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Tre Comuni del Basso Canavese attendono 3,7 milioni per riscrivere il loro futuro

Progetti ambiziosi per rilanciare cultura, turismo e decoro urbano, ma il finanziamento è ancora appeso al filo della graduatoria

Tre Comuni del Basso Canavese

Tre Comuni del Basso Canavese attendono 3,7 milioni per riscrivere il loro futuro

Un sogno da 3 milioni e 700mila euro si agita nei progetti dei Comuni di Caluso, Mazzè e Barone Canavese, pronti a riscrivere il proprio futuro grazie ai fondi del Pnrr dedicati alla rigenerazione urbana. Il condizionale, tuttavia, rimane d'obbligo: i tre progetti, pur essendo in graduatoria, non hanno ancora ottenuto il finanziamento definitivo. Ma le speranze restano alte, alimentate dalla qualità delle proposte e dalla determinazione delle amministrazioni coinvolte.

La strategia ha preso forma attraverso una convenzione tra cinque comuni — Caluso capofila, affiancato da Mazzè, Barone, Torrazza e Rondissone — necessaria per superare il requisito dei 15mila abitanti previsto dal bando. La regia è stata affidata al Comune di Caluso, che ha curato l'invio dello studio di fattibilità affidato a un professionista, finanziato anche grazie alle quote versate dagli enti partecipanti.

A Mazzè, il sindaco Marco Formia punta su un intervento di 1 milione e 255mila euro per completare la riqualificazione dell'ex municipio, trasformandolo in sede per eventi istituzionali. Al centro del piano anche il rilancio del Palaeventi, struttura nevralgica per la vita sociale e culturale del paese. "Siamo ancora in graduatoria e confidiamo nel ripescaggio", sottolinea Formia, ricordando che la competizione è stata serrata, data l'alta partecipazione al bando.

Oltre 3 milioni di euro per il futuro

Caluso, la "città del vino", sogna invece di far decollare il progetto di valorizzazione turistica "Dal Castellazzo al Chiostro dell’ex convento", con una richiesta di 2 milioni e 241mila euro. Qui il tempo sembra essersi fermato: l’ex convento dei frati Francescani, risalente al 1600, aspetta da anni di tornare a nuova vita. L’ambizione è alta: creare un polo culturale che ospiti hotel, ristorante, museo dell’Erbaluce, uffici turistici, spazi espositivi e sedi associative. L’intervento non coinvolgerà la magnolia secolare né la chiesa della Santissima Trinità, che restano proprietà della Curia, ma punta invece a riqualificare il collegamento con i ruderi del Castellazzo, vestigia della Caluso medievale.

Barone Canavese, più piccolo ma non meno ambizioso, ha chiesto 162mila euro per migliorare ulteriormente il proprio tessuto urbano. Un progetto complementare ai circa 100mila euro già ottenuti nell’ambito del Pnrr per la digitalizzazione, dimostrando che anche i comuni più piccoli possono ritagliarsi un ruolo nella grande sfida della modernizzazione.

La partita, però, è tutta da giocare. Il sistema dei finanziamenti legati al Pnrr è complesso e mutevole: essere in graduatoria non significa ancora aver vinto, ma rappresenta una posizione di vantaggio nel caso si liberassero fondi non utilizzati. E in un contesto di risorse contingentate e di altissima concorrenza, la qualità progettuale sarà determinante.

Per Caluso, Mazzè e Barone, l'attesa è dunque carica di tensione ma anche di fiducia. Perché questi progetti non sono semplici operazioni edilizie: sono visioni di rinascita, piani per ridare senso e futuro a luoghi troppo a lungo dimenticati. E il Basso Canavese, terra di storia, di vino e di resilienza, merita di vedere quei sogni trasformarsi finalmente in realtà.

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