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12 Maggio 2025 - 12:45
Ozegna, 80 anni dopo la Liberazione: una pietra per il tenente Sergio Morello, martire partigiano
Una pietra, una cerimonia, una storia che non può e non deve essere dimenticata. Domenica 11 maggio 2025, Ozegna, nella Città Metropolitana di Torino, ha celebrato l’80° anniversario della Liberazione con un evento dedicato a Sergio Morello, tenente partigiano originario di Casale Monferrato, ucciso durante la Resistenza dai nazifascisti. L’appuntamento, significativamente intitolato “Una vita per la libertà”, ha avuto il suo fulcro in corso Principe Tommaso, dove Morello fu fucilato. È qui che, alle ore 11, è stata posata una pietra a sua memoria, segno tangibile di un ricordo che non si spegne.
La manifestazione, promossa dalle amministrazioni comunali di Ozegna e Castellamonte – quest’ultima città in cui Morello fu comandante partigiano – è stata organizzata in collaborazione con l’ANPI locale e l’Archivio Piero Martinetti, ed è diventata un momento di profonda condivisione tra le comunità del Canavese e del Monferrato. Presente anche una delegazione del Comitato Unitario Antifascista di Casale Monferrato, terra natale del giovane combattente, a testimoniare la vicinanza e la continuità della memoria fra territori apparentemente distanti, ma uniti dalla stessa storia di lotta.
Il Presidente del Consiglio comunale di Casale Monferrato, Giovanni Battista Filiberti, ha sottolineato il valore politico e umano del gesto: «Ricordare la figura del tenente Morello significa onorare uno dei tanti giovani che hanno dato la vita per un ideale di giustizia e libertà. Un esempio alto e attuale di coraggio civile». In un’epoca in cui la memoria rischia di diventare retorica o di svanire nel rumore del presente, questa cerimonia assume un valore ancora più forte: fissare nel tempo il volto e la storia di chi ha combattuto senza esitazione.
Sergio Morello, come tanti della sua generazione, non aveva ancora trent’anni quando fu fucilato. Ma aveva già scelto da che parte stare, e aveva assunto la responsabilità del comando in un’area complessa e pericolosa come il Canavese durante gli ultimi mesi del 1944. La sua morte, così come quella di molti suoi compagni, fu un atto di ferocia, ma anche un seme di libertà che continua a germogliare.
A distanza di otto decenni, le sue azioni trovano nuova voce nelle parole, nei gesti e nelle presenze di chi oggi si impegna perché l’antifascismo non sia solo un ricordo, ma un orizzonte civico da tenere vivo. La pietra commemorativa ora incastonata in corso Principe Tommaso non è solo un simbolo: è una promessa collettiva di non dimenticare.
E proprio in un tempo in cui i valori della Resistenza vengono talvolta rimessi in discussione, eventi come quello di Ozegna diventano un argine prezioso, un antidoto alla smemoratezza, un messaggio rivolto ai giovani. Perché la libertà, come ha insegnato Morello, si costruisce scegliendo. E scegliendo di ricordare.
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