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“La fame non è un’arma”: bandiere per la pace a Rivarolo, in tanti al flash mob per Gaza (VIDEO)

In corso Torino, sabato pomeriggio, decine di cittadini hanno risposto all’appello del Comitato. Tante sigle del territorio unite per una manifestazione silenziosa ma determinata. Nessuno slogan urlato, ma un messaggio preciso: solidarietà e giustizia per il popolo palestinese.

“La fame non è un’arma”

“La fame non è un’arma”: bandiere per la pace a Rivarolo, in tanti al flash mob per Gaza promosso dal Comitato Pace Alto Canavese

Non servono striscioni aggressivi o cori di protesta per far rumore. A Rivarolo Canavese, sabato 17 maggio 2025, è bastato un flash mob pacifico, unito e simbolico per accendere l’attenzione su Gaza. In corso Torino, nel cuore della città, decine di persone si sono ritrovate nel pomeriggio per una manifestazione silenziosa e ordinata, ma carica di contenuti. Il messaggio era chiaro: “La fame non è un’arma”, lo slogan scelto dal Comitato Pace Alto Canavese per denunciare la drammatica crisi umanitaria nella Striscia, stretta tra fame, assedio e bombardamenti.

Un’azione semplice, ma potentissima. Bandiere arcobaleno, simboli della pace, cartelli scritti a mano, volti di ogni età e tante storie diverse raccolte da una rete capillare di realtà del territorio. Il flash mob ha visto la partecipazione e il sostegno di Sinistra Italiana Alto Canavese, del Circolo PD Alto Canavese, del Movimento 5 Stelle Gt Eporediese Canavese Nord, di Energia per Rivarolo, del Circolo Rifondazione Comunista di Ivrea, della Cgil Alto Canavese, di numerose sezioni Anpi, del Tavolo 25 Aprile antifascista Alto Canavese, dell’associazione Mastropietro, della Soms di Pont Canavese, di Pax Christi, del Presidio Libera Luigi Ioculano di Cuorgnè, del circolo Arci Spazi di Società di Valperga, dell’associazione culturale Due Fiumi e del gruppo Canavese di Emergency.

Una mobilitazione trasversale, che ha saputo coinvolgere mondi diversi: sindacato, partiti, associazionismo laico e religioso, volontariato e attivismo politico. Tutti uniti dalla convinzione che la guerra non può giustificare la fame e che ogni civiltà degna di questo nome ha il dovere di alzare la voce quando viene negato il pane, l’acqua, la cura. Nessuna bandiera di fazione, solo un grido collettivo contro l’indifferenza.

Nel silenzio composto del flash mob, il Canavese ha detto la sua. Lo ha fatto senza spettacolo, ma con la consapevolezza che anche una piazza piccola può generare eco potenti. Per Gaza, per chi resiste, per chi soffre. Per dire, ancora una volta, che la pace non è una parola vuota.

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