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San Maurizio Canavese, ex asilo “Tana dei Cuccioli”: è in arrivo una sorpresa per tutti

Un progetto condiviso tra generazioni trasformerà il cuore del paese in uno spazio educativo all’aperto, dedicato a far conoscere l’importanza degli insetti impollinatori e a promuovere la cura ambientale come valore civico

San Maurizio Canavese

San Maurizio Canavese, ex asilo “Tana dei Cuccioli”: è in arrivo una sorpresa per tutti

A San Maurizio Canavese il verde non è solo arredo urbano, ma diventa scuola, memoria e partecipazione civica. Nella zona centrale del paese, intorno all’ex asilo “Tana dei Cuccioli” in via Bò, nascerà nei prossimi mesi un giardino didattico dedicato alla biodiversità, pensato per accogliere api, farfalle, coccinelle e bombi, i quattro grandi alleati impollinatori del nostro ecosistema. Un’iniziativa nata dalla visione del Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, che l’Amministrazione guidata da Michelangelo Picat Re ha scelto di abbracciare e concretizzare. Il risultato sarà un’oasi naturale al centro del paese, aperta a tutti, che unisce educazione ambientale, inclusione sociale e intergenerazionalità.

«Il sito individuato è perfetto, anche dal punto di vista simbolico – commenta l’assessora Giulia Gobetto –. L’edificio dell’ex scuola d’infanzia sta diventando un presidio importante per la comunità più fragile: ospiterà presto lo sportello di supporto “San Maurizio Aiuta” e sarà anche sede della distribuzione dei pasti scolastici in eccesso alle famiglie in difficoltà. Inserire in questo contesto un giardino didattico significa rafforzare l’idea di un luogo dove educazione, solidarietà e cura dell’ambiente camminano insieme».

Il progetto non prevede solo la realizzazione di aiuole e percorsi botanici, ma sarà un laboratorio a cielo aperto: previsti pannelli informativi, attività con le scuole, momenti di sensibilizzazione sulla crisi climatica e il ruolo degli insetti impollinatori per la vita sul pianeta. Il coinvolgimento diretto dei ragazzi non sarà solo iniziale: saranno loro, con l’aiuto di adulti e anziani, a curare e far crescere il giardino, imparando concretamente cosa significa prendersi cura del proprio territorio.

Un giardino didattico dedicato alla biodiversità

E proprio qui entra in gioco una delle parti più innovative e umane del progetto: il patto educativo tra generazioni. Alcuni anziani del paese, insieme ai volontari del progetto “San Maurizio Aiuta”, hanno offerto tempo, mani e memoria per affiancare i ragazzi nella realizzazione e manutenzione del giardino. Un gesto che rompe l’isolamento, restituisce valore al sapere esperto degli anziani e favorisce lo scambio tra età diverse. Non solo i bambini scopriranno il ciclo della natura, ma potranno ascoltare storie, imparare pratiche, scoprire antiche conoscenze contadine e orticole, in un processo che fa della biodiversità un’occasione anche sociale e comunitaria.

Nel giardino troveranno spazio piante aromatiche, fiori autoctoni, cespugli e alberi adatti a ospitare e nutrire gli insetti utili, selezionati in base a criteri scientifici e ambientali. Sarà un luogo dove l’ambiente urbano incontra l’ecosistema naturale, offrendo rifugio e nutrimento alla fauna locale, e occasione di conoscenza per le famiglie, le scuole, i curiosi.

L’area si trasformerà così da semplice spazio verde inutilizzato in una piazza verde del sapere e della responsabilità. Un piccolo grande passo per promuovere la sostenibilità ambientale e l’educazione ecologica partendo dal basso, con una visione che mette al centro le nuove generazioni ma senza dimenticare le radici.

«Abbiamo voluto partire dai più giovani perché sono loro a vivere il futuro che stiamo costruendo oggi – ha detto l’assessora Gobetto –. Ma li abbiamo messi in rete con i più anziani del paese, perché le comunità forti sono quelle che sanno ascoltarsi tra generazioni, contaminarsi, agire insieme».

Quando il giardino sarà ultimato, sarà liberamente fruibile dalla cittadinanza, con momenti dedicati anche agli adulti, agli orti urbani, alla lettura all’aperto, ai laboratori creativi. Perché la bellezza – quella che fiorisce tra fiori, insetti e relazioni – è contagiosa. E può nascere anche tra i muri di un vecchio asilo, se seminata con passione.

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