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Torino, arriva la panchina gigante che unisce arte e natura

Approvata all’unanimità la mozione per installare una panchina gigante nel cuore verde della città. Sarà simbolo di creatività e partecipazione

Una panchina gigante

Torino, arriva la panchina gigante che unisce arte e natura

A Torino, nel silenzio sospeso del Parco Europa, si prepara a nascere qualcosa di grande. Letteralmente. Una panchina gigante, una di quelle fuori scala che sembrano uscite da un libro per bambini, potrebbe presto trasformare uno degli angoli più verdi e amati della città in un nuovo punto di riferimento per arte, comunità e turismo sostenibile. A dare il via al progetto è stata una mozione presentata dalla consigliera Maria Grazia Grippo (Partito Democratico), approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale con 29 voti favorevoli. E non è solo un’idea colorata: è un gesto simbolico e un’opportunità concreta.

La panchina sarà parte del Big Bench Community Project, nato nel 2010 dall’intuizione del designer americano Chris Bangle, ex BMW. L’idea è semplice ma potentissima: costruire sedute giganti in luoghi panoramici e accessibili, stimolando una nuova prospettiva sul paesaggio. A oggi ne esistono più di 400 in Italia e nel mondo, tutte realizzate senza fondi pubblici, grazie al lavoro volontario di cittadini, associazioni e artigiani. Chi ci si siede sopra guarda il mondo da un’altezza nuova, innescando un senso di meraviglia, lentezza e connessione. «Un turismo curioso, attento, rispettoso», lo definisce Grippo. Ed è esattamente ciò di cui ha bisogno una città che vuole valorizzare il proprio patrimonio naturale con leggerezza e intelligenza.

Il Parco Europa, già oggetto di interventi di riqualificazione spontanea da parte di volontari, diventa così il candidato perfetto. Immerso tra alberi secolari e viste mozzafiato sulla collina e sulla città, il parco rappresenta una sintesi ideale tra natura e dimensione urbana. La panchina gigante qui non sarà solo un’attrazione da fotografare: sarà un invito a fermarsi, a osservare, a condividere lo spazio con altri. Un’installazione artistica che non consuma, ma restituisce: visibilità, orgoglio civico e un motivo in più per salire fin lassù.

Il percorso ora passa alla fase tecnica e logistica. Il Comune si impegna a sostenere l’iter coinvolgendo direttamente la cittadinanza, in piena coerenza con lo spirito del progetto. Il Piemonte, del resto, è la culla delle Big Bench: da Clavesana a Monferrato, da Canelli alla Val Susa, le panchine giganti hanno trasformato borghi e paesaggi in mete alternative, capaci di attrarre visitatori senza trasformare i luoghi in parchi tematici. E Torino potrebbe essere la prima grande città italiana a ospitarne una all’interno di un parco urbano.

L’operazione non è solo estetica. È politica, sociale e culturale. Rilancia il rapporto tra cittadini e spazi pubblici, stimola progettualità dal basso, parla a chi vive in città e a chi ci passa. Dimostra che si può fare bellezza anche con mezzi semplici, senza progetti faraonici o milioni spesi. E restituisce centralità a una zona verde spesso dimenticata dai circuiti ufficiali.

Torino, che spesso si divide su grandi eventi e progetti ambiziosi, qui trova un consenso trasversale, silenzioso ma compatto. Una panchina per sedersi tutti. Gigante, sì. Ma a misura di comunità.

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