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25 Maggio 2025 - 18:04
L'Oasi della Speranza è diventata un acquitrino
L'Oasi della Speranza di via della Costituzione, un tempo rifugio prediletto per cigni e anatre selvatiche, sta vivendo un periodo di grave crisi ambientale. Il laghetto, alimentato dal Rio del Mulino, da parecchie settimana ha subito un drastico calo del livello dell'acqua, trasformandosi in un acquitrino torbido e maleodorante.
Eppure le piogge non sono mancate, non stiamo vivendo una situazione di siccità, ma questa scarsa affluenza di acqua sta compromettendo l'habitat naturale del parco mentre i residenti, nonostante le segnalazioni effettuate nei mesi scorsi, non vedono progressi e continuano ad essere costretti a convivere con questo laghetto che sta assumendo una colorazione torbida. Quello che un tempo era uno specchio d’acqua, si sta trasformando in uno stagno putrescente.
A quanto pare Rio del Mulino, che trae origine dalla Bealera Nuova e, a sua volta, dal fiume Stura di Lanzo, non garantisce una portata costante. La sua attivazione per riempire il lago di via della Costituzione dipende dal livello della falda acquifera, che, se basso, riduce significativamente l'afflusso d’acqua. “Sì sì, va bene - dice un cittadino che vive in prossimità dell’Oasi - ma qui l’odore dell’acqua stagnante si fa sentire, ci sarà pure un altro sistema. Purtroppo le nostre segnalazioni sono cadute nel vuoto. Il Comune non fa niente”.
Oltre alla crisi idrica, l'Oasi è stata teatro di atti vandalici e furti. All’inizio del mese di aprile, Giorgio Chiarle, segretario cittadino di Forza Italia, aveva già denunciato la scomparsa di alcuni esemplari di cigni e anatre. Dei sette cigni presenti, oggi ne rimangono soltanto tre.
Ma l'Oasi della Speranza, situata in via della Costituzione, è stata recentemente al centro di polemiche anche a causa della presenza di topi. Una sommatoria di anomalie che genera parecchie preoccupazioni alle famiglie residenti nei palazzi di via della Costituzione.
Inoltre, sempre secondo l'analisi di Chiarle, anche le sponde del canale di alimentazione del lago non sono più tanto sicure: il rio che passa a fianco dell’ingresso del parco è in fase di secca e le piante che sono cresciute sulle sponde del Rio del Mulino, tendono a sporgersi gradualmente verso la strada su cui transitano e parcheggiano decine di veicoli ogni giorno. “Quel canale, a forza di scorrere, ha eroso terreno scoprendo le radici degli alberi - aveva dichiarato Chiarle - . E a questo punto, merita anche valutare lo stato di sicurezza di quelle piante. Capisco la bellezza del verde pubblico, ma se non ci sono i mezzi per curarlo e tenerlo efficiente e sicuro, merita fare una riflessione anche per destinare meglio le risorse pubbliche stanziate dalla città per la gestione di questi luoghi”
La preoccupazione cresce anche in funzione delle temperature estive che coincidono con l’arrivo degli insetti e anche per la gestione delle risorse idriche e delle aree verdi della città. I tre cigni superstiti, candidi simboli di una natura che un tempo prosperava in questo parco diventato con il tempo meta per le famiglie, riposano sulle rive. Un tempo era un bel laghetto: oggi, c’è uno stagno prosciugato e maleodorante.
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