso una comunicazione pubblica della stessa Caminotto nel gruppo social “Verolengo per Tutti”, dove ha spiegato le motivazioni dell’intervento: 

“Buongiorno a tutti, l’argomento della pillola di oggi è un pochino delicato, merita di essere spiegato brevemente ma con chiarezza. 

Allora, la domanda è: di chi è la proprietà della chiesa parrocchiale San Giovanni Battista di Verolengo? Perché facciamo questa domanda? Perché il Comune di Verolengo riceverà un finanziamento da parte della Regione Piemonte che l’attuale amministrazione ha deciso proprio di utilizzare per rifare questo tetto. Una parte di questo finanziamento, parliamo di circa 120.000 euro. 

La domanda è quindi stata: siamo sicuri di essere proprietari? E ci è stata fornita una transazione del 1832 che attesta questa proprietà da parte del Comune. Ma siccome noi eravamo in possesso di dati catastali probabilmente non aggiornati, la domanda che ci è sorta successivamente è stata: ma come mai non sono ancora aggiornati questi dati? È probabile che questa transazione, essendo così antica, non abbia attualmente validità perché magari non trascritta e regolarizzata? 

E di fatti il nostro dubbio ha trovato fondamento perché qualche giorno fa il Comune si è rivolto ad uno studio notarile per farsi redigere, per l’appunto, un atto di proprietà della chiesa. 

Allora, noi ci chiediamo a questo punto: è così necessario che questo immobile venga intestato a noi come Comune e di conseguenza con il vincolo perenne, da qui a per sempre, di manutenzione? O possiamo ugualmente percepire questi fondi dalla Regione Piemonte facendo accordi di tipo diverso con, appunto, la Curia? 

Altra domanda che ci facciamo è: con che criterio sono già stati impegnati dei soldi e messi da parte altri fondi, altri 30.000 circa, perché 120.000 non basteranno, e fondi anche per studi che hanno fatto la progettazione, quando ancora ad oggi non abbiamo le carte in regola per dire: “sì, questo immobile è nostro, procediamo?” 

Queste domande le abbiamo fatte anche attraverso un’interrogazione, di cui attendiamo risposta al prossimo Consiglio comunale. Quindi noi continueremo, come al solito, a tenervi aggiornati”. 

Ora la parola passa alla maggioranza, chiamata a chiarire come intenda procedere e soprattutto se il riconoscimento notarile della proprietà sarà sufficiente a dissipare ogni dubbio. 

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