AGGIORNAMENTI
Cerca
Attualità
26 Maggio 2025 - 17:16
Alessandro Pizzolla
Cosa faresti se sapessi di avere forse solo un’estate per vivere davvero? Se avessi sei anni, un cuore pieno di sogni e una battaglia difficile da affrontare? Immagina di dover correre contro il tempo, non per vincere una gara, ma per assaporare ogni attimo, ogni desiderio, ogni sorriso.
Alessandro Pizzolla ha solo 6 anni, ne farà 7 il 19 settembre, e vive con la sua famiglia a Caselle Torinese. Si sono trasferiti da Verolengo per essere più vicini all’ospedale Regina Margherita di Torino, quando ancora speravano che il peggio fosse passato e che Alessandro dovesse affrontare solo l’ultima parte del suo percorso: l’immunoterapia e i controlli. Ma la vita, purtroppo, ha riservato un’altra prova a questo piccolo grande guerriero.
È un bambino con gli occhi pieni di vita, un piccolo sognatore che ama i videogiochi, desidera fare grigliate con gli amici, andare al mare e – perché no – provare le bibite americane viste nei video su YouTube. Ma la sua corsa, da due anni a questa parte, non è una corsa come le altre. Alessandro sta combattendo contro un nemico invisibile e spietato: un neuroblastoma metastatico, uno dei tumori solidi infantili più rari e aggressivi.
“Il tempo di Ale”: la corsa contro il tumore per regalare sogni a un bambino di 6 anni
La diagnosi è arrivata quando era ancora troppo piccolo per capirne davvero il significato. Due anni fa, dopo un periodo di malessere e accertamenti, la sua famiglia ha scoperto la verità che nessun genitore vorrebbe mai sentire. Da quel momento, tutto è cambiato. Ospedali, terapie, notti insonni, attese, speranze. Accanto ad Ale ci sono sempre mamma Alice, papà Riccardo e il fratello Raffaele – “Lele” – che ad agosto compirà otto anni. Uniti, affaticati, ma mai arresi.
Il neuroblastoma è un tumore che colpisce soprattutto i più piccoli, con circa il 90% dei casi diagnosticati sotto i 5 anni. Nasce dalle cellule nervose del sistema simpatico, e può manifestarsi in diverse parti del corpo: surreni, torace, addome, collo. La terapia è complessa e dura: chirurgia, chemioterapia, radioterapia, trapianti di cellule staminali, immunoterapia. Alessandro ha affrontato tutto questo. Ma non è bastato.
Dopo una fase in cui sembrava poter finalmente rallentare la malattia, a fine febbraio di quest’anno è arrivata la recidiva. I genitori, con un filo di speranza, hanno portato Ale al Bambino Gesù di Roma per tentare la strada delle CAR-T, una terapia d’avanguardia. Era idoneo, ma il tumore galoppava troppo in fretta: un punteggio del 35% contro il 7% massimo per accedere alla terapia. Hanno tentato due cicli di chemio con immunoterapia, ma senza successo. Il tumore non rispondeva più.
"Si potevano provare altre strade - raccontano i genitori - ma con possibilità di riuscita minime e rischi enormi. Così abbiamo deciso di tornare a casa, al Regina Margherita, e iniziare le cure palliative. Vogliamo che Alessandro sia bambino. Che viva. Che faccia tutto quello che in questi due anni non ha potuto fare”.
Oggi Ale prende una chemio leggera per bocca ogni tre giorni, e la terapia del dolore. Ha spesso male alle ossa, ma sorride. Non sa nulla. "Lui pensa che va tutto bene, è felice perché va meno in ospedale. Nemmeno Lele sa. Abbiamo deciso che sarà uno psicologo a spiegargli tutto gradualmente”.
E allora la missione è una sola: regalargli un’estate bellissima.
Forse sarà l’estate più bella della sua vita. Forse sarà l’unica che potrà ricordare davvero. E proprio per questo, merita di essere un’estate indimenticabile.
Alessandro ha tanti desideri, e ognuno di loro è molto più di un semplice sogno. Sono fari accesi in un tunnel buio, piccoli sprazzi di normalità e felicità in una vita segnata da paure e incertezze. Vuole un iPad per registrare i suoi video da gamer, una carta da milioni di Robux per il suo gioco preferito, andare al mare e salire su una Lamborghini. Ma anche desideri semplici e profondi: assaggiare le bibite americane che ha visto in qualche video – Mountain Dew, Vita Coco, e la rarissima Crush che sembra quasi un tesoro nascosto. Ogni nuovo desiderio è un modo per Alessandro di affermare che la sua voglia di vivere è più grande di tutto.
Il suo sogno più grande? Una piscina. Ed è già realtà. Quella piscina che diventa simbolo di libertà, di gioco, di risate spensierate che per troppo tempo sono state negate. Un amico di famiglia, Fabrizio ha mandato il suo muratore che ha fatto la base per la piscina in giardino, e grazie a una rete di mamme solidali sparsi in tutta Italia, che hanno aperto una raccolta fondi su GoFundMe, si sta lavorando per completare questo sogno e per permettere ad Alessandro di vivere altri piccoli miracoli.
"Non ti nascondo - confida mamma Alice - "che avere un piccolo tesoretto da parte ci dà un po’ di respiro, ci permette di non dover dire di no a nulla e di costruire attimi di felicità, anche mentre pensiamo a quel che sarà… In una situazione così, purtroppo, sai che devi prepararti anche a quello. Ma io ora non ho tempo per disperarmi. Devo fare. Poi ci sarà tempo per piangere. Ora voglio solo vedere mio figlio sorridere”.
È una storia che spezza il fiato, quella di Alessandro. E che insegna. Che ci ricorda cosa conta davvero: un desiderio esaudito, un sorriso strappato, un giorno in più in cui essere bambini. Il tempo di Ale non si misura in mesi o settimane, ma in momenti felici.
Questa è la storia di un bambino che non ha perso la sua capacità di sognare, e di una famiglia che lotta per trasformare quei sogni in realtà. Perché, in fondo, ciò che conta davvero non è il tempo che abbiamo, ma come lo riempiamo. E ogni desiderio esaudito è un momento in più di luce e di vita.
E ognuno di noi può contribuire, anche con poco,(Clicca qui) a riempire questo tempo di luce...
IT64E0200832974001722339658 Intestato a: Manconi Alice Valentina
Ale, Mamma Alice, papà Riccardo e suo fratellino Lele
C’è un tempo che non obbedisce ai calendari. Un tempo che non misura le ore, ma i battiti del cuore. Un’estate può essere un’eternità, se sai che è l’unica che ti resta.
Alessandro ha sei anni, ma conosce già la parola che gli adulti non vogliono nemmeno pronunciare. Non sa cosa significhi “terminale”, ma il suo corpo lo sa. Lo sa sua madre. Lo sa suo padre. E noi, che leggiamo la sua storia, lo sentiamo entrare dentro come una lama: taglia, ferisce, cambia.
In un mondo che corre, che litiga per tutto, che dimentica ogni giorno cosa conta davvero, la storia di Alessandro ci costringe a fermarci. Ci obbliga a guardare l’essenziale: un sorriso, una bibita colorata, un tuffo in piscina, la felicità pura di un bambino che vuole solo vivere.
Non ci sono risposte. Non ci sono perché. C’è solo il silenzio di chi sa di dover dire addio troppo presto. Ma in quel silenzio, oggi, vogliamo far entrare la nostra voce. Vogliamo trasformarla in abbraccio, in aiuto, in desiderio esaudito. Non per fare beneficenza. Ma per restituire un pezzo di giustizia alla vita. E per ricordarci che anche un giorno può bastare, se è pieno di luce.
Alessandro non ha bisogno di compassione. Ha bisogno di sogni. E noi possiamo aiutarlo a viverli. Uno per uno. Ora.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.